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Kirchner
dice ciao al FMI
Tratto
da Movisol http://www.movisol.org/znews110.htm
«Eravamo
tormentati da coloro che dicono che bisogna pagare prima le banche e poi
la popolazione. Abbiamo dimostrato fermezza e siamo riusciti a
costringere coloro che avevano saccheggiato il paese a cedere», ha
affermato il presidente argentino Nestor Kichner alla gigantesca
manifestazione tenutasi a Plaza de Mayo di Buenos Aires il 25
maggio per celebrare l’Indipendenza. «Quando entrai in carica si combatteva secondo per secondo, adesso si
combatte minuto per minuto, ma il cambiamento nel paese sta diventando
sempre più profondo», ha detto il presidente ai 350 mila
manifestanti provenienti da ogni parte del paese e di appartenenza
politica diversa.
I nemici sinarchisti dell’Argentina si
sono lamentati del fatto che la popolarità crescente del presidente
rappresenta una minaccia alla democrazia, e portano proprio ad esempio
questa manifestazione che secondo loro sarebbe stata orchestrata come un
comizio pre-elettorale, tanto che alcuni manifestanti issavano il
cartello “Kirchner nel
Durante il discorso a Plaza de Mayo,
Kirchner si è rivolto «a tutti
quegli argentini che, guardando oltre le piccole questioni, vogliono
costruire una patria diversa» affinché uniscano le forze per
costruire «l’Argentina della
giustizia e della dignità». Facendo di nuovo riferimento
all’orrore dei 30 mila desaparecidos e alle altre atrocità subite
dall’Argentina, Kirchner ha detto che ora la popolazione è tornata a
Plaza de Mayo per farne la piazza delle ricostruzione e del perdono.
Quando ottenne l’incarico tre anni fa,
il paese era allo sbando, ha ricordato Kirchner. «Avevamo
il 60% della popolazione nella povertà, il 26% nella disoccupazione e
quasi il 30% nell’indigenza. L’Argentina sembrava crollare, ma con
la forza di gente onesta e per bene di questo paese abbiamo iniziato la
ricostruzione». Il paese era perseguitato dai debiti, da settori
privilegiati decisi a non cedere un millimetro, da coloro secondo cui le
banche vengono prima della popolazione. «Con
il vostro sostegno abbiamo potuto costruire un’Argentina diversa.
Abbiamo ottenuto una storica cancellazione di 100 miliardi di dollari di
debito privato. Per la prima volta nella storia noi argentini abbiamo
potuto vincere la battaglia e costringere chi saccheggiava il paese a
cedere, e abbiamo risparmiato 70 miliardi di dollari».
Kirchner si riferisce ai titoli del
debito pubblico, che Buenos Aires aveva venduto sul mercato a condizione
formale che essi non fossero venduti al dettaglio, e cioè non fossero
girati dalle banche ai risparmiatori. Se ciò è avvenuto, come nel caso
dei risparmiatori italiani, non è colpa del governo argentino.
In mezzo agli applausi Kirchner ha
aggiunto: «Da
questa Plaza de Mayo io dico formalmente ‘ciao’ al Fondo Monetario
Internazionale. L’Argentina ha pagato il suo debito. Non dipende più
dal FMI».
«Gli
sforzi quotidiani contro questi interessi sono impegnativi. Essi possono
cedere un momento ma cercano sempre di riprendere l’iniziativa. Per
questo chiedo al popolo argentino di aiutarmi. Unitevi a me nel
combattere questa battaglia di cui l’Argentina ha bisogno. Se le cose
vanno bene per l’Argentina andranno bene anche per i lavoratori, per i
ceti medi, per gli imprenditori del paese, per chiunque è parte della
Patria». E issando con onore e dignità la bandiera
dell’Argentina “noi issiamo la bandiera dell’America Latina”.