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Gli
effetti cancerogeni multipotenti dell’aspartame
Dottor Morando
Soffritti* – tratto da “L’Ecologist italiano” nr.4
L’aspartame è un dolcificante artificiale consumato nel
mondo da oltre 200 milioni di persone. E’ utilizzato in oltre 6000
prodotti, fra i quali bevande light, gomme da masticare, dolciumi,
caramelle, yogurt, farmaci, in particolare sciroppi e antibiotici per
bambini. E’ stato calcolato che la quantità media di aspartame
assunta giornalmente da coloro che ne fanno uso è di circa 2-3 mg/Kg di
peso corporeo e, per quanto riguarda bambini e donne in età di
gravidanza, fino a 4-5 mg/Kg. La quantità giornaliera di assunzione di
aspartame permessa dalle normative vigenti è di 40 e 50 mg/Kg di peso
corporeo, rispettivamente in Europa e negli USA.
Negli anni '70, prima dell'inizio della commercializzazione
dell'aspartame, furono condotti dalle industrie produttrici studi
sperimentali di cancerogenicità su ratti e topi. I risultati di questi
studi complessivamente non evidenziarono la cancerogenicità
dell'aspartame, anche se qualche dubbio fu sollevato da alcuni
componenti della comunità scientifica in relazione alla qualità della
conduzione degli esperimenti ed al fatto che erano stati rilevati alcuni
casi di tumore al cervello tra gli animali trattati con aspartame, e
nessuno fra gli animali di controllo.
Per i limiti di questi studi, e soprattutto per la grande espansione che
ha avuto nel corso degli anni l'uso dell'aspartame, alla fine degli anni
'90
Lo studio, finanziato interamente dalla FER, è stato
programmato su 1800 ratti (900 maschi e 900 femmine) della colonia usata
da oltre 30 anni nei laboratori della Fondazione. Al fine di simulare
un'assunzione giornaliera della popolazione umana pari a 5000, 2500,
500, 100, 20, 4, oppure 0 mg/Kg di peso corporeo, l'aspartame è stato
aggiunto alla dieta standard nelle quantità dovute. Il trattamento
degli animali è iniziato all'età di otto settimane ed è durato fino
alla loro morte naturale. Di ogni animale deceduto è stata fatta
un'autopsia completa ed effettuata una valutazione istopatologica di
tutti gli organi e tessuti prelevati, per un totale di oltre 30.000
preparati esaminati al microscopio.
I risultati dello studio hanno evidenziato che:
1) l'aspartame induce un aumento dose-correlato, statisticamente significativo, dell'incidenza di linfomi e leucemie maligni del rene nei ratti femmine e tumori maligni dei nervi periferici nei ratti maschi. Tale aumento statisticamente significativo è stato osservato anche alla dose di 20 mg/Kg di peso corporeo, una dose inferiore a quella ammessa per l'uomo dalla normativa vigente (50-40 mg/Kg di peso corporeo);
2) l'aggiunta di aspartame al cibo induce una diminuzione dell'assunzione di cibo correlata con la dose del composto, senza però determinare una differenza del peso corporeo tra gli animali trattati e non trattati.
Sulla base di questi risultati viene dimostrato per la prima volta che, sperimentalmente, l'aspartame
è un agente cancerogeno, in grado di indurre tumori maligni nei ratti,
anche a dosi ammesse per l'alimentazione umana. I dati inoltre
dimostrano che l'integrazione della dieta con aspartame non induce
alcuna modificazione dell'andamento del peso corporeo degli animali
trattati rispetto ai non trattati.
I risultati dell'esperimento sono stati comunicati nel corso del 2005
alle autorità di sanità pubblica, nello specifico al Ministero della
Salute e all'Istituto Superiore di Sanità in aprile, in giugno
all'Agenzia Europea per
I primi risultati sono stati pubblicati sul Giornale
Europeo di Oncologia nel giugno u.s. e successivamente, i risultati
finali sono stati presentati alla conferenza internazionale promossa dal
Collegium Ramazzini su “Progettare
il Futuro alla Luce del Passato: Vivere nel Mondo della Chimica"
in Settembre 2005, i cui atti saranno pubblicati sugli Annali
dell'Accademia delle Scienze di New York. Questi risultati finali sono
attualmente in corso di pubblicazione su Environmental
Health Perspectives (marzo 2006), una rivista pubblicata dal National
Institute of Environmcntal Health Sciences del governo USA e che è
classificata tra le prime due riviste scientifiche nel settore delle
scienze ambientali e fra le prime cinque di sanità pubblica.
Considerando che i risultati dei saggi sperimentali
condotti sui roditori sono altamente predittivi dei rischi cancerogeni
per l'uomo, come riconosciuto dall'Agenzia Internazionale di Ricerca sul
Cancro (IARC) dell'Organizzazione mondiale della Sanità, i risultati di
questo studio impongono, da parte degli organi preposti, un urgente
riesame dei livelli di assunzione permissibili dell'aspartame. E
importante inoltre sottolineare che per un agente cancerogeno, non
esiste una soglia al di sotto della quale tale agente può essere
considerato sicuro per l'uomo. Non bisogna inoltre dimenticare che
l'obbiettivo di garantire la qualità degli alimenti è sempre stato
perseguito con particolare attenzione dai legislatori. Negli Stati Uniti
per esempio, dal 1958 è in vigore una norma, conosciuta come
emendamento Delaney, la quale stabilisce che "non
può essere ammesso nessun additivo per l'alimentazione umana in
qualsivoglia quantitativo per il quale appropriati test abbiano
dimostrato che causa l'insorgenza del cancro se somministrato a esseri
umani o animali". Mentre tale norma nel 1996 è stata rivista
nella sua applicazione per quanto riguardo i pesticidi, rimane in vigore
per gli additivi alimentari, compreso quindi l'aspartame.
Il problema della sicurezza dei dolcificanti artificiali è
da tempo noto e la necessità di poter avere conoscenze scientifiche
adeguate è urgente, soprattutto per la diffusione che sempre di più
stanno avendo i beni di consumi ipocalorici. Basti pensare che, secondo
un servizio apparso sul New York
Times il 15 maggio 2005, solo negli Stati Uniti sono stati
introdotti nell'ultimo anno 2.225 nuovi beni di consumo senza zucchero,
una cifra che rappresenta l’11 % di tutti i nuovi prodotti alimentari
immessi nel mercato statunitense. Per questo motivo
* Morando Soffritti è direttore scientifico della
Fondazione Europea di Oncologia e Scienze Ambientali “B. Ramazzini”