La neolingua: dal “1984”
al….2016
Federico Catani –
tratto da “Notizie ProVita”, febbraio 2016
“1984” di George Orwell è un romanzo angosciante e tristemente profetico. La storia si svolge in un futuro prossimo: l‘autore scriveva nel 1948 e l’ha intitolato “1984”, appunto. Londra è la capitale dell‘Oceania, un macrostato retto da un regime totalitario al cui vertice c’è il Grande Fratello, che nessuno ha mai visto, se non nei grandi manifesti affissi ovunque. La società è governata secondo i principi del Socing, il socialismo inglese, che é il Partito unico. Tutti sono costantemente sorvegliati da onnipresenti teleschermi, anche in casa. I teleschermi trasmettono propaganda e vedono e ascoltano ogni movimento e ogni parola, anche durante il sonno: in questo modo il governo può controllare e reprimere facilmente ogni minimo atteggiamento, sebbene inconsapevole, che riveli pensieri contrari all'ortodossia del Partito.
“La neolingua é diventata realtà, e chi controlla i mass media la utilizza per attuare un vero e proprio lavaggio del cervello a tutti, bambini compresi”.
Per plasmare un‘umanità nuova, fedele alle sue direttive, il Grande Fratello introduce una nuova forma di linguaggio, la neolingua. Attraverso un lessico creata ex novo, infatti, è possibile instillare in ogni membro del Partito (cioè in ogni suddito) l'unica verità, quella che il Partito stesso decide di volta in volta. Nella neolingua sono ammessi solo termini che abbiano un significato preciso, privo di potenziali sfumature eterodosse: l’obiettivo é quello dl rendere impossibile un pensiero critico individuale.
Tutte le parole sgradite vengono censurate e catalogate come “psicoreato”: in tal modo diventa impossibile anche solo pensare a un argomento “proibito”. Infatti, se si sono eliminate le parole, non esistono più i concetti atti a mettere in discussione l’operato del Partito. La neolingua é particolarmente espressiva nei nomi dei vari dicasteri governativi. Il Ministero dell’Amore è preposto a imprigionare, torturare, rieducare chiunque mostri il minimo segno di eterodossia; il Ministero della Pace si occupa di guerra; il Ministero dell’Abbondanza stabilisce i razionamenti di cibo; il Ministero della Verità fa propaganda e cancella e riscrive la storia, nell’eventualità in cui non si conformi agli interessi del Partito.
I contenuti di libri,
giornali, film e documenti, per esempio, vengono riscritti continuamente: tutti
i fatti scomodi al Partito sono periodicamente e sistematicamente cancellati e
sostituiti.
Ovunque sono presenti i cosiddetti “buchi della memoria”, nei quali i membri dei
Partito gettano i documenti da distruggere. Anche la famiglia stessa viene
ridotta a uno strumento di controllo: i bambini vengono incoraggiati a osservare
i genitori e a riferire al governo ogni loro possibile comportamento ostile al
Partito.
“1984” è dunque un romanzo distopico, ovvero immagina una società fantastica
mostruosa, nella quale nessuno vorrebbe vivere. Eppure quanto Orwell scrive non
è poi cosi distante dalla società in cui viviamo.
“Viviamo davvero in un mondo che ha dimenticato
il principio di identità e di non contraddizione”.
La neolingua é diventata
realtà, e chi controlla i mass media la utilizza per attuare un vero e proprio
lavaggio del cervello a tutti, bambini compresi.
La parola “sesso” è sempre più interscambiabile con i termini “genere”,
“orientamento”, “identità di genere”, in omaggio ai diktat della teoria gender.
Di aborto si parla poco, preferendo usare l’espressione “interruzione volontaria
della gravidanza” o, meglio ancora, la sua asettica sigla IVG, per indurre a
pensare che non si tratta di uccidere qualcuno, ma di un diritto volto a
tutelare la libertà delle donne. E infatti sono ben note anche le diciture
“diritti sessuali e riproduttivi” o “aborto terapeutico”.
Lo stesso vale per la fecondazione artificiale: non va chiamata così, ma “procreazione medicalmente assistita”, o PMA. Il termine “utero in affitto” non si può utilizzare e in certi Paesi, come ad esempio il Canada, chi vi ricorre è passibile di ammenda: si deve dire “gestazione di sostegno”. Così come si parla di “donatori” di gameti per nascondere che in verità si tratta di un rapporto di compravendita. Il termine “eutanasia” serve a mascherare l’omicidio di un malato.
Per non parlare poi del
cosiddetto “matrimonio egualitario”, ovvero il “matrimonio” omosessuale.
Il matrimonio, per definizione, è tra un uomo e una donna. In questo caso invece
se ne estende indebitamente il significato, applicandolo a situazioni del tutto
diverse. Tanto che poi, quale logica conseguenza. si arriva a parlare di
adozioni gay (e la stessa parola “gay” non dovrebbe aver nulla a che vedere con
l’omosessualità).
Chi si oppone si macchia
del grave reato di omofobia, concetto totalmente inventato per scopi ideologici.
Cosa significa infatti omofobia? Quando si è omofobi? Con la legge Scalfarotto,
per ora ferma al Senato, ci si avvicina molto al sistema di psicopolizia
dell’Oceania orwelliana.
Non c’è forse anche oggi un Ministero della Verità che impone con la forza le
sue menzogne? Un ministero che modifica il linguaggio adattandolo, per rimanere
in tema, all'ortodossia omosessualista?
E chi non si piega non viene forse perseguito duramente e rieducato (si veda
l‘esemplare caso di Guido Barilla) dal Ministero dell’Amore che, in nome del
dialogo e della tolleranza, non accetta la benché minima forma di pensiero
eterodosso?
La neolingua imposta dal
Grande Fratello serve a impedire ogni deviazione. I membri del Partito (tutti i
sudditi) devono essere in grado di emettere giudizi eticamente o politicamente
corretti con Io stesso automatismo con cui le mitragliatrici sparano i
proiettili. Obiettivo finale, come detto, e impedire che si arrivi anche solo a
ipotizzare pensieri o concetti eterodossi. Oggi accade grosso modo lo stesso.
E alla fine tutti ci ritroviamo, inconsapevolmente, a ritenere normale tutto
quanto ci vogliono far credere lo sia: che due uomini si sposino e abbiano dei
figli; che una donna tenga in grembo un bimbo per nove mesi per poi darlo ad
altri ricevendo in cambio denaro; che ogni sentimento d‘affetto è amore; che
esistano tanti tipi di famiglie; che per un bambino l‘importante sia essere
amato, e non importa se a farlo sono due omosessuali; che vietare l’aborto è una
barbarie; che pretendere un figlio, con ogni mezzo, è giusto; che embrioni o
feti malati debbano essere eliminati “per il loro bene”; che non sempre la vita
sia degna di essere vissuta e che dunque sia preferibile togliersela, e cosi
via.
“Tutti ci ritroviamo, inconsapevolmente,
a ritenere normale tutto quanto ci vogliono far credere lo sia”.
Tutto, anche nella nostra
società, é programmato per manipolare le menti. Nella neolingua esiste il
termine “nerobianco”. Come altre parole, si riferisce a due significati che si
negano a vicenda: il nero, ad esempio, è bianco quando il Partito ordina che sia
così. Ma, attraverso il bipensiero, indica anche la capacita di credere davvero
che il nero sia bianco, e di sapere che cosi effettivamente è. A dispetto della
realtà.
Se i fatti smentiscono l’ideologia, tanto peggio per i fatti. Viviamo davvero in
un mondo che ha dimenticato il principio di identità e di non contraddizione. In
Oceania, se il Partito dice che 2+2=5 bisogna credere e sapere che cosi é.
Quanti ricorrono a termini normali, classici, con un loro specifico significato,
legati al mondo reale, vengono considerati pazzi, antiquati ed eretici e vanno
quindi messi a tacere, minacciati e riformati.
Se però qualcuno continuerà ancora a dire “pane al pane e vino al vino” -
sostenendo che un bambino ha bisogno di un papà e di una mamma: che la famiglia
è fatta da uomo, donna e figli; che l’aborto è un omicidio; che i figli non si
comprano... - potrà orgogliosamente ritenersi un anticonformista. Un vero
ribelle al nuovo Grande Fratello di oggi: “Nel tempo dell’inganno universale
dire la verità è un atto rivoluzionario”, diceva Orwell. E ne vale la pena.