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Ecco cosa riporta il “Rapporto
Urban Operations in the Year
L’Operazione Terrestre o Operazione Urbana (UO-2020) all’orizzonte
dell’anno 2020 è uno studio che esamina la natura probabile dei campi
di battaglia, i tipi di forze terrestri le loro caratteristiche e
capacità.
Lo studio ipotizza l’andamento della popolazione mondiale entro
l’anno 2020. Entro questa data il 70% della popolazione mondiale vivrà
all’interno di zone urbane.
Il numero delle persone nel mondo supererà i 7,5 miliardi e ciò sarà
causa di una spaventosa crescita demografica nelle città e/o metropoli
incrementando l’urbanizzazione, provocando povertà, scontri e
tensioni sociali.
La necessità di una presenza (militare) massiccia e dominante, tanto
morale quanto psicologica, spesso su periodi di tempo prolungati, resterà
una caratteristica unica e persistente delle Operazioni Urbane. Questa
necessità entrerà nel conflitto attraverso la domanda pressante da
parte del mondo politico e del grande pubblico per azioni rapide,
decisive e chirurgiche…
Ricapitolando:
-
le
guerre future saranno all’interno delle città;
-
avremo
eserciti lungo le strade (NATO o forze militari preposte);
-
dal
punto di vista psicologico sarà normalissimo avere militari armati in
città;
-
politici
e cittadini richiederanno l’intervento dell’esercito;
-
le
forze militari utilizzeranno ogni sorta di arma (letale e
“non-letale” ad alta energia);
-
sommosse,
scontri sociali, manifestazioni potranno essere sedate
dall’esercito…
-
stiamo
andando verso la costituzione di uno “Stato militarizzato”.
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Esercito a
pattugliare le strade delle grandi città.
Ma solo per pochi mesi?
Antonio Camuso
– Osservatorio sui Balcani – 25 giugno 2008
Questa affermazione non è l'ennesimo tentativo maldestro
di voler accollare a carico dell'Alleanza militare occidentale oscuri
disegni di militarizzazione della nostra società, bensì il frutto di
nostre ricerche su alcuni progetti, condotti sotto la guida del
Pentagono e riguardanti l'uso degli eserciti nelle megalopoli del
futuro.
Si tratta del lavoro di esperti NATO UO 2020 nel gruppo di studio SAS 30
Urban Operation in the year 2020 , al quale partecipano dal 1998 esperti
di sette Nazioni della NATO ( Italia, Canada, Francia, Germania, Gran
Bretagna, Olanda e Stati Uniti d'America ) e che ha gettato le basi per
l'evoluzione dell'impiego dello strumento militare nello scenario più
probabile del prossimo futuro.
Lo
studio NATO U.O.
(Urban Operations) 2020
Questo studio, ultimato negli ultimi mesi del 2002 e reso pubblico
nei primi mesi del 2003, prima della guerra in Iraq, rende esplicito
come in maniera omogenea il nocciolo duro del militarismo mondiale
ritiene più che probabile le città del futuro come campo della
Battaglia Finale, quella per la sopravvivenza del sistema capitalista e
che il ruolo dello strumento militare avrà un carattere dominante anche
in quelle che sembrerebbero essere normali operazioni di polizia urbana.
E' l'ambiente urbanizzato che si qualifica come il contesto nel quale
l'Umanità del ventunesimo secolo condurrà una difficile vita: le
sterminate megalopoli abitate da decine, se non centinaia, di milioni di
esseri umani concentreranno nel loro interno tutte le contraddizioni
della società capitalista allo stadio supremo.
Differenze di classe e azzeramento dei servizi sociali
capaci di attutire il senso diffuso di ingiustizia, degradamento delle
complesse regole di interazione tra diversi strati della popolazione,
scarsità di cibo e di lavoro genereranno forti conflitti tra diversi
strati sociali,coinvolgendo il sistema statale locale e/o organismi e
attività multinazionali
In questo contesto che le normali forze di polizia non saranno in grado
di condurre operazioni tra folle "ostili" o semplicemente
"complici" dei nemici da colpire e neutralizzare senza il
rischio di forti perdite o addirittura ritirate catastrofiche da
banlieus in fiamme. Rischi di effetto domino su scala mondiale con scene
di folle tumultuanti, affamate e disperate che assaltano centri
commerciali, quartieri dell'alta borghesia e centri di potere
provocherebbe il panico nell'intero sistema capitalistico. L'invio
dell'esercito condotto con armi tradizionali e all'ultimo momento
potrebbe essere addirittura controproducente scatenando ancor più le
folle e i partiti di opposizione.
Per questo motivo nello studio UO2020 si consiglia così di iniziare
gradatamente in base alle necessità ad utilizzare l'esercito in
funzione di ordine pubblico man mano che la crisi mondiale quella che è
ipotizzata per il 2020, si avvicina.
Piccoli
interventi crescono.
Nel frattempo ogni paese aderente a questo gruppo compresa l'Italia
deve finalizzare reparti appositi che si specializzino per condurre le
operazioni di contenimento delle folle e di controllo del territorio
compresi i rastrellamenti a caccia di sovversivi ed agitatori nei
quartieri.
Il ruolo
italiano nella costituzione dell'esercito internazionale
antisommossa
L'Italia in questo campo ha proposto la possibilità di sviluppare
nuove specializzazioni e di preparare personale addestrato a muoversi e
combattere negli ambienti urbani ove occorre isolare quartieri, edifici,
abitazioni, ma anche padroneggiare gli impianti di comunicazioni e
distribuzione dell'energia e dell'acqua.
In effetti l'Italia è considerata da USA e Gran Bretagna come uno di
migliori fornitori di personale addestrato ad operazioni antisommossa a
partire dai reparti dei Carabinieri che sono inquadrati, principalmente
nell'area balcanica nelle MSU.
Da quando l'Italia si è impegnata a fornire personale
nelle guerre umanitarie, aree militari sono state attrezzate per
ricostruire ambienti urbani e rurali dove si addestrano carabinieri, parà,
assaltatori e bersaglieri che vanno ad operare all'estero, mentre gli
stessi reparti di polizia militare sono addestrati realmente,
nell'ambiente metropolitano, con l'impiego di ordine pubblico quotidiano
sul territorio nazionale e sono gli stessi che presto grazie al nuovo
decreto sulla sicurezza del governo berlusconi vedremo operare nelle
grandi città e a guardia di siti di rilevanza nazionale: discariche
centrali nucleari in costruzione, termovalorizzatori ecc.
Addestramenti sul territorio nazionale sono stati condotti da tempo come
per esempio quello del 28 febbraio 2003 che si concludeva presso il
Centro di Addestramento alle CRO (Crises Response Operation/Operazioni
di risposta alle crisi) di Cesano con la certificazione del 2° Corso
per Istruttori della Forza Armata di "Controllo della folla" .
Corso svolto alle porte della capitale dal 17 al 28 febbraio condotto da
istruttori della 2a Brigata mobile dei Carabinieri a cui hanno preso
parte 7 Ufficiali, 19 Sottufficiali e 3 Vfb. E in cui a far da comparse
nel ruolo dei sovversivi tumultuanti c'erano 50 Volontari in Ferma
annuale del 7° Reggimento Bersaglieri.
La ricerca ossessiva di sistemi di controllo della popolazione ha nello
studio NATO UO2020 alcune parziali risposte di natura tecnologica.
Il Reparto Logistico
- Progetto tecnologie avanzate.
Nello Stato Maggiore dell'Esercito Italiano è il Reparto Logistico-
Progetto tecnologie avanzate che sta curando l'applicazione di quanto
appreso nel Gruppo di lavoro NATO Urban operations 2020.
Lo Scenario URBAN WARFARE coniugato alla lotta al terrorismo globale,
ovvero a tutto ciò che potrebbe essere pericoloso all'Impero Globale è
affrontato su tutti i suoi aspetti, fuorchè le motivazioni che
potrebbero essere le radici di forme di contestazione
"estreme" , quale anche quella del passaggio dalla opposizione
politica a quella armata.
I ROBOCOP imperiali.
Il futuro soldato che l'Esercito Italiano impiegherà per
le operazioni urbane sarà dotato oltre che da armi convenzionali
ultratecnologiche, come già spiegato nel paragrafo "il sistema
soldato", anche di sistemi d'arma bivalenti letali /non letali. E'
un esigenza che nasce dalle numerose operazioni di "guerra
umanitaria" nelle quali il nostro esercito da oltre un decennio è
pienamente coinvolto con le operazioni all'estero, ma anche
dall'esperienza di operazioni di polizia ed ordine pubblico interno
nelle quali esso si è trovato a collaborare con altre forze di polizia
( es. Vespri siciliani) o operare autonomamente (operazioni
antimmigrazioni controllo coste del Salento)od infine in occasione di
summit internazionali (es. Genova 2001 o Pratica di Mare 2003).
Il programma armi
non letali.
Nel programma "non lethal weapons" redatto dallo Stato
Maggiore Esercito sono previste le forniture ai reparti di una nuova
famiglia di bombolette spray al peperoncino di diverse dimensioni e
portata, tali da essere utilizzate efficacemente contro gruppi composti
da numerose persone o contro singoli. Queste bombolette diventeranno così
una dotazione base montata sui mezzi dell'esercito, blindati, carri
armati, jeep ma anche come "arma da fianco" per ogni singolo
soldato impiegato in "operazioni umanitarie".
Con queste specifiche l'esercito italiano sta finanziando piani di
ricerca e sviluppo in collaborazione con le industrie interessate sia
italiane che estere.
Per le operazioni antisommossa e di controllo urbano lo
stato maggiore dell'esercito italiano sta definendo un programma di
sviluppo di armi letali/non letali, in particolare fucili automatici
dotati di puntamento ottico, che farebbero uso di "proiettili ad
alta deformabilità e ad energia cinetica costante.”
A causa di problemi di bilancio solo poche risorse finanziarie sono
state potute esser destinate a questi avveniristici progetti, ma ora che
con il plauso del parlamento e dell'opinione pubblica spaventata da
clandestini e microcriminalità, vedremo i blindati dell'esercito
aggirarsi per i nostri quartieri, le richieste di migliori e più
consone dotazioni si faranno pressanti.
Grandi affari quindi per le industrie che con molta
discrezione da 10 anni (con l'assenso di governi di centro sinistra e
centrodestra succedutisi alternativamente) a questa parte stanno
tessendo una lunga rete trasversale di simpatie e di interessi e che non
vedono l'ora di mostrare l'efficacia dei nuovi prodotti sui corpi di
clandestini, accattoni, prostitute, drogati e scippatori, prima o poi su
sovversivi contestatori di una società che produrrà miliardi di
diseredati e un pugno di nababbi, infine sull'umanità sofferente del
terzo millennio.
Antonio Camuso
OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI
Stralcio e integrazione di uno studio sulla militarizzazione nelle
megalopoli del futuro, ad opera dello stesso autore