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Nuova
"sindrome del golfo"
Un vaccino
anti-carbonchio causa della polmonite mortale per i marines?
Da "Il Manifesto" del
7 agosto 2003
Qual è la
causa dell'epidemia di polmonite acuta che ha colpito i militari Usa in Iraq e,
si viene a sapere, anche in Afghanistan? Per la prima volta ieri è stata
avanzata una possibile spiegazione: il vaccino contro il carbonchio. A sostenere
questa ipotesi è il professor John Sever, tra gli autori di uno studio fatto lo
scorso anno per conto del governo e che aveva individuato il vaccino contro
l'antrace come una causa «possibile o probabile» della polmonite che aveva
colpito due militari, secondo quanto riferito ieri dalla Upi. Sarebbero 167 i
militari americani colpiti dal male, di cui oltre un centinaio di stanza in Iraq
e ora trasferiti nella base tedesca di Ramstein. Due sono morti e altri tredici
sono in condizioni critiche e per respirare hanno ancora bisogno di un
respiratore. Quindici sono complessivamente i casi che destano preoccupazione:
14 uomini e una donna, dieci erano in Iraq, altri in Asia (Uzbekistan compreso),
14 appartenevano all'esercito uno alla marina. Quindi tra di loro non ci
sarebbero legami particolari. L'esercito americano ieri aveva escluso che tra le
cause ci fossero armi batteriologiche, come il vaiolo o il carbonchio, o anche
la Sars - che aveva causato centinaia di morti in Cina -, sostenendo che
comunque la polmonite acuta è diffusa tra i militari. Secondo il colonnello
Robert De Faites sono 400-500 i casi di polmonite acuta che si verificano ogni
anno tra i militari Usa, con in media tre morti. Ma l'incidenza che si sta
registrando in Iraq è molto maggiore. Tanto che un team di specialisti dovrebbe
arrivare in queste ore a Baghdad per cercare di identificare le cause e i legami
tra i vari casi. Un altro team è già arrivato in Kuwait, mentre altri due
medici stanno investigando nel centro medico di Landstuhl in Germania.
L'esercito americano ha lanciato l'allarme tra i militari che sono in Iraq e in
Afghanistan. Si tratta di una nuova «sindrome del Golfo»? Intanto in Iraq,
dove la guerra non è finita - e lo ammette anche il generale David McKiernan,
comandante delle truppe di terra nel paese occupato - continuano gli attacchi
alle truppe e gli incidenti. E si tende ad accreditare la tesi dell'incidente
per il camion che è esploso ieri nel centro di Baghdad provocando la morte di
almeno un iracheno. E' morto crivellato da proiettili un iracheno anche a
Samarra: aveva cercato di assalire una pattuglia statunitense. Due le vittime
tra le truppe americane, entrambe, questa volta, accidentali. Un soldato è
morto cadendo da un tetto a Mossul, nel nord dell'Iraq. Un altro è stato
stroncato da un infarto nella base di Camp Doha in Kuwait. Ma ieri sono state
prese nuovamente di mira anche le truppe britanniche che controllano la capitale
del sud, Bassora. Una bomba è esplosa alle 11 e 40, ora locale, a sue
chilometri a sud della città, sulla strada che porta a Zubair, pochi secondi
dopo il passaggio di tre camion britannici. L'esplosione ha però ucciso quattro
iracheni. Sospettate dell'attacco due donne velate che hanno sostato per almeno
mezz'ora sul luogo ed erano sparite poco prima dell'esplosione.
In questa situazione di totale instabilità, il Consiglio governativo ieri ha
azzardato di voler cercare di organizzare elezioni per la metà del 2004 in modo
che le truppe di ritirino e si possa tornare alla sovranità. Questo Consiglio
governativo nominato dagli americani non è infatti riconosciuto come
rappresentativo dell'Iraq dalla Lega araba dove il seggio di Baghdad resterà
vuoto finché il governo non sarà espressione di libere elezioni. Un
riconoscimento difficilmente passerà anche al Consiglio di sicurezza delle
Nazioni unite nonostante questo sia l'auspicio e la raccomandazione del
segretario generale dell'Onu, Kofi Annan. Nel Consiglio di sicurezza vi sono
paesi, con potere di veto, che non sono disposti ad appoggiare la gestione degli
occupanti anglo-americani.