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Assecondare
il cambiamento
di Pierluigi
Paoletti - 29 settembre 2008 - www.centrofondi.it
Le parole che Bush ha pronunciato alla nazione http://tv.repubblica.it/copertina/mutui-bush-parla-al-paese/24465?video
non lasciano spazio a dubbi, la situazione è davvero critica. Ad
avvalorare questo quadro oggi la notizia che il debito pubblico
americano ha superato il PIL (15.000 mld di $ contro i 14.300 del PIL)
http://www.corriere.it/esteri/08_settembre_26/usa_il_debito_pubblico_supera_il_pil_fe64177e-8b88-11dd-9547-00144f02aabc.shtml
Ecco che in un balzo gli Usa hanno quasi raggiunto
l’Italia nel rapporto debito/Pil e allora ci ritorna a mente che nel
lontano ottobre del 2006 abbiamo scritto un report dal titolo ironico-
per allora- Sensazionale: Centrofondi declassa gli USA http://www.centrofondi.it/report/report_10_02_06.pdf
Il fatto è che lo vogliamo o no, Bush ha ufficializzato il crollo
del vecchio sistema basato sul debito pubblico e privato - le
famiglie americane sono indebitate per il 140% del loro reddito, 160%
quelle inglesi, 100% quelle tedesche ecc. – avvalorando il quadro di
insostenibilità strutturale del sistema che ormai da molto tempo
descriviamo in questi report.
La crisi di oggi, lo abbiamo ripetuto sino alla noia, non
è una crisi come quelle che abbiamo passato nel corso degli anni,
questa è la crisi di un sistema in agonia, che lascerà il posto
ad un altro nuovo. Un grande cambiamento forse di portata maggiore di
quello che avvenne nel passaggio dall’era agricola a quella
industriale, un passaggio che, se viene ben interpretato, non causerà
danni rilevanti, se invece viene sottovalutato causerà molto dolore.
Abbiamo davanti una scelta a cui non possiamo sottrarci, lasciare che il
crollo faccia il suo corso, oppure iniziare a costruire una valida
alternativa?
Sino ad oggi siamo stati come un popolo adolescente che è
stato portato per mano da chi è stato delegato a compiere scelte in suo
nome. La lettura degli eventi storico-economici ci porta a dire, senza
temere smentite, che le scelte sono state tutte prese senza avere
considerazione alcuna del mandato che i nostri delegati avevano ricevuto
dal popolo, ma anzi si è utilizzato il potere per avvantaggiare
lobbies, centri di potere occulti e cricche di loschi figuri,
prendendosi gioco di quel popolo adolescente.
Oggi, con la dichiarazione ufficiale del fallimento di
questo sistema da parte di una persona che incarna perfettamente quello
che abbiamo detto sopra, ma che è pur sempre il presidente del paese più
potente del mondo, ci viene data l’opportunità di scegliere se
compiere il salto di qualità e diventare un popolo adulto oppure
continuare ad essere in balia delle scelte che altri prendono per noi.
Il cambiamento in atto, mascherato da crollo del sistema,
in sé non è drammatico se lo vediamo come il crollo di un’illusione
che ci impediva di vedere il mare di abbondanza, come abbiamo visto
nell’ultimo report, in cui siamo immersi e che ci veniva volutamente
occultato.
Diventerà pesante e doloroso invece se ci aggrapperemo a questa
illusione e ci lasceremo travolgere dalle emozioni negative che
inevitabilmente il suo crollo porta con sé.
Diventare un popolo adulto, e qui con popolo non intendiamo solo quello
italiano, ma tutta la popolazione mondiale che sino ad oggi è stata
prigioniera di questo incubo, significa prendere coscienza dei
meccanismi che hanno alimentato l’inganno, comprendere che un altro
mondo è possibile e fare le scelte conseguenti.
A volte è doloroso capire di essere stati raggirati e
indotti a comportamenti che non ci appartengono attraverso la
manipolazione o la propaganda, ma questo è un passaggio indispensabile
per il processo di crescita.
Capire ad esempio il meccanismo della crescita del debito, dei problemi
connessi alla creazione monetaria, alla manipolazione mediatica sui vari
trattati europei, alla consapevolezza della “disgregazione” della
nostra economia messa in atto scientificamente per aumentare la
dipendenza e l’impossibilità di liberarsi da questa schiavitù
mascherata da democrazia è alla base per poter fare delle scelte
consapevoli e accompagnare il cambiamento in atto.
Altrettanto fondamentale è capire che gli “altri”
siano essi terroni, musulmani, yankee, negri, musi gialli, rom,
rumeni e così via, sono solo delle vittime come noi e non sono
nemici, ma compagni di un percorso di crescita che necessariamente
dovremo fare insieme.
Dall’analisi lucida e fredda dei reali meccanismi che sostengono la
scenografia dell’attuale illusione e dramma, si passa alle scelte che
portano le persone a scegliere attivamente quale tipo di vita vivere,
sapendo cosa produce e quali squilibri porta il meccanismo del debito
agganciato alla creazione monetaria si sceglierà di adottare una moneta
che non abbia queste caratteristiche negative, conseguentemente si
porranno le basi per un’economia che non abbia in sé la struttura
della sopraffazione e si ricostruirà il tessuto economico distrutto dal
debito e dalla avidità. Si ricostruiranno le economie locali a partire
dall’agricoltura e si getteranno le basi per una collaborazione
paritaria e leale tra persone, imprese, comunità, stati ecc. dove tutti
si sosterranno a vicenda e non avendo le enormi spese richieste
dall’imponente macchina militare, sanitaria (un altro baluardo
dell’inganno attuale) e del debito, ci saranno risorse in abbondanza
per tutti senza sfruttare persone ed il pianeta.
Altro invece è resistere al cambiamento e aggrapparsi a
questo mondo di cartapesta che crolla. La paura dell’ignoto, il
terrore di affrontare le privazioni che la caduta di questo sistema
porterà inevitabilmente con sé e la rabbia per l’impotenza di dover
subire questa situazione, non potranno che avvantaggiare solo gli
artefici di questo stato di cose, che sfrutteranno la paralisi prodotta
da queste emozioni per costruire un’alternativa che riproponga in sé
tutti gli elementi del vecchio, mascherandoli con una scenografia nuova
e accattivante, ma che non altera la struttura: cambiare tutto per
non cambiare niente.
In pratica quello che è avvenuto in passato con le grandi
rivoluzioni, dove il potere è rimasto saldamente nelle solite mani.
Inutile dire che questo atteggiamento porta solo dolore,
sofferenza, schiavitù ed il perpetuarsi di quegli squilibri che hanno
portato alla situazione attuale e come conseguenza si è destinati a
rimanere per sempre un popolo bambino senza voce in capitolo.
Ovviamente in questa “illusione” ci stiamo ancora immersi fino al
collo perché si ha un mutuo per la casa, si è pensionato o si lavora
in un’azienda che vede i suoi margini ridursi di giorno in giorno e
per questo non è possibile saltare dal treno impazzito in corsa. Quello
che dobbiamo fare è semplicemente renderci conto di ciò che sta
accadendo al di là del rumore di fondo fatto dai media, filtrare ogni
notizia con il proprio discernimento, occuparsi di reperire informazioni
nella rete e soprattutto di non cedere a paura, terrore e rabbia che
come abbiamo visto sono le migliori alleate del potere. Rimanere con i
piedi ben saldi e attuare quelle piccole contromisure per i nostri
risparmi che, nei nostri report e nella mailing list di centrofondi,
abbiamo tante volte detto.
Nel frattempo possiamo iniziare a ricostruire il tessuto
economico, la comunità, attraverso l’uso di una moneta complementare
come quella della Solidarietà ChE Cammina
SCEC che, come Transition Money http://www.centrofondi.it/report/report_05_02_07.pdf
aiuta a superare questa fase di transizione e prepara il terreno
per il nuovo che verrà presto.
La circolazione di questa moneta libera dal debito porta
solo vantaggi a tutti e permette di affrontare con il sorriso gli eventi
futuri. I piani aziendali ad essa collegati, per l’agricoltura e per
le altre imprese, aiuteranno a far intravedere un altro modo di fare
economia.
Un esempio tangibile sono le notizie che arrivano
continuamente dalle “isole” che fanno parte di ArcipelagoSCEC:
in Calabria due scuole, l’Istituto Agrario e il Turistico Alberghiero
di Crotone hanno deliberato di portare avanti, sia dal punto di vista
teorico che pratico, in un percorso formativo per gli studenti, il
progetto Il Sapore del Cuore http://www.centrofondi.it/articoli/Progetto_Buoni_Locali.pdf
.
Questa sera invece a Padova in Veneto http://www.centrostudisalute.org/seratescec.htm
ci sarà la costituzione di ArcipelagoVeneto, mentre a Roma è stato
chiuso un accordo tra un consorzio di produttori agricoli e un grossista
di latte per ristoranti, bar, gelaterie ecc. per la fornitura di latte
da pagare con una percentuale di SCEC e a Napoli si sta lavorando per
l’apertura di vari SCECPoint Market.
Il prossimo 25 e 26 ottobre a Riccione è in preparazione
l’8berSCEC
http://www.centrofondi.it/articoli/8berscec.pdf
il primo meeting nazionale dove l’ormai numeroso e sempre in
crescita gruppo di ArcipelagoSCEC potrà ritrovarsi, conoscersi meglio e
parlare di come aiutarsi reciprocamente a traghettare questo periodo
insieme al meglio e senza drammi.
Questo è l’esempio su come si possa affrontare il cambiamento in
atto senza traumi, ma assecondandolo facendo cultura, preparando i
futuri imprenditori, le persone, le famiglie e le imprese, alla
solidarietà e al futuro che tutti insieme costruiremo, che sarà
sicuramente meglio, e più equo, di quello che abbiamo sperimentato sino
ad oggi.
That’s all folks