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Chi ha paura
dell'Aulin?
di Gianna Milano - Panorama
Proibito in Finlandia uno dei farmaci più popolari. E l’allarme sbarca in Italia. L’allarme sulla nimesulide, principio attivo alla base di un’ampia famiglia di antinfiammatori (85 in commercio oltre al noto Aulin), ha ragione d’essere? Come cautelarsi da brutte sorprese in attesa delle doverose verifiche da parte delle autorità sanitarie competenti? La vicenda nimesulide, uno dei tanti fatti di cronaca con protagonista un farmaco, è partita in Finlandia dove è in vendita dal ’98 e dove sono state segnalate finora un centinaio di reazioni avverse correlate al suo uso: tra queste oltre 60 di tipo epatotossico, cioè a danno del fegato. In due casi le alterazioni sono state così gravi da richiedere il trapianto, in un altro c’è stato un decesso sospetto. Ciò ha spinto le autorità sanitarie finlandesi a sospenderne distribuzione e vendita. In Italia, mentre la procura di Torino ha avviato accertamenti e i Codacons hanno chiesto la sospensione delle vendite a titolo cautelativo, la Commissione di farmacovigilanza si è attivata per verificare l’allarme. Anche la Commissione unica del farmaco dovrà esprimersi, per ora non è previsto il ritiro. Nel nostro Paese la nimesulide, contenuta in prodotti a larga diffusione, è entrata in commercio nell’85, con oltre 24 milioni di confezioni consumate ogni anno: in pratica il 20 per cento degli italiani ne utilizza almeno una nell’arco di 12 mesi. «Se ci fosse stato un problema serio sarebbe emerso. Invece da noi su 500 segnalazioni di effetti avversi finora solo 25 riguardano il fegato e non sono gravi» puntualizza Roberto Raschetti, responsabile dell’Osservatorio nazionale sui farmaci. «Che cosa significa? Forse lo usano in modo diverso, non sporadicamente come noi, ma per molti giorni consecutivi. Ma potrebbe dipendere anche da fattori legati allo stile di vita, quale la dieta». Nel foglietto illustrativo è precisato che la nimesulide è controindicata nei casi di insufficienza epatica e tra le precauzioni d’uso viene raccomandato che, in caso di alterazione nei test della funzione epatica durante il trattamento, è bene sospenderlo. «Una cosa va detta: ogni volta che si prende un farmaco si accetta un compromesso tra benefici e possibili rischi. Ogni medicinale può causare accanto all’azione terapeutica effetti collaterali potenzialmente pericolosi» ricorda Luigi Bozzini, del Servizio farmaceutico della Azienda ulss 20 di Verona. Non esiste un medicinale sicuro al cento per cento. Però non c’è dubbio che i farmaci sono i prodotti più controllati in termini di rischio-beneficio. Nel caso nimesulide il monitoraggio postmarketing dovrebbe, considerati gli anni che è in circolazione, costituire da sé una garanzia. «La mentalità da combattere è quella di prendere una pillola al minimo sintomo. Un abuso che fa aumentare consumi e potenziali rischi» conclude Raschetti. |