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L’A.I.D.S.
di Bush
Di
Naomi Klein* – tratto da «Internazionale» nr.509 – 10
ottobre 2003
Si pensava che la
lotta all’Aids dovesse mostrare il lato più morbido di George W. Bush.
«Di rado la storia ha offerto un’occasione migliore di fare così
tanto per così tante persone», ha detto a gennaio nel suo discorso
sullo stato dell’Unione. Da allora ci ha ripensato, decidendo invece
di offrire altre ghiotte occasioni ai soliti, pochi privilegiati. Prima
ha affidato la guida del progetto Global Aids a un boss dell’industria
farmaceutica, poi si è rimangiato la promessa di concedere tre miliardi
di dollari per la lotta contro l’aids, e ora potrebbe sabotare un
piano per inviare farmaci a basso costo ai paesi devastati dalla
malattia.
In agosto l’Organizzazione
mondiale del commercio ha annunciato un nuovo accordo sui brevetti
farmaceutici che in teoria avrebbe dovuto dare ai paesi poveri il
diritto di importare farmaci generici. Ma gli Stati Uniti sono riusciti
a imporre tante di quelle condizioni che l’accordo, da una semplice
dichiarazione di 52 parole, è diventato un guazzabuglio di 3200 parole,
piene di ostacoli e forche caudiche. E’ forse per questo che Harvey
Bale – direttore generale della Federazione internazionale delle
associazioni dei produttori farmaceutici – che si era opposto
all’accordo, ha detto alla Reuters che i nuovi emendamenti hanno
prodotto un «testo abbastanza equilibrato» che «fa chiarezza».
Il Canada contro Washington
Ma ora sta avvenendo qualcosa di nuovo. Sotto forti pressioni dell’Onu
e di attivisti della lotta contro l’aids, il governo canadese sta
cercando di applicare l’accordo della WTO. E a settembre ha annunciato
di voler emendare la legislazione nazionale sui brevetti per consentire
la produzione di versioni generiche di farmaci brevettati, solo per
l’esportazione nei paesi poveri. I gruppi africani impegnati nella
lotta all’aids hanno salutato il piano come una svolta, soprattutto se
incoraggia altri paesi a sospendere le protezioni dei brevetti per
esportare farmaci generici nei paesi che ne hanno bisogno. (…)
Improvvisamente Harvey Bale non è più contento. L’accordo che prima
elogiava adesso è un «vicolo cieco», una «operazione di facciata» e
una «macchia per il Canada». Bale ha tirato fuori tutti i miti
preferiti dell’industria farmaceutica: all’Africa non servono
farmaci a basso costo, ma infrastrutture (ha bisogno di entrambi); le
grandi case hanno già tagliato i prezzi per competere con i farmaci
generici (le versioni di marca scontate costano almeno il doppio );
indebolire i brevetti ridurrà gli utili e quindi gli incentivi a fare
ricerca (l’Africa incide appena per l’1 per cento nei 400 miliardi
di dollari di vendite totali dell’industria farmaceutica)
Ora che la lobby farmaceutica ha fatto conoscere la sua opposizione,
tutti gli occhi sono puntati su Washington. Gli Stati uniti cercheranno
di bloccare l’iniziativa canadese? E se sì, come? Funzionari canadesi
dicono di temere che l’arma dell’amministrazione Bush saranno alcune
clausole dell’Accordo di libero scambio nordamericano.
Ai governi che stanno pensando di aderire all’Area di libero scambio
delle Americhe (Alca) dovrebbero fischiare le orecchie. Le protezioni
dei brevetti nella bozza di accordo dell’Alca sono ancora più severe
di quelle previste dal Nafta; se fossero adottate, come spera
l’amministrazione Bush, gli USA potrebbero bloccare le esportazioni di
farmaci a basso costo in tutte le Americhe. In altre parole,
l’amministrazione sta preparando accordi commerciali bilaterali e
regionali per minare qualsiasi tentativo dei paesi poveri di esercitare
i loro diritti nell’ambito multilaterale. Il Canada potrebbe anche
opporsi a Washington, ma non è detto che Ottawa se la senta di dare
battaglia.
La strategia di Bush ora è meno ambigua. I tre miliardi di dollari
promessi sono stati ridotti a due miliardi, forse meno. E il 3 ottobre
il Senato ha approvato la decisione del presidente di nominare come
responsabile del suo progetto Global Aids Randall Tobias, ex
amministratore delegato del gigante farmaceutico Eli Lilly, socio
fondatore del gruppo di industrie che guidano l’attacco contro il
piano canadese. Sarebbe un po’ come se l’amministratore delegato di
Exxon Mobil guidasse il programma del governo per promuovere l’energia
solare. L’amministrazione insiste nel dire che Tobias, che si tiene le
sue azioni Eli Lilly, non userà l’incarico per eseguire gli ordini
della grande industria farmaceutica e sosterrà invece l’uso dei
farmaci generici se sono più economici.
Il primo banco di prova sarà vedere se Randall Tobias si unirà al suo
amico Harvey Bale nel dichiarare guerra a un’iniziativa che potrebbe
salvare milioni di vite.