Il dottore dimenticato
di Elia Dallabrida,
tratto da www.luogocomume.net
Il 13 agosto di molti anni
fa moriva un grande uomo, che oggi viene ricordato raramente nel mondo
accademico: si chiamava Ignaz Semmelweis, e diede inizio alla vera e propria
rivoluzione sanitaria per la prevenzione della trasmissione delle malattie
infettive.
La vicenda ha inizio intorno al 1840, nella divisione della clinica ostetrica di
un ospedale di Vienna diretto dal professor Klein (la sua struttura al tempo era
nota come “clinica della morte”, a causa dell’alto numero di donne che vi
moriva). A quel tempo infatti la mortalità per la febbre puerperale era molto
elevata, ma nessuno sembrava interessato realmente alle cause di tutti questi
decessi: la sofferenza delle donne e dei loro bambini passava attraverso
un'indifferenza che oggi non faticheremmo a definire "criminale".
La scienza di quel periodo aveva formulato solo alcune teorie per dare una
risposta al numero elevatissimo di morti fra le puerpere, senza però fare mai
nulla di concreto per provare ad arrestarle.
Ecco alcune di quelle ipotesi:
a) I fluidi provenienti dall'utero dopo il parto possono non avere una libera fuoriuscita, ma stagnare, andando così incontro a putrefazione e, risalendo poi nei tessuti e nel sangue, provocare dolore, febbre e infine la morte;
b) Durante la gravidanza l'utero ingrossato, premendo sull'intestino, determina una stasi fecale con conseguente immissione nelle vene di veleni provenienti dalle feci;
c) Un agente esterno, con ogni probabilità identificabile nell'aria impura circolante nelle corsie in cui sono ospitate le donne, provoca un'epidemia che colpisce le partorienti all'utero, determinando la lochioschesi (ritenzione dei flussi).
C'era però qualcuno che aveva preso a cuore questo problema, e ne stava seriamente studiando le possibili cause: il dott. Ignaz Semmelweis, un brillante e coraggioso medico ungherese a cui venne un'intuizione geniale. Ebbe modo di osservare che le morti fra le puerpere erano molto più elevate nel reparto dove esercitavano i medici (e anche gli studenti di medicina), i quali andavano a toccare le pazienti nelle loro parti più intime dopo aver dissezionato cadaveri in sala anatomica. Curiosamente però nella divisione gestita da ostetriche e levatrici, le morti erano inferiori di tre volte, e nessuno si era mai chiesto il motivo. (La mortalità nel padiglione gestito dalle ostetriche era inferiore perché loro non eseguivano dissezioni sui cadaveri, mentre i medici si, e poi con le mani sporche andavano a toccare le donne incinte).
Semmelweis svolse
approfonditi studi e giunse alla conclusione che queste morti dipendesero in
qualche modo dal fatto che nessun medico si lavasse le mani prima di assistere
le sue pazienti. Decise quindi di sfidare l'intero mondo accademico, e di
praticare e far praticare ai suoi sottoposti il lavaggio delle mani con cloruro
di calce prima di andare a toccare una partoriente. La mortalità, che nel 1846
era all'11,4%, scese nel 1848, dopo un anno di lavaggi delle mani, all'1,27%.
I suoi colleghi però, sorprendentemente, non la presero per niente bene. Nessuno
volle credere alle sue teorie ed iniziarono le derisioni pubbliche: lo
tacciandolo di essere un matto, uno stupido (il termine complottista al tempo
non esisteva ancora, ma sono sicuro che lo avrebbero usato volentieri), un
incapace. D’altronde ai medici non piace gli si dica di essere la causa della
morte per centinaia di migliaia di donne, c’è il rischio che possano perdere
credibilità e autorevolezza.
Le derisioni però
arrivavano in contemporanea con i risultati: infatti il numero dei casi di morte
da febbre puerperale nel suo reparto era stato praticamente abbattuto. Ma a
nessuno interessavano i dati, nemmeno all'ospedale di Vienna dove il dott.
Semmelweis stava prestando un ottimo servizio salvando la vita a migliaia di
donne. Fu infatti licenziato per aver dato disposizione di cambiare i protocolli
vigenti senza averne alcuna autorità.
Tornò a Pest, nel suo Paese, facendosi assumere all'ospedale S. Rocco ottenendo
anche qui un abbattimento del numero di decessi grazie al suo innovativo sistema
del lavaggio mani. Nonostante tutto però le critiche e le infamie da parte
dell'intera comunità scientifica non cessavano di arrivare, e anche a fronte di
tutti i risultati ottenuti nella prevenzione della febbre puerperale gli
attacchi dei suoi colleghi contemporanei arrivarono a seppellirlo. Alla fine
venne rinchiuso in manicomio dove morì pestato a sangue dai guardiani, nel 1865,
un anno dopo le scoperte di Pasteur riguardanti la contaminazione batterica, le
quali gli davano praticamente ragione.
E questo solo perché si lavava le mani e salvava la vita alla gente.
Ci vollero più di 40 anni
prima che le sue teorie venissero accettate ed applicate in sanità (periodo
durante il quale gli studi di Semmelweis vennero screditati e la gente tornò a
morire come prima), grazie alle quali oggi abbiamo rigidi protocolli e linee
guida importanti riguardanti il lavaggio delle mani che è attualmente
considerato la prima prevenzione per la trasmissione delle malattie infettive.
Ma da allora sono passati circa 170 anni e i tempi sono cambiati, la scienza si
è evoluta così come si sono evolute le infamie. Ora i medici considerati
"eretici" non vengono più fatti crepare in manicomio, è sufficiente scagliar
loro addosso i media e minacciarli di radiarli o radiarli direttamente
dall'Ordine, impedendo loro di esercitare la professione. La sola cosa che
accomuna i nostri tempi a quelli del dott. Semmelweis sono la totale noncuranza
per i risultati, i quali vengono platealmente ignorati, nascosti ed insabbiati
per la difesa della verità assoluta pretesa da Big Pharma