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Salute: meno Ritalin e più psicoterapia per bimbi iperattivi

(ANSA) ROMA, 13 giugno 2005
Parte dalla Provincia di Roma una campagna per dire 'No al Ritalin', lo psicofarmaco utilizzato come calmante per i bambini iperattivi. In un convegno organizzato oggi al Cnr, i promotori dell'iniziativa hanno affrontato il problema dal punto di vista scientifico e socio-sanitario, con lo scopo di coinvolgere le associazioni,  gli enti pubblici, gli operatori sanitari e le famiglie ed  opporsi alla diffusione del farmaco e alle sperimentazioni  avviate dal ministero della Salute.
"La Provincia di Roma  - ha detto Tiziana Biolghini, consigliere delegato alle politiche dell'handicap -  ha istituito un comitato etico con il compito di monitorare in quali casi  viene somministrato il farmaco ma soprattutto per diffondere una corretta informazione ai genitori e lottare contro la tendenza a fare diventare patologico qualunque comportamento di un bambino che viene considerato non normale. Invece di ricorrere a soluzioni farmacologiche dobbiamo imparare ad ascoltare i bambini e capire da dove arriva il disagio che cercano di
esprimere".
    Il Ritalin, una sostanza della famiglia delle anfetamine, è stato ampiamente utilizzato in passato - è stato ricordato oggi nel corso del convegno - soprattutto negli Stati Uniti per trattare milioni di bambini affetti dalla sindrome da deficit di attenzione (Adhd). Tuttavia, i casi studiati hanno messo in luce pericolosi effetti collaterali, l'alterazione della funzione renale, cardiaca, della pressione, ma soprattutto che la sostanza induce dipendenza. Effetti che hanno portato le autorità americane a mettere al bando il Ritalin.

    In Italia, invece, la sostanza è stata tolta del registro degli stupefacenti ed è oggi un farmaco che può essere prescritto con una certa facilità, hanno riferito gli esperti nel corso del convegno. Inoltre è stato avviato uno studio sperimentale, chiamato 'Prisma', nelle scuole per monitorare i comportamenti dei ragazzi ed individuare i soggetti iperattivi che potrebbero essere trattati con il Ritalin. Di qui la levata di scudi di molti specialisti. "Tutti riconoscono che il Ritalin è una sostanza dannosa, mentre - ha spiegato il neuropsichiatra Enrico Nonnis - non ci sono opinioni condivise sul fatto che l'iperattività sia una malattia. Non ha senso fare una lotta contro la commercializzazione del farmaco in Italia dal momento che si può trovare comunque nelle farmacie oltre confine oppure su internet. Quello che dobbiamo fare è pensare ad interventi terapeutici che coinvolgano le scuole, i servizi assistenziali dell'età evolutiva e puntare sui percorsi della psicoterapia piuttosto che limitarci a prescrivere una pillola dannosa".
    Dello stesso parere anche il fisiopatologo Giuseppe Dimito: "Quello che serve è una corretta informazione sugli effetti del Ritalin, il coinvolgimento delle famiglie, la buona volontà
delle persone che lavorano nelle scuole e la possibilità di intervenire da parte dei servizi sociali. Non dimentichiamo che abbiamo a che fare con una sostanza che agisce sul sistema
nervoso centrale del bambino, che influenza la sua attività cerebrale. Se roviniamo il cervello dei nostri figli, metteremo un'ipoteca sul loro futuro e anche sul nostro".
(ANSA).


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