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Abbraccio
nucleare
Marco
Cedolin
Il
ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola, durante la propria
visita al centro ricerche dell’Enea a Frascati ha affermato come sia
intenzione del governo investire sul nucleare, al fine di colmare il gap
fortissimo che abbiamo sciaguratamente accumulato. In virtù di questo
proposito ha annunciato l’assunzione di ingegneri nucleari da parte
dell’Enea ed ha rivelato che fra poche settimane Ansaldo Energia darà
vita ad Ansaldo Nucleare.
Queste affermazioni, oltre a lasciare basiti, poiché rilasciate dal
ministro di un paese che tramite referendum ha già espresso il proprio
rifiuto nei confronti delle centrali nucleari, vengono portate avanti
con l’occhio miope di chi finge d’ignorare il problema
dell'inquinamento nucleare ed i gravissimi danni da esso indotti sulla
nostra salute e su quella dell'intero ecosistema.
Nel mondo sono attive circa 440 centrali nucleari.
Ognuna di esse oltre a rappresentare una grave fonte di radiazioni per
il territorio circostante, potrebbe essere causa di una catastrofe di
proporzioni inenarrabili, nel caso si verificasse un incidente, un
attentato o un intenso movimento tellurico
Ognuna
di esse produce tonnellate di scorie radioattive che resteranno attive
per un periodo che va dai 20 ai 150 mila anni. Scorie completamente
ingestibili, poiché risulta materialmente impossibile determinare la
sicurezza dei siti di stoccaggio delle stesse, dovendo ragionare su
grandezze temporali nell'ordine delle decine di migliaia di anni.
Una pesante eredità fatta di veleni e di morte, che lasceremo in dono
alle generazioni future, simile ad una spada di Damocle, sospesa nei
secoli a venire sopra le loro teste.
Se a tutto ciò aggiungiamo da parte dei governi, la sempre più
spiccata propensione ad affidare sia la costruzione che la gestione
delle centrali nucleari ad imprese private, le quali sono interessate
solo ed unicamente al proprio tornaconto, quello che traspare è un
quadro a tinte fosche, potenzialmente pericolosissimo ed i cui contorni
si perdono nell'imponderabile.
Dal 1945 ad oggi sono state oltre 2000 le esplosioni atomiche messe in
atto per sperimentare nuovi ordigni nucleari. Se ne annoverano 1039 da
parte dei soli Stati Uniti.
Impossibile
determinare la gravità della ricaduta radioattiva conseguente a tali
esperimenti, anche a causa dell'omertà di buona parte del mondo
scientifico, asservito ai grandi poteri.
I dati riguardanti i casi di tumori e leucemie, aumentati negli ultimi
50 anni in maniera esponenziale, dovrebbero essere da soli bastevoli a
far comprendere la grandezza del problema dell'inquinamento nucleare.
Nonostante ciò in campo medico i pericoli per la salute dell'uomo,
indotti dalle ricadute radioattive, continuano ad essere colpevolmente
sottaciuti, mentre si cerca di mistificare le reali cause di tumori e
leucemie, imputando il loro ingenerarsi a colpevoli di ogni genere, la
maggior parte dei quali assolutamente improbabili.
Dal dopoguerra ad oggi sono stati 32 gli incidenti, ufficialmente
dichiarati dalle autorità, provocati da armi nucleari.
I mari del mondo sono assurti al ruolo di vere e proprie pattumiere
nucleari. Basti l'esempio del Mediterraneo, già teatro nel 1956
dell'inabissamento di un bombardiere statunitense B- 47, con due capsule
nucleari a bordo e divenuto discarica, in tempi più recenti, per
centinaia di bombe all'uranio impoverito, sganciate nell'Adriatico da
aerei americani durante la guerra in Kosovo.
Naturalmente,
come sempre accade quando si tratta d'inquinamento nucleare, nessuno si
è preoccupato di approfondire le conseguenze di tali situazioni sulla
salute di tutti noi, che consumiamo i prodotti ittici e pratichiamo la
balneazione.
Un caso su tutti, che ritengo esaustivo per meglio comprendere la ferale
pericolosità dell'inquinamento radioattivo, è quello della città di
Mayach, negli Urali del sud, in Russia.
Una città invisibile, epurata dalle cartine geografiche, insieme ai
suoi abitanti, tristi fantasmi, simili a morti che camminano.
Mayach fu costruita nel 1945 e dal
Fino al 1951 scorie liquide radioattive di medio ed alto livello vennero
rilasciate direttamente nel fiume Techa, contribuendo a contaminare
oltre 100.000 abitanti che vivevano sulle sponde dello stesso.
Dopo il 1951, dal momento che il fiume Techa sfociava nell'oceano artico
e la contaminazione rischiava di diffondersi in maniera incontrollabile,
gli scarichi dell'impianto vennero indirizzati verso il lago Karachai,
privo di contatti diretti con l'oceano.
Nel
1957 un'esplosione all'interno degli impianti contaminò una regione
grande quanto la toscana. Si trattò di un disastro di enormi
proporzioni, ma la cosa venne tenuta segreta.
Dieci anni dopo, nel 1967, allorquando a causa di una secca il lago
Karachai fu oggetto di un ritiro delle acque, il vento sollevò grandi
quantità di polvere radioattiva, contaminando gravemente un'area di
2000 Kmq.
Oggigiorno il lago Karachai è un mostro radioattivo in grado di
uccidere un uomo che sostasse per una sola ora sulle sue sponde, e tale
rimarrà nei secoli a venire.
E' indicativo rilevare, a beneficio di coloro che ancora si ponessero
domande riguardo ai reali effetti della radioattività sulla salute
dell'uomo, come fra i cittadini di Mayak e delle aree contaminate
circostanti, negli ultimi 50 anni ci sia stato un aumento del 78%
degli ammalati di cancro e leucemia. Inoltre come il 30% dei
bambini dei bambini nasca con difetti e malformazioni genetiche ed il
50% degli uomini e delle donne risultino sterili.
L'uso in campo militare dell'uranio impoverito (DU) nella costruzione
dei proiettili, nonché nella blindatura dei mezzi corazzati è stato
avallato dalle forze armate di Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia,
Turchia, Israele e Francia, Arabia Saudita, Pakistan e Tailandia.
Grazie
a questa pratica sciagurata, tutti i paesi teatro di guerra negli ultimi
15 anni, dalla ex Yugoslavia, all'Afghanistan, all'Iraq, sono stati
contaminati in maniera significativa.
Non esistono studi che possano determinare la reale pericolosità di
questa contaminazione, né gli effetti che essa avrà sulla salute degli
abitanti a medio e lungo termine.
Le uniche ricerche, oltretutto manipolate dai grandi poteri, si
riferiscono al breve periodo e riguardano quasi esclusivamente il
rischio per i militari impegnati nei combattimenti, la cui esposizione
al DU è relativa al breve lasso di tempo nel quale essi sono rimasti
nell'area del conflitto, a differenza della popolazione civile che in
quella stessa area dovrà continuare a vivere, coltivare e allevare
bestiame, subendo anno dopo anno le conseguenze di un territorio
altamente contaminato.
L'inquinamento nucleare, si può annoverare senza dubbio come uno fra i
problemi più gravi, in grado di minacciare sia il nostro presente, sia
il nostro futuro, nonché quello delle generazioni a venire.
Un problema che si muove su vari livelli, spaziando dalla gestione del
nucleare civile a quello militare, fino ad arrivare all'ingerenza dei
privati che in molti casi stanno soppiantando le amministrazioni
pubbliche.
Un
problema scientemente sottaciuto dai media, nascosto all'opinione
pubblica, sia mistificando la gravità degli incidenti già avvenuti,
sia ignorando colpevolmente la situazione pericolosissima che molteplici
elementi stanno ingenerando in propensione futura.
I pochi studi seri, riguardanti l'inquinamento radioattivo sono, per
forza di cose limitati al breve e medio periodo e la maggior parte di
essi è stata secretata.
Un abbraccio, quello nucleare, al quale il ministro Claudio Scajola
intende contribuire nei suoi propositi futuri, sempre più stretto e
sempre più invisibile, un abbraccio che si può continuare a far finta
non esista, in quanto non menzionato da giornali e TV, ma le corsie
degli ospedali non hanno bisogno di telecamere e taccuini, per essere
annoverate come parti della realtà.