Le
straordinarie proprietà dell’olio di cocco
Tratto dal libro “Le eccezionali proprietà
curative della noce di cocco”, Macro edizioni.
https://www.cibocrudo.com/oli-vegetali/olio-di-cocco-puro
In India la palma
da cocco viene chiamata kalpa vriksha vale a dire «l'albero che fornisce tutto
ciò che serve per vivere». Nelle Filippine nell'isola del Pacifico invece
chiamata semplicemente «l’albero della vita».
A differenza della maggior parte delle piante da frutto, la palma da cocco
fruttifica per tutto l'anno perciò le noci sono sempre di stagione: crescono a
grappoli che di solito comprendono 5-12 noci, a volte anche di più.
Normalmente una pianta da cocco matura produce 1 grappolo al mese o 12 grappoli
all’anno, una palma produttiva può dare 100/140 noce ogni anno.
Dalla polpa di cocco essiccata si estrae l’olio, mentre la polpa matura fresca
viene grattugiata e trasformata in latte di cocco o olio vergine di cocco.
Quindi l’olio di cocco viene estratto sia dalla polpa fresca sia da quella
essiccata.
Il liquido all’interno di una noce fresca che spesso viene chiamato erroneamente
"latte di cocco" in realtà si tratta dell’acqua di cocco: il latte infatti è
completamente diverso per sapore, aspetto e contenuto nutrizionale e viene
prodotto estraendo il succo dalla polpa. L’acqua di cocco è limpida o
leggermente lattiginosa ed è molto simile l’acqua di sorgente (talmente pura che
nelle Filippine si usava iniettarla in vena al posto della classica
fisiologica).
Il fiore che alla fine si trasformerà in noce è la fonte dello zucchero e del
vino di cocco. Viene tagliata la punta di un bocciolo ancora quando e chiuso per
raccoglierne la linfa che ne fuoriesce in contenuti di bambù o in gusci di noce
di cocco. Ogni giorno dal taglio sgocciola fino a un litro di linfa zuccherina.
Per produrre lo zucchero vero e proprio, la linfa raccolta ogni mattina viene
bollita in grossi pentoloni finché si trasforma in un sciroppo denso e viscoso
molto zuccherino.
Olio di cocco e
patologie
Nella medicina tradizionale delle
Filippine l’olio di cocco è utilizzato per accelerare la guarigione di ustioni,
tagli e contusioni, lo si usa per massaggiare le articolazioni gonfie, per i
dolori muscolari e per accelerare la guarigione delle fratture ossee. Ma non
solo come vedremo.
Anche in India il cocco è impiegato per curare un gran numero di problemi di
salute e per nutrire l'organismo.
L’olio è molto apprezzato per la sua azione antimicrobica.
Come detto il cocco viene usato per curare un’ampia gamma di problemi di salute
che vanno da: amenorrea, asma, bronchite, contusioni, ustioni, raffreddore,
colite, costipazione, tosse, debolezza, dissenteria, dismenorrea, otite, febbre,
influenza, gengivite, gonorrea, interesse, calcoli renali, infestazione da
pidocchi, malnutrizione, nausea, parassiti, tubercolosi, eruzioni cutanee,
scabbia, mal di gola, mal di stomaco, gonfiore, mal di denti, tumori, febbre
tifoidea, ulcere e ferite.
Grassi saturi
A causa della pubblicità negativa che
in passato è stata riservata sui grassi saturi, molti ancora oggi sono confusi
sulle proprietà salutari dell’olio di cocco. Per oltre 30 anni i grassi saturi
in generale sono stati oggetto di attenta indagine per la loro tendenza a far
alzare il colesterolo. Essendo altamente saturo l’olio di cocco ha subito gli
attacchi più duri. La realtà come sempre è molto diversa: l’olio di cocco non ha
un effetto nocivo sul colesterolo, anzi.
Così facendo però sono riusciti a far sparire l’olio di cocco non solo dalla
dieta americana e da quella di molti paesi del mondo ma persino dalla farmacopea
mondiale, visto che veniva usato per problematiche di salute.
Il segreto
dell’olio
L’olio di cocco è unico. E’ diverso
dalla maggior parte degli altri oli. Ed è proprio questa differenza che gli
conferisce gran parte delle sue proprietà nutrizionali medicinale. Vediamo
perché.
E' unico perché è composto prevalentemente da Acidi Grassi a Catena Media (MCFA).
Gli acidi grassi a catena media sono più piccoli degli acidi grassi a catena
lunga (LCFA) per cui sono molto più facilmente digeribili e la loro
idrosolubilità è maggiore.
Quando si ingeriscono cibi che contengono trigliceridi a catena lunga (LCFA),
questi passano attraverso lo stomaco e raggiungono il tratto intestinale dove ha
luogo quasi tutta la loro digestione. Per la digestione dei grassi sono
necessari degli enzimi digestivi specifici secreti dal pancreas e la bile
prodotta dalla cistifellea.
Quando si digeriscono i trigliceridi a catena lunga i legami che tengono insieme
i singoli acidi grassi si spezzano e gli acidi grassi così separati vengono poi
assorbiti nelle pareti intestinali dove vengono raccolti in piccoli grumi di
grasso e proteine (lipoproteine). Queste lipoproteine vengono poi convogliate
nel flusso sanguigno dove circolano in tutto l’organismo. Durante il loro
trasporto le lipoproteine rilasciano nel sangue piccole particelle di grasso: è
questa la fonte dei grassi che si raccolgono nelle cellule lipidiche nei vasi
sanguigni finendo per istruirli (tristemente note placche).
Quando invece si consumano acidi grassi a catena media (MCFA) il processo è
completamente diverso.
Anche questi grassi viaggiano dallo stomaco al tratto intestinale, ma poiché
vengono digeriti con gran facilità (essendo più piccoli), nel momento in cui
lasciano lo stomaco sono completamente scomposti in singoli acidi grassi e di
conseguenza la loro digestione non richiede enzimi pancreatici e succo biliare.
Quando passano nel tratto intestinale vengono immediatamente assorbiti nella
vena porta e inviati al fegato dove vengono utilizzati come combustibile per
produrre energia.
I trigliceridi a catena media quindi bypassano lo stadio di lipoproteine nelle
pareti intestinali nel fegato. Non circolano nel flusso sanguigno in misura pari
agli altri grassi e di conseguenza non vengono immagazzinati nelle cellule
lipidiche e non ostruiscono le pareti delle arterie (placche).
Poiché questi acidi grassi vengono digeriti con facilità tendono a migliorare
l’assimilazione delle altre sostanze nutritive. Ecco perché quando si aggiunge
alla dieta l’olio di cocco, l’assorbimento di minerali come magnesio, calcio e
alcune vitamine del gruppo A, B, D, E, K ne risulta potenziato.
Dato che gli acidi grassi a catena media vengono prevalentemente utilizzati dal
fegato come fonte di combustibile per produrre energia, il consumo di olio di
cocco da un forte impulso al livello energetico dell’organismo.
Tutte le nostre cellule che sia esterne che interne sono in grado di assorbire
gli acidi grassi a catena media per produrre energia di cui hanno bisogno.
Questo è uno dei motivi per cui l’olio di cocco è uno dei più straordinari
unguenti medicamentosi in natura. Quando lo si applica per uso topico (esterno)
le cellule assorbono gli acidi grassi e li convertono in energia. L’attività
metabolica aumenta stimolando la guarigione e la riparazione.
I problemi e le imperfezioni (rughe, cicatrici, ecc.) della pelle scompaiono.
Azione
antimicrobica
Una delle caratteristiche più
straordinarie degli acidi grassi a catena media contenuti nel cocco è la loro
capacità di uccidere i germi e i parassiti. Negli ultimi 40 anni la ricerca
clinica ha dimostrato che questi grassi uccidono i batteri che causano malattie
come ulcera gastrica, infezione del tratto urinario, polmonite e altre ancora.
Sono letali anche per i lieviti, funghi e candida. Distruggono i virus che
provocano l’influenza, l’herpes, il morbillo, la mononucleosi e l’epatite C.
Le proprietà antimicrobiche vengono attivate solo dopo che i trigliceridi sono
convertiti nel tratto digerente in monogliceridi e acidi grassi liberi.
I tre importanti acidi grassi catena media contenuti nell’olio di cocco sono
l’acido laurico, l’acido caprico e l’acido caprilico.
I monogliceridi di questi acidi grassi sono la monolaurina, la monocaprilina e
la monocaprina.
La monolaurina ha il maggiore effetto antibatterico, antivirale e antifungino in
assoluto.
Ruolo protettivo
degli antiossidanti
Il processo ossidativo che ha luogo nei
grassi si chiama perossidazione e rappresenta un grosso problema perché provoca
la degenerazione di un gran numero di radicali liberi aggressivi. I grassi
insaturi, soprattutto quelli polinsaturi vegetali, sono fortemente soggetti
all’ossidazione (irrancidimento) e alla generazione di radicali liberi.
L’olio di cocco consiste per il 92% di acidi grassi saturi (la percentuale più
alta presente in qualunque altro grasso alimentare) e questo lo rende
estremamente stabile, resistente alla perossidazione e all’irrancidimento.
Il problema degli oli vegetali è che creano tanti radicali liberi in grado di
danneggiare cellule e tessuti.
Pochi sanno che gli acidi grassi contenuti nelle placche arteriose sono
prevalentemente costituiti da grassi insaturi e non da quelli saturi. Non a caso
il 74% degli acidi grassi contenuti nelle placche arteriose è insaturo. Nelle
placche non è stato trovato un solo acido grasso a catena media…
Sole e olio di
cocco
Un’ alternativa molto migliori dei
classici filtri (creme) solari e l’olio di cocco. Applicato sulla pelle protegge
dalle scottature e dal melanoma, ma a differenza delle creme solari (quasi tutte
tossiche) non blocca i raggi ultravioletti UV necessari alla sintesi
dell’importantissima vitamina D.
Non solo, l’olio di cocco al tempo stesso protegge l’epidermide e i tessuti
sottostanti dal danno che un’eccessiva esposizione al sole può arrecare.
Non a caso il tipo di grassi che assumiamo determina il modo in cui il corpo
reagisce alla luce solare.
I grassi alimentari infatti vengono incorporati nei tessuti della pelle. I
grassi polinsaturi, come detto prima, si ossidano con estrema facilità per
effetto della luce solare (e del calore) e generano aggressivi radicali liberi
in grado di innescare un danno alla pelle e un processo canceroso.
Tratto dal libro “Le eccezionali proprietà curative della noce di cocco”, Macro edizioni.
Avvertenza
importante: per beneficiare al massimo delle proprietà straordinarie dell’olio
di cocco, questo deve essere rigorosamente biologico, vergine e spremuto a
freddo.
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