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Capitolo IV del libro "DITTATURE: la storia occulta"
Dittatori
in Europa: L'ascesa di Aldolf Hitler
Dal libro:
"DITTATURE: la storia occulta"
D.ssa Antonella Randazzo
ORDINA
IL LIBRO
La democrazia
occidentale nelle sue attuali caratteristiche, è una forma diluita di
nazismo o fascismo. Al più è un paravento per mascherare le tendenze
naziste e fasciste dell'imperialismo. Perché oggi vi è la guerra, se
non per la brama della spartizione delle spoglie del mondo?
Mohandas Gandhi
I governi europei, mossi dall'avidità e dal desiderio di
potere, hanno commesso parecchi crimini e genocidi. Hanno massacrato
senza pietà milioni di nativi americani, di africani, di asiatici e di
australiani. Ad esempio, gli Herero
della Namibia vennero avvelenati o impiccati dalle autorità della
Germania imperiale, che li considerava "bestie". Gli inglesi
fecero lo stesso con molte popolazioni africane ed asiatiche, non
esitando a torturare, a violentare e ad umiliare gli indigeni. I campi
di concentramento, con tutte le loro mostruosità, nacquero alla fine
del XIX secolo, e si moltiplicarono segretamente durante tutte le
guerre.
I crimini commessi da Hitler
avevano tratto ispirazione da progetti criminali già realizzati da
inglesi e americani. Per molti anni ci hanno fatto credere che il
nazismo fosse dovuto a ragioni storiche non prevedibili, e che le
responsabilità dei crimini nazisti e della guerra fossero
esclusivamente sulle spalle di Hitler e dei gerarchi nazisti. Oggi è
possibile provare che l'ascesa al potere di Hitler e la successiva
preparazione alla guerra furono organizzate e finanziate dall'élite
economico-finanziaria britannica e americana.
Nel giro di pochi anni, meno di venti anni,
I partiti social-comunisti tedeschi erano fra i più forti
in Europa, e la classe operaia tedesca era assai determinata. I
sindacati avevano centinaia di migliaia di iscritti. Gli operai tedeschi
avevano una chiara coscienza dei loro diritti, e sapevano come poterli
difendere. Ad esempio, nel 1922, gli operai delle officine Krupp, rifiutarono l'offerta di acquistare delle azioni, e
motivarono la loro scelta dicendo: "L'introduzione
di queste azioni non può che nuocere agli operai... lo spirito di
solidarietà, che solo può assicurare l'avvenire delle classi
lavoratrici, sarebbe considerevolmente indebolito dal fatto che alcuni
operai si trovino ad avere gli stessi interessi dei padroni."[1]
Negli anni Trenta, il partito comunista e la
socialdemocrazia erano la forza più potente della Germania. Alle
elezioni del 1930, il partito di Hitler ebbe sei milioni e mezzo di
voti, mentre il partito comunista ottenne 4 milioni e mezzo di voti e la
socialdemocrazia 8 milioni e mezzo. I due partiti (socialdemocrazia e
partito comunista) se messi insieme avrebbero potuto facilmente
sconfiggere il nazismo. Ciò nonostante, nel 1933, Hitler giunse al
potere, e si vantò di averlo fatto "senza rompere un vetro".
Ciò accadde perché gli stalinisti tedeschi preferirono allearsi
segretamente con i nazisti, per far cadere il governo socialdemocratico.
Uno dei comunisti tedeschi, Jan
Valtin, raccontò:
“Fu un’alleanza bizzarra, mai proclamata ufficialmente, né
riconosciuta dalla burocrazia rossa né da quella marrone, ma comunque
un fatto orribile. Molti dei militanti di base del partito resistettero
ostinatamente; troppo disciplinati per denunciare apertamente il
comitato centrale, essi intrapresero una silenziosa campagna di
resistenza passiva, se non di sabotaggio. Tuttavia gli elementi
comunisti più attivi e fedeli, io fra loro, andarono oltre con energia
per trasformare quest’ultimo Parteibefehl [ordine del partito] in
azione. Si concordarono tregue temporanee e unione delle forze da parte
dei seguaci di Stalin e di Hitler allorquando scorgevano l’occasione di fare
irruzione e interrompere assemblee e manifestazioni del fronte
democratico. Durante il solo 1931, partecipai a decine di queste imprese
terroristiche d’intesa con i più feroci elementi nazisti. Io e i miei
compagni seguivamo semplicemente gli ordini del partito. Descrivo di
seguito alcune di queste imprese per qualificare questa alleanza Dimitrov-Hitler
e per illustrare ciò che stava accadendo per tutta
Nella primavera del 1931, il sindacato socialista dei trasporti aveva
indetto un’assemblea dei delegati navali e portuali di tutti i
principali porti della Germania occidentale. Il congresso si svolse
nella Camera del Lavoro di Brema. Era aperto al pubblico e i lavoratori
furono invitati ad ascoltarne lo svolgimento. Il partito comunista mandò
un messaggero alla sede del partito nazista, con la proposta di sabotare
insieme la conferenza sindacale. Gli uomini di Hitler acconsentirono,
come facevano sempre in quei casi. Quando si aprì il congresso, le
gallerie erano piene di due o trecento comunisti e nazisti. Io ero
responsabile dell’operazione per il partito comunista e un turbolento
capo squadrista, di nome Walter
Tidow, per i nazisti. In meno di due minuti, ci eravamo accordati
per il piano di azione. Appena la conferenza dei socialdemocratici fu
ben avviata, mi alzai e lanciai uno sproloquio dalla galleria.
Dall’altra parte della sala Tidow fece la stessa cosa. I delegati
sindacali rimasero all’inizio senza parole. Poi il relatore diede
ordine di cacciare i due facinorosi, io e Tidow, dal palazzo. Ci sedemmo
tranquilli, guardando con derisione le squadre di grossi sindacalisti
avanzare verso di noi con l’intenzione di cacciarci fuori. Ci
rifiutammo di spostarci. Appena il primo delegato sindacale ci toccò, i
nostri seguaci si alzarono e scoppiò un pandemonio. I mobili vennero
distrutti, i partecipanti picchiati, la sala trasformata in un
mattatoio. Raggiungemmo la strada e ci sparpagliammo prima che
arrivassero le ambulanze e i Rollkommandos della polizia. Il giorno
dopo, sia la stampa nazista che quella del nostro partito raccontarono
in prima pagina di come i lavoratori ‘socialisti’, esasperati dalle
‘macchinazioni’ dei propri leader corrotti, avevano dato loro una
bella “strigliata proletaria.[2]
Grazie a queste strategie, gli operai tedeschi si trovarono
soggetti al potere nazista. Salito al potere, Hitler distrusse tutte le
organizzazioni operaie. Coloro che avevano difeso gli ideali comunisti e
socialdemocratici finirono nei campi di concentramento. Gli stalinisti
avevano visto nella socialdemocrazia un pericolo maggiore del nazismo, e
avevano rinunciato a difendere gli interessi degli operai in nome di un
presunto pericolo che si instaurasse la "democrazia borghese".
Fu così che nel gennaio del 1933 Hitler poté impadronirsi del potere
in un paese che aveva il partito comunista più forte in Europa dopo
quello russo. Stalin e i suoi compari avevano tradito anche gli operai
tedeschi.
Chi era davvero Hitler e perché proprio lui è stato messo
al potere?
La "missione" di Hitler inizia nel 1919, quando venne
incaricato dall'esercito di controllare e spiare l'operato dei
socialisti e dei comunisti. L'incarico gli venne dato grazie alla
raccomandazione di un suo vecchio amico, Ernst
Ròhm, un soldato di ventura che godeva della simpatia degli
ufficiali grazie alla sua abilità di arruolare giovani tedeschi nelle
S.A. Egli venne assunto nel reparto detto "di chiarimento",
che aveva l'incarico di controllare l'attività dei gruppi politici
radicali, in particolare comunisti e socialisti. In questa sua
"attività" incontrò Anton Drexler che lo inviterà ad unirsi al Partito dei lavoratori
tedeschi, che, nonostante la denominazione, era un gruppo che si
opponeva e cercava di contrastare il potere delle classi inferiori. La
sua ambizione lo spingerà ad aderire. Successivamente scriverà:
“Io non avevo l’intenzione di iscrivermi a un partito già costituito,
desiderando fondarne uno per conto mio... Io ero povero, senza mezzi. E
se ciò era forse la cosa più lieve da sopportare, più grave però era
il fatto che appartenevo al gregge degli anonimi, a quei milioni di
individui che il destino lascia vivere e poi richiama dalla vita, senza
che la loro esistenza sia comunque presa in considerazione da qualcuno.
S’aggiunga a ciò la difficoltà che nasceva dalla mia mancanza di
istruzione scolastica. Dopo due giorni di tormentosi pensieri, giunsi
finalmente alla convinzione che quel passo era necessario. Fu questa la
decisione più importante della mia vita. Da quel momento, io non potevo
più tornare indietro”.[3]
Hitler mostrerà eccellenti capacità organizzative e di
propaganda. Il suo primo discorso in pubblico lo esaltò: "Parlai
per trenta minuti. E ciò che prima era una semplice convinzione mai
controllata, divenne ora una realtà: sapevo parlare in pubblico!”[4]
Da allora le sue energie saranno utilizzate per accrescere questa abilità.
Secondo Dietrich
Eckart,[5]
Adolf Hitler era l'uomo giusto per imporre alla Germania il potere dell'élite
ricca, che avrebbe dominato occultamente:
“Abbiamo bisogno di un camerata che ci sia Capo... un camerata che sappia
sopportare il crepitio della mitragliatrice. La plebaglia ha bisogno di
sentire la paura, tanto da farsela sotto. Non possiamo servirci di un
ufficiale, perché il popolo non rispetta più gli ufficiali. La
migliore soluzione sarebbe un operaio che sappia parlare... A costui non
occorrerebbe molto cervello... E dovrebbe essere scapolo, così potremmo
avere dalla nostra le donne”.[6]
Secondo lo storico Emil
Ludwig Fackenheim, Hitler era semplicemente un attore:
“Non credo che conoscesse la differenza fra recitare e credere... prima
dei comizi, Hitler si atteggiava di fronte allo specchio. Era un uomo
che veniva considerato un signor nessuno quando nella vita privata si
trovava in compagnia di persone qualsiasi, soprattutto donne. Diventava
un dio davanti alle masse. L’Hitler pubblico, era una creazione a cui
collaboravano insieme l’attore e l’uditorio... Ovviamente è
sconvolgente pensare che sei milioni di ebrei siano stati assassinati a
causa di un attore”.[7]
Si trattava semplicemente di recitare la parte del
personaggio capace di incantare le masse per soggiogarle. Hitler era
caratterizzato da un'enorme ambizione, che si era alimentata nel tempo a
causa delle frustrazioni che aveva subito nelle attività in cui si era
cimentato.
Anche l'antisemitismo era per Hitler un modo per attrarre consensi. In
seguito alla pubblicazione del libro di Henry Ford The international
Jew (L’ebreo internazionale, 1921), l'antisemitismo aveva fatto
presa su molti tedeschi. Il libro venne stampato in mezzo milione di
copie e tradotto in sedici lingue. Nella pubblicazione, Ford sosteneva
che "il potere del parassita
ebreo è costantemente aumentato. Il pericolo ebraico, che oggi si
chiama sionismo, minaccia non solo una nazione, ma tutta l'umanità".
Il libro fu la bibbia di tutti gli antisemiti, compreso
Hitler. L'antisemitismo era molto radicato nella cultura europea e
americana. Ad esempio, il presidente George
Washington aveva messo in guardia più volte sul "pericolo
ebraico": "Essi [gli
ebrei] lavorano più efficacemente
contro di noi delle armate nemiche. Essi sono cento volte più
pericolosi per le nostre libertà e per la grande causa in cui siamo
impegnati ... Ciò di cui dobbiamo biasimarci più di tutto è che ogni
stato, già da tempo, non li ha messi alle strette in quanto flagelli
della società e più grandi nemici che abbiamo per la felicità
dell’America".[8]
Sempre più intellettuali, giornalisti e persone comuni
europee e americane, in seguito a massicce campagne denigratorie, furono
propensi a vedere negli ebrei un "pericolo" per il mondo. Gli
ebrei venivano descritti dalla propaganda antisemita come avidi,
crudeli, e capaci di ordire complotti segreti. Iniziarono a circolare
vignette che li rappresentavano come mostri orrendi e ributtanti. Hitler
non aveva creato l'antisemitismo, ma lo aveva ripreso dai personaggi che
egli ammirava, per riproporlo in modo vigoroso. Egli considerava Ford
come una grande persona, e teneva una sua foto nel suo studio.
Secondo alcuni studiosi, Hitler fu mentalmente fuorviato anche nelle
rischiose operazioni belliche che intraprese. Come raccontò Joachin
Von Ribbentrop a Norimberga, Hitler e i gerarchi nazisti (lui
compreso) erano convinti che l'accordo con l'Urss (Molotov-Ribbentrop)
avrebbe permesso alla Germania di espandersi senza rischiare alcuna
guerra con
L'élite ricca inglese e americana aveva aiutato Hitler a
salire al potere e ad armarsi. I piani economici e finanziari della
Germania nazista non erano sotto la supervisione di Hitler, ma quest'ultimo
riceveva ordini dai proprietari delle banche e delle grandi imprese
presenti in Germania.
Peter Calvocoressi,
Procuratore a Norimberga, affermò: "Gli
industriali erano il motore dello Stato tedesco. Il vero asse portante
della Germania non erano le forze armate, o almeno non solo loro, bensì
la potenza industriale e finanziaria. Senza di essa non ci sarebbe stato
nessun esercito".
Il compito di Hitler era, per così dire,
"tecnico" e di apparenza. Cioè doveva convincere il popolo
che il nazismo sarebbe stato provvidenziale per
“La nostra intenzione era quella di salvaguardare le più elementari
condizioni per la nostra sussistenza. Esattamente come l'Inghilterra
aveva difeso i suoi interessi e assoggettato un quinto della superficie
mondiale. Per non parlare degli Usa, che avevano sottomesso un intero
continente, e della Russia, che aveva posto sotto la propria egemonia la
più grande massa continentale esistente sulla terra.La povertà e la
disoccupazione furono i cavalli di battaglia della propaganda nazista, e
permisero a Hitler di proporre un progetto di ampia statalizzazione,
analogo a quello realizzato in Italia e nell'Urss”.[9]
L'abilità oratoria permetterà a Hitler di convincere la
maggior parte della popolazione, che si affidò a lui per la
disperazione. Egli venne scelto soprattutto per le sue capacità di
catturare e convincere le masse. Così lo descriveva il luogotenente
nazista Martin Bormann:
“Hitler è capace di tenere alla sua mercé coloro che comprendono il
tedesco. Questa voce, talvolta dolce, profonda, calda, diventa a suo
piacimento rauca, veemente fino all’urlo, all’isteria selvaggia, e
imprecatoria. Non ha bisogno di lezioni neanche per conoscere il potere
della sua voce e della sua parola... questa predicazione che infiamma le
folle come una torcia ... è la voce degli uomini eccezionali di cui Dio
ha fatto, nei suoi segreti disegni, dei medium, dei guru, incaricati di
cambiare la storia degli uomini”.[10]
Anche il crollo di Wall Street del 1929, doveva contribuire
all'ascesa di Hitler. La grande finanza americana aveva il potere di
condizionare la borsa e di creare una crisi che mettesse in pericolo gli
equilibri europei. Dopo
Emile Moreau,
governatore della banca di Francia, scriveva nel suo diario l'8 febbraio
del 1928: "Le banche avevano
ritirato improvvisamente dal mercato diciottomila milioni di dollari,
cancellando le aperture di credito e chiedendone la restituzione".[11]
Nel giugno del
Con il sopraggiungere della povertà e della
disoccupazione, i consumi calarono, così come le produzioni. Molte
industrie e piccole banche fallirono, ma i milioni di dollari
"bruciati" non erano certo spariti: stavano nelle casse delle
grandi banche che avevano indotto la crisi. E proprio queste banche
avrebbero rilevato le imprese e le banche fallite.
I grandi finanzieri di Wall Street avevano così ottenuto molteplici
risultati. Si erano appropriati di parecchi beni: case, fabbriche,
piccole banche ecc.., mentre ovunque aumentò la disoccupazione. In
Germania la crisi fu talmente grave da accrescere oltremodo le adesioni
al nazismo.
Nella campagna elettorale del 1932, Hitler puntò alla
lotta contro la disoccupazione e alla partecipazione statale
nell'economia. Con questi temi riuscì ad ingannare le masse di
lavoratori disperati. Il partito nazista diventò il primo partito della
Germania, e nel gennaio del 1933 Hitler diventò cancelliere. Hindenburg
aveva subito forti pressioni, che lo avevano indotto ad affidare il
governo a Hitler. Era l'élite tedesca (i Krupp,
i Siemens, i Thyssen ecc.), sostenuta da quella anglo-americana, a desiderare che
il nazismo prendesse il potere.
Le banche e le imprese americane si sarebbero dichiarate
"neutrali", e avrebbero ricavato parecchi vantaggi dalla
sanguinosa guerra, che avrebbe indebolito gli imperi europei e
rafforzato l'impero americano. Molte imprese americane, durante la
guerra, schiavizzarono i prigionieri, costringendoli a "morire di
lavoro". I sopravvissuti raccontarono cose agghiaccianti. Ad
esempio, Alexander Samila, un ucraino imprigionato alla fine del '43, raccontò:
"Si scavava, si martellava,
si brillavano mine ininterrottamente. Le luci non erano mai spente nei
tunnel. Per ogni anche piccola mancanza i detenuti erano bastonati
brutalmente. Tentavamo di dormire all’interno delle gallerie, ma non
ci riuscivamo perché c’era sempre qualcuno che urlava. Ogni punizione
consisteva in 25 colpi inferti con un manganello di gomma. A me, per
fortuna, è toccato in tutto solo sette volte". Ewald
Hanstein, sopravvissuto a tre campi di concentramento, fra i quali
Auschwitz, disse: "Ma per me
Dora è stato il peggiore dei lager. Uccidevano la gente col lavoro. Chi
non ce la faceva più a lavorare, finiva nel crematorio. Ci tormentavano
finché crollavamo. Per esempio: c’era pochissima acqua. Qualche volta
ci davano aringhe salate da mangiare e noi avevamo una sete terribile.
C’era una sola fontanella per tutti i detenuti, e per lo più non ci
si riusciva neppure ad avvicinare. Chi ce la faceva, beveva troppo e gli
veniva la dissenteria".[12]
“Noi dicevamo 'è tutta una barzelletta', qui si producono gli autocarri
con cui vengono colpiti gli americani, proprio così, eppure non ci
bombardano mai. Del resto, si capisce, gli americani non sono mica tanto
scemi da distruggere le loro stesse fabbriche”.[13]
L'Ibm offrì a
Hitler assistenza tecnica per i lavori forzati e per i programmi di
sterminio. Grazie alle tabulatrici di Hollerith,
che erano le antenate dei calcolatori, venne immagazzinata una quantità
enorme di dati. Un lavoratore anonimo scrisse in una lettera: "L'Ibm
è un mostro internazionale...come i nazisti".[14]
Il giornalista investigativo Edwin
Black, nel libro L'Ibm e
l'olocausto, documenta la stretta collaborazione fra la grande
Corporation americana e
L'intera popolazione sarà schedata, in modo da poter
identificare gli ebrei e differenziare anche altre categorie, ad
esempio, i soggetti che avevano sposato ebrei, gli ebrei che avevano
combattuto durante
Dopo lo scoppio della guerra,
Alla fine della guerra, l'Ibm potrà festeggiare una doppia vittoria:
oltre agli enormi profitti maturati prima e durante la guerra, sarà
considerata dagli Alleati una vittima dell'esproprio nazista, e potrà
recuperare tutte le proprie macchine. Secondo Black il movente
principale della Ibm era il profitto:
“La sede di New York era pienamente a conoscenza di quanto stava
accadendo nel Terzo Reich... che i macchinari erano abitualmente
utilizzati nei campi di concentramento, e sapevano anche dello sterminio
degli ebrei... non ebbe mai nulla a che vedere con il nazismo... ma solo
e sempre con il profitto”.[15]
Altre ricerche provano che americani e inglesi
parteciparono attivamente all'uccisione di ebrei e di altri prigionieri
nei lager. Richard Breitman,[16]
docente di storia all'American University di Washington, ha analizzato i
documenti di guerra resi pubblici nel 1996 dalla National Security
Agency statunitense, che li aveva ottenuti da Londra nel 1984. Sulla
base di questi documenti, Breitman sostiene che il governo della Gran
Bretagna e quello degli Stati Uniti erano perfettamente al corrente di
ciò che stava accadendo in Polonia e in altri luoghi. Dal 1941, erano
state intercettate e decriptate parecchie notizie sui massacri di decine
di migliaia di ebrei in Polonia, Lituania, Ucraina. Churchill venne a
conoscenza di queste informazioni, che rimasero all'interno del SIS.
Fino al 1942, sia gli inglesi che gli americani non denunceranno alcuna
atrocità contro minoranze e contro il popolo ebraico, ma parleranno in
modo generico di atrocità e violenze sulle popolazioni dei territori
occupati. All'inizio del 1943,
Se si uniscono le ricerche di Breitman a quelle di Black,
si comprende come gli anglo-americani non si siano limitati a non
contrastare direttamente i crimini nazisti contro le minoranze e gli
ebrei, ma abbiano collaborato attivamente con le autorità naziste ad
attuare crimini. Tutte le grandi Corporation che operarono in Germania
si macchiarono di orrendi crimini. Ad esempio, la famiglia Bush accrebbe
notevolmente la propria ricchezza grazie a Hitler e ai suoi lager. Prescott
Bush, nonno di George Bush junior, installò una fabbrica a Oswiecim (vicino ai campi di Auschwitz), dove lavorarono, ridotti in
schiavitù, i prigionieri di Auschwitz. Prescott fece grandi affari col
regime nazista. Anche dopo l'entrata in guerra degli Usa, nonostante
fosse illegale, continuò a produrre per
Nel 1922, il magnate delle ferrovie Averell W. Harriman incontrò a Berlino la famiglia dei banchieri
tedeschi Thyssen, per proporre la fondazione di una banca
germano-statunitense. L'idea si concretizzò nel 1924, con la nascita
della Union Banking Corporation (Ubc). La presidenza venne assunta da George
Herbert Walker, suocero di Prescott Bush.
Prescott fu molto vicino al banchiere Fritz Thyssen e al
magnate dell'acciaio Clarence Dillon. Spiega l'economista americano
Victor Thorn:
“
Webster Tarpley
e Anton Chaitkin, autori di George
Bush: Biografia non autorizzata, sostengono che "sono stati i banchieri di Wall Street (fra gli altri) i
finanziatori occulti di quella folgorante ascesa al potere. La famiglia
del nostro attuale presidente faceva parte di coloro che finanziarono la
macchina bellica nazista, ricavandone enormi guadagni... Una parte
importante delle origini finanziarie della famiglia Bush si è
costituita grazie al suo appoggio ed il suo aiuto ad Adolf Hitler."[19]
Tarpley e Chaitkin scrivono che "la grande crisi finanziaria del 1929 -1931 scosse l’America,
Nel 1979, il barone Hans
Heinrich Thyssen-Bornemisza (nipote di Fritz Thyssen) scrisse un
opuscolo dal titolo "La storia della famiglia Thyssen e loro
attività", in cui ammise il ruolo importante svolto dalla sua
famiglia nel rafforzare il potere nazista:
“Così, all'inizio della II G.M.
Il dipartimento creditizio della Banca voor Handel en Scheepvaart, che
funzionava anche come società holding del gruppo, si fuse nel 1970 con
Molte altre società e banche americane finanziarono Hitler,
come
Durante il periodo nazista, le grandi famiglie di
banchieri, i Rockefeller[24],
i Warburg e gli Harriman, sostennero finanziariamente le ricerche
eugenetiche. Gli istituti, diretti dallo psichiatra fascista Ernst
Rudin, sostennero l'idea che alcune persone erano geneticamente
"nocive" perché inferiori oppure portatrici di "tare
ereditarie", e per questo andavano sterilizzate oppure uccise.
Rudin diventò capo della Società di Igiene Razziale e poté creare uno
staff per stilare leggi a protezione della razza. Nel 1933 creò una
legge sulla sterilizzazione dei soggetti "inferiori". La legge
venne considerata importante e pubblicata con la firma di Hitler sulla
rivista americana "Eugenical News", del settembre 1933. Il
centro degli studi eugenetici era a New York. Nel 1932, si tenne a New
York il Congresso Internazionale di eugenetica, in cui si affrontò il
problema su come "eliminare le stirpi peggiori", cioè i neri,
i gialli e gli ebrei.
La legge elaborata da Rudin nella Germania nazista traeva
ispirazione dalle precedenti leggi americane, e si reggeva sull'idea
centrale che alcuni gruppi genetici fossero da sterminare. Si trattava
di attuare genocidi, con l'idea di dover "purificare la
razza".
Anche James
Forrestal, un miliardario che apparteneva al mondo degli affari di
Wall Street, ebbe stretti rapporti con
Nel 1947, Forrestal assunse il Ministero della Difesa, e
chiamò nel Ministero Howard
Peterson, che era stato l'avvocato della I.G. Farben negli Stati
Uniti fino all'inizio del conflitto, e William Draper, vice presidente
della banca Dillon and Read. Draper pianificò la politica economica
degli Stati Uniti nella Germania occupata, curandosi di ripristinare le
vecchie strutture. Peterson ebbe l'incarico di designare i magistrati
americani nel processo di Norimberga, destinati a giudicare gli
industriali tedeschi che avevano appoggiato Hitler.[25]
Prima della guerra, il nazismo era considerato dagli
anglo-americani come un sistema politico "moderato", che
garantiva la repressione dei lavoratori. Nel 1937, il Dipartimento di
Stato americano scriveva: "(il fascismo europeo) Deve
vincere, altrimenti le masse, alle quali questa volta si aggiungeranno
le classi medie deluse, si rivolgeranno di nuovo alla sinistra".[26]
Nel 1938, Roosevelt approvò gli accordi di Monaco che
dividevano
La finanza inglese, come quella americana, metteva al di
sopra di tutto, anche della sicurezza nazionale ed europea, le
speculazioni. A partire dal 1920, i grandi e potenti gruppi economici,
come
L'élite finanziaria sosteneva e rafforzava i governi
compiacenti, poco importava che fossero tirannici e sanguinari.
L'obiettivo più ambito era il controllo della Germania, che si trovava
in una situazione di estrema debolezza a causa delle condizioni imposte
a Versailles. Era stato imposto il pagamento di 12 miliardi di dollari
per le riparazioni di guerra, e severe restrizioni economiche, che
impedivano la ricostruzione della Repubblica di Weimar.
Dopo
Il piano Young prendeva il nome da Owen D. Young, un
funzionario dei Morgan, che aveva lavorato presso
“L'accettazione del Piano Young e dei suoi principi finanziari aumentò
sempre più la disoccupazione finché i disoccupati furono circa un
milione. La gente era disperata. Hitler disse che avrebbe risolto il
problema della disoccupazione. Il governo allora in carica era molto
scadente e la situazione della gente andava peggiorando. Questa fu la
vera ragione dell'enorme successo che Hitler ebbe in quelle elezioni, in
cui prese circa il 40%”.[30]
La finanza anglo-americana impose, nel 1923, Hjalmar
Schacht alla presidenza
della Reichbank. L'economia tedesca venne resa dipendente dalle banche
di Londra e New York. La politica europea venne direttamente determinata
dalla politica bancaria anglo-americana, che optò per sovvenzionare
regimi che garantissero il potere di un'élite contro l'instaurarsi di
una vera democrazia.
Si trattava di creare in Germania un sistema economico-finanziario
controllato da un gruppo di privati, soprattutto americani, e di indurre
la gente a votare per Hitler. Hjalmar Schacht, un finanziere tedesco
legato agli interessi dei Morgan, creò
“I banchieri internazionali dettarono la risoluzione Dawes sulle
riparazioni. Il protocollo che venne firmato tra gli Alleati e i poteri
associati e
In Germania venne attuata una ricostruzione mirata ad
assoggettare il paese al capitale Usa. I cartelli industriali, che si
imponevano nell'economia tedesca (Vereinigte
Stahlwerke, I.G. Farben, General Electric, Standard Oil, International
Telephone and Telegraph ecc.), avevano nel loro consiglio di
amministrazione finanzieri americani. La stessa famiglia Roosevelt aveva
grandi interessi legati alla General Electric (faceva parte degli
azionisti di maggioranza), che fu una delle più grandi società
sostenitrici di Hitler.
Alla vigilia della Seconda guerra mondiale, il 95% della
produzione di esplosivi proveniva dalla I.G. Farben e dalla Vereinigte
Stahlwerke. Tale produzione era stata possibile grazie ai prestiti e
all'assistenza tecnologica americana.
“Senza le immense possibilità produttive della I. G., le sue notevoli
ricerche, i suoi estesi legami internazionali, la prosecuzione della
guerra da parte della Germania sarebbe stata impensabile e impossibile.
Sutton trova negli archivi del tribunale di Norimberga le prove
inoppugnabili che Hitler era stato finanziato direttamente da Wall
Street.[33]
Egli trova gli ordini di finanziamento della campagna elettorale di
Hitler del 1933. Si tratta di almeno tre milioni di marchi, che le
Corporation e le banche americane (I.G. Farben, Ford, Federal Reserve
Bank, Standard Oil Company ecc.) versarono, attraverso la banca Delbruck
Schickler, a coloro che si stavano occupando della campagna elettorale,
Rudolf Hess e Hjalmar Schacht (governatore della Reichsbank dal 1924 al
1929).
Ai prestiti dei Rothschild e dei Morgan si aggiungevano le
tecnologie necessarie allo sviluppo economico e alla preparazione della
guerra.
Le autorità americane erano al corrente di ciò che stava avvenendo.
L'ambasciatore americano in Germania William Dodd, nel 1936, scrisse a Roosevelt:
“Attualmente più di cento società americane hanno qui delle consociate
con cui collaborano. I Dupond
hanno tre alleati in Germania che facilitano gli affari nell'ambito
degli armamenti. L'alleato principale è
Il presidente Roosevelt non fece nulla per contrastare le
società che stavano rendendo possibile una prossima guerra. I motivi
della noncuranza del presidente americano erano principalmente due: egli
stesso aveva interessi economici e finanziari collegati a quelle società
che stavano aiutando Hitler; inoltre, le sue decisioni erano manovrate
da quella stessa élite che stava organizzando la guerra.
A rimettere in sesto il sistema finanziario della Germania non fu Hitler
ma il banchiere Hjalmar Schacht, che legò le maggiori banche tedesche
alla Darmstàdter Bank. Ne affidò la guida a Jakob Goldschmidt, che nel marzo del 1933 diventerà presidente
della Reichsbank. Alcuni banchieri ebrei non furono affatto perseguitati
da Hitler, ma furono dichiarati "ariani d'onore".[35]
Molti altri vennero espropriati e imprigionati, in seguito al processo
di "arianizzazione" delle banche.
Esistono molte prove documentali a sostegno della
subordinazione di Hitler al
potere delle Corporation presenti sul territorio tedesco. Hitler
riceveva richieste e ordini dalle imprese presenti in Germania, molte
delle quali avevano azionisti americani e inglesi.
Ad esempio, in una lettera dell'11 gennaio 1942[36],
il dittatore rispose positivamente alla richiesta da parte della
Volkswagen di ricevere altri lavoratori schiavi nei campi di
concentramento. Negli ultimi anni di guerra, i nazisti cercarono di
deportare quante più persone possibile, per soddisfare le richieste di
manodopera coatta da parte delle Corporation.
Anche gli inglesi parteciparono generosamente al
"progetto Hitler". Nel 1934 il governatore della banca
d'Inghilterra Montagu Norman andò a
Berlino in visita speciale. Lo scopo era quello di stabilire
accordi precisi riguardo alla politica finanziaria del Reich. Si
offrirono al regime nazista prestiti assai generosi, anche dopo
l'invasione della Cecoslovacchia. Norman dette a Hitler 6 milioni di oro
cecoslovacco che prima si trovava a Londra. Anche il Primo Ministro
inglese Neville Chamberlain
era al corrente e approvava.
Nel 1938, Chamberlain, firmò l'accordo di Monaco, e si vantò di aver
sigillato una pace duratura con
Gli inglesi, che nella retorica sostenevano di limitare la
corsa agli armamenti dei tedeschi, nei fatti avevano conclusero, già
nel 1935, un Patto Navale, che permetteva alla Germania di accrescere la
propria potenza marittima. Appena due mesi prima, l'Inghilterra aveva
partecipato alla Conferenza di Stresa, in cui si era mostrata d'accordo
nel limitare alla Germania la possibilità di avere una forza navale.
Gli inglesi speravano di distruggere la potenza sovietica attraverso una
guerra scatenata dalla Germania, mentre gli Usa volevano una grande
guerra per destabilizzare l'Europa e acquisire un maggior controllo
attraverso le ricostruzioni successive. L'intento principale degli Usa
era quello di indebolire l'impero inglese, e trarre ingenti profitti da
un'eventuale guerra europea. Seminare divisioni, armare
Nel 1934,
Dal 1936, Hitler era in grado di poter iniziare la guerra,
essendosi reso indipendente dalle importazioni estere di petrolio.
L'élite anglo-americana, a tempo debito, avrebbe additato il
"mostro", per apparire come i "liberatori dei
popoli". La propaganda antitedesca iniziò qualche anno prima dello
scoppio della guerra. I media inglesi, dal 1938, iniziarono ad esagerare
il pericolo dell'invasione tedesca e attuarono "esercitazioni"
con maschere antigas, per spaventare la popolazione e convincerla che
sarebbe stata necessaria una grande guerra per "fermare il
mostro".[37]
Gli Usa sapevano che se avessero mantenuto il ritmo di
produzione della benzina sintetica, Hitler avrebbe avuto possibilità di
vittoria. L'élite americana poteva vincere la guerra perché sapeva
dove si trovavano i centri di produzione della benzina sintetica.
Quindi, le truppe americane dopo lo sbarco in Europa, per prima cosa
occuparono gli stabilimenti del settore chimico, meccanico e
industriale, sequestrarono molti archivi, materiali di laboratorio, e si
impadronirono di un’ampia documentazione. Il 16 luglio del 1945, alla
Conferenza di Potsdam, gli Alleati vietarono ai tedeschi la produzione
di benzina sintetica. Nell'aprile del 1949 gli alleati smantellarono
tutti gli impianti, che furono trasformati in raffinerie di petrolio.
Note:
[1]
Avanti!, 29 gennaio 1922.
[2]
Valtin Jan, Out of the night (1941),
Kessinger Publishing, 2005, pp. 252-3.
[3]
Shirer William Lawrence, Storia
[4]
Shirer William Lawrence, op. cit. p. 46.
[5]
Dietrich Eckart fu scrittore e giornalista. Si occupò dell'ascesa
politica di Hitler, giudicandolo adatto al ruolo di uomo forte che
avrebbe fatto rinascere
[6]
Shirer William Lawrence, op. cit. p. 260.
[7]
Cit. Rosenbaum Ron, Il mistero
Hitler, Mondadori, Milano 1999, p. 397.
[8]
http://holywar.org/italia/txt/giudei.htm
[9]
Il programma che le banche e le grandi Corporation avevano preparato
per
[10]
Marabini Jean, La vita
quotidiana a Berlino sotto Hitler, Rizzoli, Milano 1987, p.47.
[11]
Moreau Emile, Memorie di un
governatore della Banca di Francia, Cariplo-Laterza, Roma-Bari
1986. www.centrostudimonetari.org
[12]
Knopp Guido, Tutti gli uomini
di Hitler, Corbaccio, Milano 2003, p. 311.
[13]
Minoli Giovanni, "
[14]
Minoli Giovanni, “
[15]
Black Edwin, L'IBM e
l'olocausto. I rapporti fra il Terzo Reich e una grande azienda
americana, Rizzoli, Milano 2001.
[16]
Breitman Richard, Il silenzio
degli alleati. La responsabilità morale di inglesi e americani
nell'olocausto ebraico, Mondadori, Milano 1999.
[17]
Gli archivi furono consultati da John Loftus, presidente del Florida
Holocaust Museum. Vedi Toby
Rodgers, "Heir to the
Holocaust, How the Bush Family Wealth is Linked to the Jewish
Holocaust", in Clamor
Magazine, maggio-giugno 2002.
[18]
Thorn Victor, "La
famiglia Bush e il prezzo del sangue versato dai nazisti",
Babel Magazine, 6 ottobre 2002. www.rebelion.org
[19]
Tarpley Webster G., Anton Chaitkin Anton, George
Bush : The Unauthorized Biography, Tree of life publications,
2004.
[20]
Tarpley Webster G., Anton Chaitkin Anton, George
Bush : The Unauthorized Biography, Tree of life publications,
2004.
[21]
Loftus John, “The
[22]
"Lo strano caso della
Deutsche Bank",
[23]
" Lo strano caso della
Deutsche Bank",
[24]
[25]
Norden Albert, Le secret des
guerres: genèse et techniques de l'agression, Parigi, 1972, pp.
72-76.
[26]
Chomsky Noam, Egemonia o
sopravvivenza. I rischi del dominio globale americano, Marco
Tropea Editore, Milano 2005, p. 74.
[27]
Chomsky Noam, op. cit., p. 75.
[28]
Li Vigni Benito, Le guerre del
petrolio. Strategie, potere, nuovo ordine mondiale, Editori
Riuniti, Roma 2004, p. 208.
[29]
Sutton Antony C., America’s
Secret Establishment, Liberty House Press. Bilings 1986.
[30]
Consiglio di controllo del gruppo statunitense (Germania), Ufficio
del direttore dei servizi segreti, rapporto dei servizi segreti n°
EF/ME/1, interrogatorio di Fritz Thyssen, 4 settembre 1945.
[31]
Journal American,
[32]
Icke David, La verità vi
renderà liberi, Macro Edizioni, Cesena 2005, p. 118.
[33]
Sutton
[34]
Dixon Edgar B. (a cura di), Franklin
D. Roosevelt And Foreign Affairs, Belknap Press,
[35]
Faillant de Villemarest Pierre, Les
sources financières du nazisme,
Ed. CEI, Cierrey
1984, p. 71.
[36]
Palast Gregg, Democrazia in
vendita, Marco Tropea Editore, Milano 2003, p. 254.
[37]
Vedi Times, 7 settembre
1938. La propaganda venne chiamata dal governo inglese "paura
della guerra", e si svolse attraverso articoli allarmanti e
antitedeschi, oltre che attraverso esercitazioni e costruzione di
trincee.