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Falsità
dello studio che collega A.D.H.D. a depressione/suicidio
Un
rapido sguardo alla studio che afferma che l'"ADHD nei bambini è
collegato alla depressione e a un maggiore rischio di suicidio" ha
rivelato i suoi ovvi e lampanti difetti, e siamo costretti a
chiederci perché i siti medici quali WebMD
o Medical
News Today non fossero in grado di vedere ciò che ci è
bastato poco a scoprire: cosa è stato omesso da questo
"studio".
Lo studio, pubblicato nell’Archives of General Psychiatry, sostiene
che "i bambini che vengono
diagnosticati con ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività)
hanno una maggiore probabilità di sviluppare la depressione e/o il
tentativo di suicidio durante la loro adolescenza, o dai 5 ai 13 anni
dopo la diagnosi ...".
Perché
nessuno dei siti Web medici o della stampa si sia chiesto quali farmaci
i bambini di questo studio stessero già prendendo e quale effetto
questi possano avere sullo sviluppo di depressione o di suicidio?
Lasciamo la risposta al lettore.
Ma questo è il fatto: la FDA ha documentato che i farmaci stimolanti
come Ritalin, Concerta, Adderal, ecc., tipicamente prescritti ai bambini
diagnosticati con ADHD, hanno vari effetti collaterali tra cui
allucinazioni, pensiero delirante, mania, psicosi, aggressione,
violenza, ostilità, tossicodipendenza e suicidio e depressione.
Lo
studio stesso rivela che i bambini diagnosticati con ADHD e che sono
stati oggetto di questo “studio” erano di Pittsburgh e Chicago,
aggiungendo che il 100% dei bambini di Chicago e il 42% di quelli di
Pittsburgh provenivano da cliniche psichiatriche. Ciò significa che con
altissima probabilità questi bambini stavano già assumendo
psicofarmaci o come minimo che ne abbiano assunti a un certo momento per
trattare la loro diagnosi di ADHD.
Inoltre,
riguardo a quei bambini con "ADHD" che nello studio i
ricercatori sostengono abbiano "sviluppato depressione," non
solo dovremmo sapere se fossero già in cura con farmaci stimolanti che
provocano questi effetti collaterali ma, se sono stati successivamente
prescritti loro antidepressivi per "curare" la depressione,
considerando che negli USA recano dei riquadri in neretto (come sulle
scatole di sigarette in Italia) perché comportano il rischio di
suicidio.
Stupisce constatare come nessuno di quelli che pubblicano e promuovono
il contenuto di questo studio si sia dato il disturbo di porsi queste
semplici domande prima di accettarlo come oro colato, a maggior ragione
considerando come questi dati possano influenzare il pubblico in
generale verso scelte che andranno poi a incidere sulla loro vita o
quella dei loro figli.
Giova
anche ricordare un’altra storia non detta: gli autori di questo
studio, il Dr. Andrea Chronis-Tuscano e il Dr. William E. Pelham hanno
ricevuto non solo i fondi per questo studio, ma persino gli onorari per
questa ‘ricerca’, da Eli Lilly, Janssen Pharmaceuticals e McNeil -
tre aziende produttrici di farmaci per A.D.H.D.