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L'Argentina è in lutto.
Il sottosegretario al commercio, all'uscita da una riunione con il Fondo
Monetario, si impicca all'età di 33 anni.
di Sergio Di Cori Modigliani - http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.com/2011/12/largentina-e-in-lutto-il-ministro.html
Tempi
duri per i puri, non vi è dubbio.
A Montevideo, Uruguay, ieri notte, il sottosegretario alla presidenza e
al commercio nonché l'uomo che sarebbe dovuto essere il prossimo
ministro dell’economia della Repubblica Argentina, Ivan Heyn si è
impiccato nella sua stanza d’albergo, all’Hotel Radisson.
La notizia, indifferente per noi europei, viene vissuta come una enorme
tragedia per tutta l’America Latina e anche in Usa l’evento ha
suscitato un forte impatto.
Per diversi motivi. Tra cui, non ultimo, la giovane età
dell’economista: 33 anni.
Considerato
il padre dell’attuale rivoluzione economica argentina, Ivan Heyn si
trovava a Montevideo per una riunione allargata del Mercosur (sarebbe il
corrispondente in America Latina della Unione Europea) alla quale erano
stati invitati anche i responsabili di Usa e Gran Bretagna. Uscendo da
una riunione ristretta con i delegati del Fondo Monetario
Internazionale, l’economista ha pronunciato la frase “io questo non
lo posso proprio fare”. Da quel momento è sparito e nessuno l’ha più
visto.
Dieci
ore dopo è stato trovato impiccato nella sua suite dell’albergo.
In Argentina gli stanno tributando un enorme cordoglio. Veniva
soprannominato “el economista callejero”,
l’economista di strada, perché proveniva da una famiglia povera,
e nonostante la sua prestigiosa carriera, aveva scelto di rimanere a
vivere nel suo quartiere natìo di Constituciòn, tra i più popolari e
poveri della capitale Buenos Aires, dove era riverito e amato dalla
gente. Si era laureato in economia a 24 anni e, per un caso fortuito, al
bar dell’università, il giorno della laurea, aveva incontrato Maximo,
il figlio primogenito della presidenta Christina Kirchner, con il quale
condivideva il fatto di essere fidanzati con due gemelle. Attivo
militante del gruppo La Càmpora, la frazione più a sinistra del
partito peronista al potere, si era specializzato in macro economia e
aveva accettato una consulenza al ministero dell’economia, diventando
poi consigliere personale della Kirchner.
In seguito, lei stessa aveva fortemente spinto per farlo
accettare dagli anziani del partito dandogli il sottosegretariato al
commercio e indicandolo chiaramente come la figura preminente a cui
affidare nel 2012 il dicastero dell’economia.
Un
anno e mezzo fa, nel corso di una riunione del Fondo Monetario
Internazionale, si era scontrato con Strauss Kahn rifiutandosi di
accettare e seguire le indicazioni del fondo che vedevano con
preoccupazione l’alta inflazione in Argentina (circa il 30%). Post
keynesiano tinto di marxismo, Ivan Heyn –il padre era un intellettuale
libertario tedesco sfuggito alla persecuzione della Stasi nella Germania
dell’est ed emigrato in Argentina nel 1966- aveva lanciato un
ambizioso programma che si è rivelato vincente. “Abbiamo tre nemici:
la povertà dei ceti disagiati, l’impoverimento dei ceti medi, e il
rischio di conflitti sociali interni” aveva sostenuto, varando un
piano economico (bocciato dal Fondo Monetario Internazionale) che
ruotava intorno a un allargamento del welfare, a un massiccio impegno di
sovvenzioni sociali per il rilancio del consumo interno, aumentando le
tasse ai ceti ricchi e abbattendo le aliquote fino a zero a tutti i ceti
imprenditoriali della fascia media a condizione che assumessero almeno
dieci giovani tra i 18 e i 28 anni. In seguito alle sue idee applicate,
l’Argentina è cresciuta nell’ultimo biennio a una velocità del
9,2% l’anno, seconda nel mondo soltanto alla Cina, con
l’abbattimento della povertà, e la disoccupazione che dal 22% è
scesa al 4%. Il prezzo da pagare è stato un incremento altissimo
dell’inflazione, severamente condannato sia dal Fondo Monetario che
dall’Europa. Celebre il suo scontro con il collega tedesco in visita
ufficiale, quando, alla conferenza stampa in televisione, ebbe a dire
“Che cosa me ne importa a me di avere una inflazione al 3% come avete
voi in Europa essendo infelici tutti, se io posso dare felicità alla
mia nazione con una inflazione al 30%? Lo so da me che va abbassata, ho
studiato economia anch’io. Lo faremo. Ma lo faremo soltanto quando ci
saremo ripresi tutti. Non prima. La felicità ha valore soltanto se può
essere condivisa collettivamente, è una teoria economica, questa, e mi
meraviglio che lei che viene dal Primo Mondo non lo sappia. La felicità
per pochi privilegiati, non è vera felicità, è avidità bulimica.
E’ un peccato mortale. Lo sa anche il papa. E noi siamo cattolici”.
E’
molto probabile che non sapremo mai perché si è ucciso.
La sua ultima riunione era relativa al fatto che l’Argentina aveva
denunciato per protezionismo sia gli Usa che la Gran Bretagna sei mesi
fa. Il governo Usa e quello britannico, infatti, hanno bloccato
l’importazione di limoni argentini con la scusa che non rispettavano i
parametri sanitari della Unione Europea. L’Argentina è il primo paese
al mondo produttore di limoni. Gli argentini avevano protestato
sostenendo che si trattava di un trucco dato che la Coca Cola e la
Lipton acquistano in Argentina il 90% dei loro limoni, perché il
rapporto prezzo/qualità è il più competitivo in assoluto al mondo.
E’
in atto, in questi mesi, un furioso scontro tra il Mercosur (Cile,
Bolivia, Argentina, Brasile, Paraguay, Venezuela, Perù, Uruguay,
Ecuador) e l’Europa. I sudamericani hanno apertamente accusato
l’Unione Europea “di essersi venduta ai cinesi facendo passare un
discorso sulla quantità a scapito della qualità” e gli argentini si
sono dichiarati orgogliosi di essere l’unico paese al mondo che in
Cina esporta senza importare nulla. L’Argentina, infatti, vende il 95%
della propria soja (è il primo produttore al mondo) alla Cina. Inoltre,
in Argentina, la Cina viene presentata al pubblico come un paese
fascista,.
Una
gigantesca campagna pubblicitaria progresso voluta proprio da Heyn, nel
2009, verteva proprio su quest’aspetto, contestata dagli Usa e dalla
Germania che sostenevano violasse i principii democratici della
convivenza esaltando il razzismo. Gli argentini se ne sono fregati. La
campagna ruotava tutta intorno allo slogan “i cinesi sono tanti ma le
loro merci valgono davvero molto poco: meglio acquistare merci
argentine. Siamo pochi ma ciò che produciamo vale molto”.
In tutto il Sudamerica hanno deciso una giornata di lutto nazionale, per
ricordare il più giovane economista mai assurto al rango di ministro
dell’economia nella martoriata storia del territorio latino del
continente americano.
Che riposi in pace