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- Vaccinazione
contro il Papillomavirus: i benefici ed i rischi
L'ex ministra Livia
Turco, prima di lasciare il suo Ministero della salute, ha fatto inviare
(a nostre spese) 250 mila lettere ad altrettante bambine italiane che
nel 2008 compiono 12 anni!
Lo scopo è, tramite la paura e i sensi di colpa, "invitare" i
genitori inconsapevoli, a far vaccinare la propria figlia contro il terribilissimo
Papillomavirus!
I vaccini Gardasil della multinazionale Merck (la stessa che ha
causato una strage planetaria con l'antidolorifico, antinfiammatorio
Vioxx) costano (per 3 iniezioni) oltre 564,45 euro.
Il Cervarix della britannica GlaxoSmithKline (che produce
'mostarde azotate', come l'Alkeran: agente vescicante da guerra chimica,
usato in chemioterapia, oppure l'Hycamtin da 1850 euro a fiala) costa
invece (per 3 iniezioni) solamente 470.37 euro.
Il tutto naturalmente viene pagato dal Servizio sanitario nazionale:
cioè da noi con le tasse!
Un bel regalo di addio, fatto dalla "mamma" Turco, alle
lobbies del farmaco!
Qui sotto un abstract dal recentissimo libro scritto dai medici Roberto
Gava (farmacologo, tossicologo, omeopata e una delle massime autorità a
livello nazionale su vaccini e problematiche connesse) ed Eugenio
Serravalle (pediatra).
Visto che in ballo c'è la salute dei nostri figli, prima di prendere
una qualsiasi decisione (per poi magari pentirsene) è bene informarsi
adeguatamente e correttamente.
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Vaccinare
contro il Papillomavirus?
A cura dei Dottori Roberto Gava e
Eugenio Serravalle
Tratto da libro: “Vaccinare contro il Papillomavirus? Quello che dobbiamo sapere prima
di decidere”
Il Papilloma Virus
umano (HPV: Human Papilloma Virus) oggigiorno costituisce la più comune
infezione trasmessa sessualmente. (…)
Flora
normale dell’apparato genitale femminile
(…)
Più di 100 specie differenti sono state identificate quali componenti
della flora normale. (…)
Tale flora comprende batteri, funghi, e virus.
Va subito detto che i microrganismi presenti come flora normale in
differenti fasi della vita di una donna sono gli stessi che possono
causare infezioni ostetriche e ginecologiche in idonee circostanti.
Inoltre, non va dimenticato che anche i batteri classicamente
considerati come patogeni possono far parte della flora normale.
Quindi, abbiamo soggetti sani che
albergano batteri saprofiti e patogeni e abbiamo i medesimi soggetti che
in particolari condizioni di debolezza immunitaria possono ammalarsi a
causa dei medesimi germi che prima risiedevano in loro in modo del tutto
asintomatico. (…)
Una semplice conseguenza della constatazione di questa ricca flora
microbiologica cervico-vaginale è che una diagnosi laboristica di
cervicite cronica non è altro che il normale aspetto di un normale
collo uterino. (…)
E’ ovvio che se le difese immunitarie della donna si abbassano per un
qualche motivo, è possibile che qualcuno di questi germi prenda il
sopravvento e induca una patologia locale che allora si esprimerà a
livello clinico con una sintomatologia specifica dell’infezione. (…)
Un altro dato molto importante da ricordare e che poi ci servirà per
capire meglio l’infezione da HPV è che la microflora vaginale non
varia solo da donna a donna ma anche, in una stessa donna, durante il
tempo.
La flora vaginale muta con l’età, con l’attività sessuale, con le
fase del ciclo mestruale, con la gravidanza e con l’assunzione di
determinati farmaci. (…)
Epidemiologia dell’infezione da HPV
(…) Si ritiene che oltre
l’80% delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della vita,
con un picco nelle giovani sotto i 25 anni, ma ci sono dati scientifici
che dicono che questo virus sia presente in almeno l’80% di entrambi i
sessi e che sovente si ritrovi nell’uomo fin dalla sua nascita.
In un documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la quasi
totalità (93-96%) dei casi di tumore della cervice uterina è associata
all’infezione del tratto genitale con Papilloma virus umano.
Importanza del tipo e della variante
genetica
Sappiamo che alcuni tipi e
alcune varianti dell’HPV sono più frequentemente correlati con lo
sviluppo del carcinoma della cervice uterina.
Sono stati descritti oltre 120 genotipi di Papillomavirus umano (…)
Di questi, circa 40 possono infettare il tratto genitale degli uomini e
delle donne ed essere trasmessi attraverso i rapporti sessuali, ma dai
dati disponibili sembra che siano sono 15 i tipi che, oltre
all’infezione, possono causare anche la neoplasia cervicale. (…)
Non è assolutamente detto che questi virus possano indurre in una donna
un carcinoma cervicale, perché quasi sempre questi HPV vengono
eliminati dalle difese immunitarie dell’organismo (più
specificatamente dalla risposta linfocitaria Th1) ed è semplicemente
eccezionale che uno di essi possa indurre il carcinoma. (…)
Decorso clinico
(…)
-
persistenza prolungata
e spesso asintomatica (nel 10-15% dei casi);
- progressione dell’infezione verso lesioni precancerose che restano tali (nell’1% dei casi e solo in presenza di una alterazione del sistema immunitario)
-
progressione delle lesioni
precancerose verso lesioni cancerose (nell’1% delle lesioni
precancerose e solo in presenza di una importate alterazione del sistema
immunitario).
Quindi,
la maggior parte delle infezioni da HPV si risolve spontaneamente in
circa 12-18 mesi e anche le infezioni ad alto rischio tumorale
guariscono da sole senza lasciare conseguenze per la salute della donna
nel giro di pochi mesi.
Nel 10-15% dei casi, invece, il virus convive per tutta la vita del
soggetto che lo ospita nelle sue cellule e non crea alcun problema (in
questi casi il test per l’HPV sarà positivo (…)
Circa l’1% delle infezioni da HPV danno luogo a lesioni precancerose
che, se non identificate e/o non opportunamente trattate, in organismi
immunologicamente deboli e in una percentuale inferiore dell’1% delle
donne che le presentano, possono progredire nell’arco di 20-50 anni in
tumori cervicali.
Infatti, se un’infezione virale
molto comune come quella da HPV conduce allo sviluppo di un tumore così
raro, significa che la probabilità che l’HPV ha di causare carcinoma
è veramente eccezionale. In ogni caso, comunque, questo
eccezionale processo richiede anche molti anni per svilupparsi e
abbisogna di una particolare e cronica deficienza immunitaria.
Quindi, l’infezione da HPV non
è una malattia, ma solo un fattore di rischio e anche un rischio
basso e la storia naturale dell’infezione dipende solo dalla risposta
immunitaria linfocitaria (specialmente la risposta mediata dai linfociti
T) ed è quindi condizionata dall’equilibrio che s’instaura tra
ospite e HPV.
Ruolo del sistema immunitario
(…)
E’ in questa fase, quindi, che gioca un ruolo determinante la risposta
immunitaria cellulare Th1 mediata dai linfociti T (i linfociti
citotossici CD8 e i linfociti helper CD4).
Questi globuli bianchi attivano strategie di sorveglianza
intracellulare che agiscono sia bloccando l’espressività biologica
degli oncogeni virali sia eliminando le cellule infettate attraverso
l’apoptosi (cioè la morte cellulare programmata).
E’ proprio per questa importante considerazione che si guarda con un
certo sospetto verso un vaccino che agisce stimolando la risposta
immunitaria anticorpale Th2, una risposta inoltre che, come vedremo
nella pagine seguenti, è destinata ad affievolirsi rapidamente a
partire da pochi mesi (circa 7) dopo la prima dose del vaccino anti-HPV.
(…)
Sono necessarie particolari norme
igieniche?
(…)
Una donna, che ha appena debellato spontaneamente un’infezione da HPV
non deve preoccuparsi dell’ipotetico eventuale ricontagio da parte del
marito, nel caso che questi fosse un portatore sano di HPV, dato che il
passarsi vicendevolmente l’infezione non comporta problemi o pericoli.
Inoltre il preservativo non protegge completamente dal passaggio dell’HPV
e quindi il suo uso è relativo in questa infezione.
In ogni caso, se due coniugi dovessero preoccuparsi dei germi che ognuno
potrebbe ricevere dall’altro, non dovrebbero neppure baciarsi, cioè
dovrebbero “baciarsi” come si dice che facciano gli esquimesi:
strofinandosi il naso (anche molto delicatamente e per brevissimo tempo,
dato che anche sulla cute ci sono germi).(…)
HPV e gravidanza
Alcune donne si pongono il
problema se l’infezione da HPV può compromettere una gravidanza o
comunque la salute del bambino. La risposta a questo dubbio è molto
semplice: questo problema non sussiste quasi mai, perché l’HPV è un
virus normale della microflora cervico-vaginale e quindi non compromette
la gravidanza: circa il 25% delle gravide ha il test dell’HPV positivo
a causa del fisiologico calo delle difese immunitarie che lo stato
gravidico induce (…)
Non solo non ci sono rischi per la gravidanza, ma non ci sono neppure
rischi per il neonato che, anzi, ha bisogno di confrontare il suo
sistema immunitario con una moltitudine di microrganismi durante la
nascita, quando respirerà o mangerà, quando si metterà in bocca le
mani e vari oggetti tutt’altro che sterili, quando gattonerà, quando
andrà all’asilo, ecc.
Tratto da libro: “Vaccinare contro il Papillomavirus? Quello che dobbiamo sapere prima
di decidere”