Intervista a Alberto Mondini,
autore de "Kankropoli"
di Marcello Pamio
D: Gentile Alberto Mondini racconti
brevemente a tutti i lettori la sua disavventura legale, partendo però
dalla sua Associazione per la Ricerca e Prevenzione dal Cancro. Cos'è, e
soprattutto qual è il fine dell'ARPC?
R: L'ARPC è un'associazione no-profit fondata e
regolarmente registrata il 20-2-1992. Nel suo statuto gli scopi sono così
enunciati: "Effettuare la ricerca, la diffusione, la promozione e la
pratica di conoscenze e tecniche non-mediche atte alla conservazione o
ripristino della salute fisica e mentale, cioè di quelle conoscenze e
tecniche che attualmente non vengono insegnate nei corsi di laurea in medicina
e nei corsi di specializzazione universitari. Occuparsi principalmente della
prevenzione e guarigione dei tumori".
In quanto alla mia ultima disavventura
giudiziaria, il racconto può essere molto breve. Il 7 marzo 2002, a causa di
alcuni energumeni che erano entrati negli uffici dell'ARPC (io non ero
presente), viene chiesto l'intervento dei carabinieri. Due agenti arrivano
dopo pochi minuti e, invece di identificare ed allontanare i violenti, mettono
i sigilli alla porta dei locali per sequestro e mandano la pratica alla
magistratura, che convalida il provvedimento. Accusa: associazione a
delinquere finalizzata alla truffa. A questo punto io mi son trovato a dover
pagare migliaia di euro al mese senza poter procedere alla consueta raccolta
fondi; in caso contrario avrei potuto subire un arresto cautelativo per
reiterazione del reato. A fine gennaio scorso (dopo 11 mesi!) le accuse
vengono archiviate, in quanto non è stato trovato alcun elemento che
possa sostenerle.
D: Il
suo libro "Kankropoli", che personalmente trovo eccezionale, ha
praticamente scatenato e lanciato all'opinione pubblica il caso Di Bella. Oggi
sappiamo come il professore modenese e il suo "pericoloso Metodo"
sono stati boicottati in tutte le maniere: farmaci scaduti, pazienti allo
stadio terminale, protocolli bloccati dopo pochi mesi, ecc.
Lei pensa che il problema giuridico che ha
avuto lei e l'Associazione ARPC sia in qualche maniera riconducibile al libro?
O più precisamente riconducibile a Di
Bella?
R: Sono e sono sempre stato un "tipo
scomodo", come mi ha definito un giornalista della Stampa. Purtroppo ho
sempre cercato di ragionare con la mia testa e di sentire cosa suggeriva la
mia coscienza, e non mi sono mai fatto inquadrare; questo non piace alle
istituzioni e alle varie lobbies. L'ARPC e Kankropoli sono state due
prese di posizione, forse le mie più forti, che non sono
"piaciute" in particolar modo e che, quindi, hanno attirato gli
attacchi. Il ruolo che Kankropoli ha avuto nel far scoppiare il caso Di Bella
è certo un'aggravante. Io sono classificato tra gli "amici di Di
Bella" (v. il libro su Di Bella degli Editori Riuniti).
D: Se
non è così quali sarebbero le vere motivazioni, se ce ne sono naturalmente,
che hanno fatto partire l'azione giudiziaria con tutto quello che ne consegue?
Dava fastidio a qualcuno, a qualche organizzazione medica?
R: Certo che dò fastidio alla lobby
medico-farmaceutica! So che nell'ambiente del potere medico Kankropoli è ben
conosciuto e viene sussurrato in segreto. In pubblico non ammetterebbero mai
di conoscerlo. La loro prima regola su questi argomenti è: "Non
parlarliamone, ignoriamolo e facciamo in modo che tutti lo
ignorino".
D: Il
cancro è una malattia molto, molto redditizia. Questa cinica affermazione è
inconfutabile: dietro i tumori si nascondono interessi economici enormi. Secondo
lei, perché la medicina ufficiale non vuole, e fa di tutto per impedire che
vengano alla luce, questi rimedi alternativi? Semplicemente perché sarebbero
controproducenti per le casse, oppure perché la salute delle persone viene
prima di tutto, e pertanto vogliono garantire la sicurezza nella cura?
R: Perché sarebbero controproducenti per le
casse. Questo affermazione è assolutamente vera, ma non è completa. Ci sono
anche fortissimi interessi personali di potere e di prestigio, oltre che
economici, nel campo universitario e della ricerca. Ci sono delle persone, in
questi ambienti, la cui cialtroneria sconfina spesso con un comportamento
criminale. Spesso possiedono un quoziente d'intelligenza mediocre e una
competenza dilettantistica. La ricerca è un pozzo senza fondo in cui vengono
gettati milioni di euro in quantità senza che, per legge, sia minimamente
richiesto alcun risultato concreto. Questa è una logica da manicomio, dal mio
punto di vista; ma da parte dei ricercatori è una pacchia, è l'albero della
cuccagna, è il paese dei balocchi! Pensate un po': "ti dò dei soldi, ma
se non produci niente, non ti preoccupare: il prossimo anno te ne darò
ancora". Anzi, meno si "scopre", più fondi vengono assegnati;
perché ciò vuol dire che il problema è molto difficile, ci vogliono più
mezzi, ecc, ecc, ecc.....
D: E'
d'accordo con quei ricercatori sempre più numerosi che propongono alla
medicina allopatica di cambiare totalmente strada nella cura del cancro,
comprendendo che il cancro non è un virus e neppure un agente
eziologico esterno, ma un qualcosa che nasce e cresce dentro, qualcosa di
nostro?
R: Sono d'accordo che la medicina deve cambiare
totalmente strada. Se però si intende "qualcosa di nostro" come
qualcosa che ha a che fare con le ricerche sul genoma, direi che siamo ancora
fuori strada. Il grande tradimento della medicina è cominciato quando i
medici hanno iniziato a considerare l'uomo come un corpo, invece che uno
spirito che abita un corpo. Da lì gli errori sono venuti a valanga.
D: Non
è assolutamente vero che il cancro è stato sconfitto! Eppure i
"luminari" della scienza medica durante le interviste si accaparrano
arrogantemente il diritto di affermare ciò. La verità è che moltissime
persone muoiono e stanno morendo di questo male, tantissime di loro seguiranno
fiduciose le pratiche terapeutiche chimicamente devastanti della medicina
ufficiale, altri imboccheranno strade alternative. Vi
saranno risultati positivi e nefasti da entrambe le parti, come lo spiega?
Destino, fatalità o forse non è importante
in sé quale rimedio si scelga, ma semmai come lo si fa: in una parola
l'atteggiamento?
R: Direi che la cosa più importante è trovare
un naturopata competente.
D:
Adesso Mondini, cosa ha intenzione di fare, ora che la giustizia ha fatto il
suo corso? Continuerà a portare avanti l'associazione o mollerà tutto?
R: Ora devo rimettere a posto la mia vita dopo
la bufera. Dato che devo ancora pagare 25.000 euro di debiti dell'ARPC,
causati delle indagini giudiziarie, e dato che non vivo di rendita, dovrò
darmi da fare. Per il momento continuo a dare assistenza ai pazienti che si
rivolgono a me; cercherò poi (a pie' pagina trovate già una prima
iniziativa) di ricostruire l'ARPC con una struttura più
"leggera"; inoltre sto cercando di riunire molte associazioni
italiane in unico movimento anti farmaceutico e anti psichiatrico e, forse, in
un partito politico: l'inizio è già piuttosto promettente.
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al cancro (www.aerrepici.org).
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e seguite le istruzioni.
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riceverà 2 lire.
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