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U.S.I.A.: United States Information Agency
Tratto da: «I divi di Stato: il controllo politico su Hollywood», Settimo Sigillo

La manovra dunque riuscì. Alla fine ci si rese conto che occorreva una entità centrale che presiedesse alla propaganda americana all’estero. Si trattava di controllare l’informazione che nasceva negli Stati Uniti, così uniformata ma «spontanea» e quindi con dei difetti, e di integrarla con altra appositamente prodotta. Quindi occorreva convogliare il tutto all’estero nei dovuti ed efficaci modi. All’estero bisognava coordinare tale informazione con quella prodotta, controllata e diffusa dalla CIA, la Central Intelligence Agency, che era stata istituita nel 1947 sull’impianto dell’OSS (Office of Strategic Services, il servizio segreto militare del periodo di guerra, mai smantellato). La CIA si occupava essenzialmente di spionaggio politico e di sovversioni, di neo-colonizzazioni, ed un suo normale strumento operativo era la propalazione di notizie false, sia sul "nemico" che sugli Stati Uniti, oltre che naturalmente su tante altre cose. Tale propaganda della CIA andava anche controllata, supportata e resa il più possibile omogenea con quella che proveniva dagli Stati Uniti. In poche parole occorreva una entità responsabile dell'immagine estera degli Stati Uniti, cui facessero capo tutte le attività controllabili dal governo americano che contribuivano a formarla. Niente di più logico: gli Stati Uniti in fondo non sono una nazione, ma giusto una azienda privata di dimensioni abnormi e con un proprio esercito, e le occorreva un Ufficio Pubbliche Relazioni centralizzato.
Il 1° agosto 1953, durante la presidenza di Ike Eisenhower, veniva così istituita la United States Information Agency, USIA. Il suo compito era (8):

«Influenzare le attitudini e le opinioni del pubblico estero in modo da favorire le politiche degli Stati Uniti d'America... e di descrivere l'America e gli obiettivi e le politiche americane ai popoli di altre nazioni in modo da generare comprensione, rispetto e, per quanto possibile, identificazione con le proprie legittime aspirazioni... e dimostrare e documentare di fronte al mondo i disegni di coloro che minacciano la nostra sicurezza e cercano di distruggere la libertà».

Chiara la tesi degli Imperi del Bene e del Male. Secondo il diffusissimo manuale americano Information Please Almanac (50 milioni di copie ogni anno) l'USIA è stata istituita il I' Aprile 1978 (esatto: millenovecentosettantotto, con una postdatazione di venticinque anni; chiunque può verificare). Era una Agenzia simile alla CIA, pubblica nell'esistenza ma segreta nell'operatività. Dipendeva ovviamente dal Dipartimento di Stato, e cioè dal Ministero degli Esteri.
Venne rapidamente ad avere dimensioni gigantesche. Svolgeva le sue mansioni controllando le fonti dell'informazione interna; favorendo l'esportazione della più adatta; presiedendo agli scambi culturali fra gli Stati Uniti e gli altri paesi, comprendendo con la dizione anche i settori dello spettacolo e dello sport; fungendo da consulente per la CIA all'estero; cercando di influenzare il maggior numero possibile di media esteri, nei vari paesi. Per quest'ultimo scopo verso la metà degli anni Sessanta (quando si aprì una fortuita finestra sulle sue attività) gestiva quasi 250 centrali operative segrete all'estero, in più di 100 paesi. Qui si pubblicavano dietro altre ragioni sociali svariate centinaia di periodici, fra grandi e piccoli, di ogni settore, dalla politica allo spettacolo allo sport ai fumetti; la tiratura totale annua era di 29 milioni di copie. Influenzava per mille vie e leveraggi un numero multiplo di insospettabili media esteri, fra Case cinematografiche e discografiche, reti televisive e radio, quotidiani e settimanali a diffusioni nazionali e locali. Influenzava la maggioranza delle agenzie di stampa internazionali, sicuramente quelle del «mondo libero», tipo l'inglese Reuter, la francese France Press, l'italiana ANSA (9) e così via. Gestiva poi in prima persona alcuni strumenti mediatici di grande potenza, fra cui spiccava la rete radiofonica mondiale Voice of America (VOA), che alla metà dei Sessanta diffondeva 790 ore di programmi alla settimana in moltissimi paesi, e in qualche decina di lingue.

L'attività dell'USIA rientrava nello Smith-Mundt Act e quindi le sue creazioni non potevano essere diffuse negli Stati Uniti, comprese le trasmissioni della VOA. Anzi, stando sempre al suo statuto, l'USIA non potrebbe eseguire nessun tipo di attività nel territorio statunitense. Nonostante ciò - a dimostrazione del fatto che negli Stati Uniti il rispetto delle leggi scritte è a discrezione dell'establishment - dal 1948 al 1967 l'USIA (in collaborazione con la CIA) ha finanziato la pubblicazione negli Stati Uniti di più di 1.000 (10), quasi tutti esportati in molti paesi. Erano generalmente libri di politica, storia e sociologia ma non mancavano altri soggetti, come ad esempio l'archeologia e la religione. Dal 1967 al 1976 ne furono finanziati almeno altri 250, mentre nulla trapelò più su tali attività editoriali dopo il 1976. Gli autori erano nomi insospettabili, fra i quali Milovan Gilas (The New Class), Walter Rostow (The Dynamics of Soviet Society), Hoang Van Chi (From Colonialism to Communism) (11).
Accanto a tali attività editoriali ce ne erano molte altre. Occorre citare almeno l'attività di promozione all'estero di prodotti culturali americani adatti, eseguita in concerto con le Multinazionali interessate. Rientravano nell'ambito libri di qualunque genere, anche romanzi o gialli; dischi di musica leggera; film e cartoni animati. Veniva incoraggiata la traduzione di opere, resa allettante in più modi la loro stampa a grande tiratura; ad autori americani venivano fatti vincere premi all'estero. Cantanti americani erano indotti a compiere tournee all'estero anche se non abbastanza remunerative per loro. Non era difficile che tali tournee fossero organizzate in periodi elettorali, o di particolare tensione politica per i paesi ospiti. Venivano premiati in mille modi gli organizzatori di spettacoli ed i presentatori dei vari paesi che inserivano molto materiale americano e che lo trattavano con ammirazione. Le star di Hollywood venivano inviale a partecipare a trasmissioni televisive o a manifestazioni. Shirley Temple compì numerosissime visite all'estero, sin da quando era la bambina prodigio chiamata «riccioli d'oro»: serviva ad offrire un'immagine di grazia ed innocenza agli USA e fu mandata specialmente in paesi africani. L'Italia fu sin da subito un paese principe per tali attività dell'USIA. Gli italiani - un popolo con forti limiti intellettuali - si entusiasmavano per divi e dive di Hollywood, e per le rock star americane, e mai sospettarono di essere manipolati. Almeno un paio di notissimi presentatori o presentatori-imitatori italiani traevano molti vantaggi dai loro contatti con l'USIA.

(8) American Foreign Policy in the Nuclear Age di Cecil V. Crabb jr; Harper and Row, Publishers; New York, 1965; pag. 345.
(9) Secondo Philip Agee, un ex agente della CIA in America Latina, nei primi anni Settanta il coi‑rispondente dell' ANSA da Montevideo in Uruguay, tale Fernando Chavez, era un agente della CIA. Vedi Inside the Company. CIA Diary di Philip Agee; Stonchill Publishing Company, New York, 1975.
(10) The CIA: A Forgotten History di William Blum; Zed Books Ltd, London, 1985; pag. 127.
(11) Idem, pag. 128.

 
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