- Pagine personaggi

Un anno di imbrogli
di Naomi Klein – tratto da «Internazionale» 16 gennaio 2004

E’ vietato pensare e guidare nello stesso momento. Questo è il messaggio spedito dall’Fbi a migliaia di agenti di polizia alla vigilia di Natale. L’allerta invitava i poliziotti a fermare gli automobilisti per infrazioni del codice stradale e ad approfondire le indagini su chi aveva con sé un annuario o un almanacco. Perché gli annuari?
Perché sono pieni di fatti: dati demografici, previsioni meteorologiche, schemi di edifici. E secondo l’Fbi Intelligence Bulletin i fatti sono armi pericolose nelle mani dei terroristi, che li possono usare come “ausili nella scelta dei bersagli e nella pianificazione pre-operativa”. Ma in un mondo pieno di fatti e dati potenzialmente letali sembra immotivato scegliere i lettori di annuari come obiettivo per le vessazioni della polizia.
Come evidenzia il direttore del World almanac and book of facts, “è il governo il nostro principale fornitore di informazioni”.
L’inserimento degli annuari nella lista nera è stata una fine adeguata per il 2003, un anno in cui è stata dichiarata una guerra aperta alla verità e ai fatti e in cui si sono celebrati falsi e imbrogli di ogni tipo. E’ stato l’anno in cui la falsificazione ha imperversato: false giustificazioni per la guerra, un falso presidente vestito da falso soldato che ha dichiarato una falsa fine delle ostilità e poi ha sollevato un falso tacchino. Una star dei film d’azione è diventata governatore e il governo ha cominciato a girare dei film d’azione, facendo recitare soldati reali come Jessica Lynch nel ruolo di falsi eroi di guerra e facendo vestire i giornalisti al seguito come falsi soldati. Persino Saddam Hussein ha avuto una parte nel grande spettacolo: ha recitato nel ruolo di se stesso catturato dai soldati americani. E’ il falso dell’anno, se si crede allo scozzese Sunday Herald e a molte altre agenzie di stampa, secondo cui era stato in realtà catturato dalle forze curde.

Nel 2003 non abbiamo abbracciato solo la falsificazione e il raggiro, ma anche punito chi ha detto la verità. Il prezzo più alto l’ha pagato David Kelly, l’esperto di armi del governo britannico che si è ucciso dopo essere stato indicato come la fonte di un servizio della Bbc su come Londra ha reso più “attraenti” le prove sugli armamenti iracheni. Katharine Gun, dipendente dei servizi britannici, rischia fino a due anni di carcere per aver rivelato il progetto statunitense di spiare i diplomatici dell’Onu per influenzare il voto del Consiglio di sicurezza sull’Iraq. E negli Usa Joseph Wilson, che ha detto chiaramente che non ci sono prove dei presunti viaggi di Saddam in Africa per acquistare uranio, è stato punito per procura: la moglie, Valerie Plame, è stata smascherata come agente della Cia con una procedura illegale.
Se nel 2003 la verità non ha pagato, mentire certamente sì.
Chiedetelo a Rupert Murdoch. Secondo uno studio realizzato a ottobre, quando si tratta della guerra in Iraq i telespettatori della sua Fox News sono le persone più disinformate in America. L’80 per cento del pubblico di questo canale credeva che in Iraq fossero state trovate armi di distruzione di massa, che ci fossero le prove di un legame tra l’Iraq e al Qaeda o che l’opinione pubblica mondiale sostenesse la guerra.

Il 19 dicembre la Commissione federale sulle comunicazioni (Fcc) ha dato a Murdoch il diritto di acquistare la più grande emittente satellitare statunitense, DirectTv. Il voto dell’Fcc si è svolto cinque giorni prima del comunicato dell’Fbi sugli annuari, e i due episodi possono essere meglio compresi insieme: se i libri che ti riempiono il cervello di fatti fanno di te un potenziale terrorista, i magnati dei media che ti riempiono il cervello di fesserie sono invece degli eroi che meritano grandi ricompense.

Verità importanti e fatti elementari
Quando Bush è entrato in carica molti credevano che la sua ignoranza sarebbe stata la sua rovina. Alla fine gli americani avrebbero capito: un presidente che si riferiva all’Africa come “una nazione” era incapace di comandare. E ora ci diciamo: se gli americani sapessero che gli hanno mentito, di certo si ribellerebbero. Ma non sono più convinta che l’America possa essere liberata solo con la verità. In molti casi sono prevalse versioni falsificate degli eventi anche quando la verità era facilmente disponibile.
La vera Jessica Lynch – che ha raccontato:”Nessuno mi ha picchiato, nessuno mi ha schiaffeggiato, nessuno, niente” – ha dimostrato che non c’era alcuna corrispondenza con la sua sosia creata dai giornalisti e dall’esercito, mostrata mentre viene presa a schiaffi dai crudeli carcerieri nel film dell’Nbc Saving Jessica Lynch.
Anziché essere spodestato per il suo rapporto problematico sia con le verità più importanti sia con i fatti più elementari, Bush sta attivamente rifacendo l’America a immagine della sua ignoranza e doppiezza. Non solo va bene essere disinformati ma, come dimostra l’allarme sugli annuari, conoscere i fatti sta diventando rapidamente un crimine.

 
www.disinformazione.it