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L'arma
troppo terribile per essere usata
Di
Max Zaccardi
In un raccontino di
fantascienza, che credo risalga agli anni '50 (ovviamente del XX
secolo), Isaac Asimov aveva immaginato l'esistenza di un'arma terribile.
Tale arma dissociava la mente dal cervello, lasciando quindi una
carcassa a forma di corpo umano al posto di un essere vivente; in tale
carcassa gli organi involontari funzionavano, ma la volontà non poteva
trasmettere comandi al cervello, pertanto il corpo non poteva
assolutamente fare altro che respirare e pompare sangue, permettendo per
un poco di tempo la propria sopravvivenza, ma nient'altro (non poteva
nemmeno alimentarsi autonomamente). Tale arma era troppo terribile per
essere usata ma purtroppo, a seguito di particolari circostanze, sarebbe
stata utilizzata su alcuni esseri umani (militari), compiendo così un
atto abietto: i colpiti erano poi uccisi per pietà, in quanto lo
spettacolo da loro offerto era semplicemente orribile ed impressionante.
Questa arma così disumana, per fortuna, oggi non esiste, anche se ne
esistono molte altre, parimenti non utilizzate (pensiamo alle armi
atomiche, biologiche e chimiche).
Purtroppo al giorno
d'oggi esiste un'altra arma troppo terribile per essere usata, sebbene
di una tipologia completamente differente: è l'economia.
Nei millenni si sono create
alcune condizioni tali che la sopravvivenza della razza umana nel suo
complesso è ormai strettamente legata all'economia, intesa
nell'accezione più ampia.
Ebbene, in questi ultimi anni le condizioni di sopravvivenza dell'uomo
sono sempre più legate alla disponibilità di beni primari e servizi,
quindi in ultima analisi alla disponibilità di denaro.
Ora facciamo un'ipotesi fantasiosa, ma non più di tanto.
Cosa accadrebbe se la maggior economia nazionale a livello planetario
(gli Stati Uniti d'America) andasse in bancarotta (come è praticamente
avvenuto per l'Argentina)?
Questa possibilità esiste: gli USA hanno 3.000 miliardi di dollari di
debito (circa un terzo del loro PIL annuale) ed altri 1.000 miliardi di
dollari in buoni del tesoro USA nelle mani di investitori esteri
(soprattutto giapponesi e cinesi), che potrebbero essere ritirati in
teoria in qualsiasi momento, producendo difficoltà tali nel bilancio
che potrebbero essere fronteggiate solo con un fortissimo aumento delle
tasse, visto anche che attualmente i contribuenti hanno goduto di forti
riduzioni delle stesse. Ma sia nel caso di forte incremento di tasse
(possibilità da escludere in anni di elezione), sia nel caso di mancato
(o debole) incremento, ci sarebbero problemi. Nel primo caso i
risparmiatori dovrebbero intaccare comunque i propri risparmi
(prevalentemente azioni e fondi) per sopravvivere e far fronte alle
tasse e contemporaneamente alle forti esposizioni (mutui bancari
richiesti in gran quantità). Si produrrebbe così un effetto a catena:
un crollo della borsa, dovuto sia alla necessità assoluta di ritirare
capitali per il proprio sostentamento sia alla conseguente sfiducia
nella borsa come fonte di guadagno, inoltre il conseguente impoverimento
generale (borsa a livelli bassi) produrrebbe anche il conseguente
mancato raggiungimento dei risultati della raccolta fiscale (nella
maggior misura prevista dal governo statunitense, calcolata prevedendo
anche una teorica ripresa economica, che non può verificarsi): le già
scarse tasse pagate da parte dei contribuenti statunitensi al governo
federale, nonostante l'ipotesi di maggiorazione, subirebbero un
decremento, provocando una riduzione del gettito invece del previsto
aumento.
Questo
rischio è stato evidenziato dall'ex ministro del Tesoro Robert Rubin,
forse allontanato per questo dalla carica.
Nel secondo caso (debole o nullo incremento delle tasse), il governo USA
non avrebbe gli strumenti per fronteggiare l'uscita degli investitori
esteri (vendita dei buoni del tesoro), ed ovviamente sul piano interno
le conseguenze precedentemente descritte sarebbero amplificate: si
avrebbe uno Stato in cattive condizioni economiche (che non potrebbe ad
esempio aumentare ulteriormente le spese militari...) e cittadini in
condizioni pessime.
In pratica, l'esigibilità immediata da parte degli investitori esteri
(ma anche interni) dei buoni del tesoro USA produrrebbe comunque effetti
negativi, e potrebbe creare una voragine nel bilancio USA, visto che si
assommerebbe ai citati 3.000 miliardi di dollari (bisognerebbe rendersi
bene conto dell'entità delle cifre in gioco!).
Si produrrebbe una crisi economica che ben presto si propagherebbe dagli
Stati Uniti al resto del mondo, visto che le altre economie non sono in
gran forma e dipendono molto dall'economia egemone degli USA (tutte le
borse cederebbero, sulla scia di Wall Street, provocando effetti
concatenati e rendendo la vita ai cittadini molto più difficile).
Questa sarebbe una terribile arma: contro il crollo dell'economia
mondiale non ci sarebbero difese a buon mercato.
Solo
pochi sopravvivrebbero, e molti tenterebbero di farlo a qualsiasi costo.
La situazione creata è stranamente esplosiva, particolarmente nel
presente contesto geopolitico (terrorismo e relative guerre preventive,
con elevati costi economici e politici).
Tutta la situazione presentata potrebbe addirittura essere stata creata
ad arte, per essere attivata in qualsiasi momento: risulterebbe quindi
premeditata... ma chi l'ha premeditata sa che questa è un'arma troppo
terribile per essere usata... Ma in particolari circostanze... ad
esempio, se il terrorismo internazionale osasse troppo...
E
se, al di là di facili antiamericanismi, il terrorismo fosse
effettivamente, o almeno in parte, ... guidato?