Vaccini e
l’esperimento ribelle di Leicester
Marcello Pamio - tratto dal libro
«Malattie, vaccini e la storia dimenticata»
Era il
marzo del 1885 e dopo un lungo rigido inverno la città manifatturiera di
Leicester in Inghilterra si godeva una delle prime belle giornate di primavera.
A migliaia dalle zone limitrofe, dalle cittadine circostanti si sono riuniti in
protesta contro ciò che sentivano come una legge ingiusta imposta da loro
governo britannico.
Sebbene la vaccinazione contro il vaiolo fosse in uso sin dal 1800, il governo
non aveva introdotto alcun obbligo prima dei decreti del 1840 e del 1853.
La legge del 1853 mise in piedi l’apparato governativo per esigere che ogni
bambino fosse vaccinato entro tre mesi dalla nascita. Attraverso una serie di
leggi nel corso degli anni il governo britannico aveva, al tempo della protesta
di Leicester, reso un crimine il rifiuto della vaccinazione antivaiolosa
punibile con contravvenzioni o carcerazione.
Il «Vaccination
Act» del 1867 consolidò le leggi esistenti in tema di vaccini e istituì una
contravvenzione per i genitori che non avessero presentato i propri figli alla
vaccinazione entro tre mesi dalla nascita.
A dispetto dell’azione del governo per assicurare un altissimo tasso di
vaccinazione, una massiccia epidemie di vaiolo colpi non soltanto Leicester ma
tutta l’Inghilterra e altre parti del mondo nei primi anni Settanta del 1800.
L’epidemia di Leicester comportò migliaia di casi di vaiolo e centinaia di morti
scuotendo fin nel profondo la fiducia di molte persone nei poteri protettivi del
vaccino.
«Deve colpire l’osservatore riflessivo quanto assai singolare sia il fatto
che tutte le recenti epidemie di vaiolo siano apparse fra popolazioni in cui le
leggi che obbligano al vaccino siano state portate avanti con rigore
sistematicità. Il 96% dei nuovi nati a Londra sono protetti dal vaccino»
(1884, “Leicester Mercury”).
Le leggi
all’inizio erano state approvate dopo che le persone avevano rifiutato il
vaccino una volta notate le conseguenze negative. In seguito, si erano
sottomesse a causa delle nuove leggi e tuttavia erano ancora colpite da epidemie
mortali di vaiolo. Dopodiché, sempre più persone si erano andate ribellando.
Per quanto fosse contrario alla logica, il governo aveva deciso di incrementare
il tasso di vaccinazione ricorrendo a ufficiali sanitari che avrebbero
perseguitato i genitori che rifiutassero di vaccinare i propri figli.
«Le azioni penali nelle città aumentarono dalle 2 del 1869 alle 1.100 e più
nel 1881, e il totale in quei 12 anni fu di oltre 6.000. Di queste 64 avevano
portato l’arresto e 193 il pignoramento» (“British Medical Journal”, 18
dicembre 1948)
Le contravvenzioni ricadevano in modo sproporzionato sui poveri che, se non
potevano permettersi di pagare la penalità per non aver ottemperato alla legge
vaccinale, sarebbero stati costretti a compensare il pagamento dovuto con
pignoramenti e vendita dei propri beni.
A causa degli esiti gravi e talvolta fatali della procedura e del sostegno
decisivo del governo alla vaccinazione forzata per mezzo di contravvenzioni e
arresti, le persone erano motivate alla rivolta. In gran numero si riversano
sulle strade di Leicester per protestare…
Al tempo
della dimostrazione migliaia di procedure penali venivano condotte contro i
genitori che rifiutavano la vaccinazione per i figli.
«Al momento ci sono più di 5000 persone citate in giudizio per essersi
rifiutate di adempiere alla legge…le citazioni in giudizio per l’anno 1884 non
erano state che 7, ovvero un po' più di uno ogni due mesi, mentre al momento
ogni settimana vengono fatte udienze o disposte convocazioni in numero di 45»
(“The Times”, 24 marzo 1885).
Era un’atmosfera festosa con la musica e centinaia di bandiere e striscioni
dispiegati che dicevano cose come «la libertà è un nostro diritto di nascita
e libertà è ciò che chiediamo», «le leggi oppressive rendono la gente
scontenta», «i tre pilastri della vaccinazione: Frode, Forza e Follia»,
e «non imploriamo più, noi pretendiamo il controllo sui nostri figli.
Sia le
scenografie, sia i motti erano molto copiosi. Una rappresentava una effigie del
dottor Jenner con l’iscrizione “infanticida”, un’altra era un intero corteo
funebre che consisteva in una bara su un catafalco aperto, persone in lutto,
ecc., e l’iscrizione “Un’altra vittima del vaccino”...»
(“The
Leeds Mercury”, 24 marzo 1885).
Il lungo
corteo di 2 miglia sfilò due ore per la città ricevendo il sostegno a sé stante
ed entusiasta delle persone in vari punti lungo il percorso. I cittadini
dimostrano il loro sostegno agitando striscioni con bandiere e moti lungo la
strada. Gli organizzatori dell’evento stimano che il numero dei partecipanti
fosse stata fra gli 80.000 e i 100.000.
«Molti dei presenti avevano sofferto per via delle leggi, e tutto quello che
chiedevano era che in futuro, loro e i propri figli, potessero essere lasciati
in pace. Una vasta e crescente porzione del pubblico era dell’opinione che il
miglior modo di sbarazzarsi del vaiolo e malattie analoghe fosse l’utilizzo di
molta acqua, buon cibo, case luminose e arieggiate, assicurandosi che la giunta
comunale tenesse le strade pulite e le fogne in buono stato». («Leicester:
sanitation versus vaccination», 1912).
Queste persone impavide volevano poter decidere per la propria salute e quella
dei propri figli e così combattevano per l’autodeterminazione.
«La spaventosa mortalità da vaiolo in una Leicester del tutto vaccinata e
presumibilmente ben protetta, negli anni 1871-72, ebbe l’effetto di distruggere
la fede della gente nel vaccino “protettivo”. Il risultato fu che i poveri come
i ricchi, i lavoratori e gli aristocratici, e le autorità municipali iniziarono
a rifiutare il vaccino per i propri figli e per se stessi. I rifiuti
proseguirono fino al 1890 quando, anziché il 95%, la vaccinazione raggiunse solo
il 5% circa di tutti i nuovi nati» (“Twentieth Century Magazine”, 16 gennaio
1911).
La
reazione pubblica culminò in Inghilterra nella grande manifestazione di
Leicester del 1885.
Quello stesso anno la giunta municipale di Leicester, che aveva fatto pressione
per la vaccinazione attraverso l'uso di contravvenzioni e arresti, venne
sostituita da una nuova giunta che si opponeva all’obbligatorietà del vaccino.
Già nel 1887 i tassi di copertura vaccinale erano scesi al 10%.
Il «Metodo Leicester» si affidava alla quarantena per i pazienti affetti da
vaiolo e alla disinfezione completa delle loro abitazioni.
«Il Metodo consiste in questo: non appena emerge un caso di vaiolo, il
medico, il proprietario sono obbligati a dichiararlo subito in municipio, pena
una sanzione. Per telefono viene subito chiamata l’ambulanza preposta ai casi di
vaiolo, che si occupa di tutte le procedure del caso, è così, nell'arco di poche
ore, il malato è al sicuro in ospedale. La famiglia e gli abitanti della casa
vengono messi in quarantena, in ambienti confortevoli e la casa viene
disinfettata da cima a fondo. Il risultato è che sotto ogni aspetto la malattia
viene debellata in modo pronto e completo a un costo esiguo». (“The Times”,
24 marzo 1885)
Per quanto
fosse chiaro che il “Metodo Leichester” era superiore al vaccino, coloro che con
forza sostenevano la validità della vaccinazione, che credevano che l’immunità
goduta dalla città di Leicester fosse momentanee e che prima o poi la cittadina
avrebbe sofferto di una vasta epidemia di vaiolo.
Sir D. Corrigan, medico esponente del comitato del 1871 affermo a proposito del
Vaccination Act: «un bambino non vaccinato è come un sacchetto di polvere da
sparo che potrebbe far esplodere l’intera scuola e pertanto non dovrebbe essere
ammesso a scuola a meno che non sia vaccinato» (“Twentieth Century
Magazine”, 16 gennaio 1911).
«Saranno i bambini non protetti coloro sui quali il flagello si abbatterà con
maggior forza, e le campagne circostanti patiranno le conseguenze di un epidemia».
(“Boston Medical and Surgical Journal”, 16 aprile 1885).
La profezia che alla fine sarebbero stati flagellati da un disastro non si
avverò mai.
Leicester
godette di un miglior successo contro il vaiolo rispetto ad altre città inglesi
con alti tassi di vaccinazione. Nel 1893 il vaiolo esplose nei distretti ben
vaccinati di Mold nel Flintshire, in Inghilterra, ebbero un tasso di mortalità
32 volte più alto di quello di Leicester.
Persino dopo 30 anni dal successo dell’esperimento di Leicester, vi erano coloro
i quali ancora pensavano che alla fine un disastro avrebbe colpito «gli sciocchi
non protetti» che non erano a favore della vaccinazione.
Un articolo dal 1914 sono “New York Times” affermava: «possiamo predire senza
timore di sbagliare che una terribile resa di conti si abbatterà
sull’Inghilterra. Potrebbe essere giusto affermare che questo sia il sistema
della natura per eliminare gli sciocchi che non hanno abbastanza buon senso per
vivere in moderne comunità, ma tra i defunti ce ne saranno molti che sono stati
tratti in inganno da uomini considerati esperti degni di fede» (“New York
Times”, 5 aprile 1914).
La vaccinazione contro il vaiolo è stata sospesa quasi 100 anni più tardi, ma il
fatto che la pratica fosse superflua e avesse causato inutili sofferenze e morte
non fu mai riconosciuto o ammesso. Invece nonostante tutti i gravi problemi che
aveva generato, e la mancanza di prove che ne dimostrano l’efficacia, è ancora
difesa come esemplare nel promuovere la fede odierna nei vaccini.
Il 1948
pose fine alla vaccinazione obbligatoria in Inghilterra.
Dopo l’epidemia del 1872 a Leicester i tassi di vaccinazione insieme a quelli di
mortalità da vaiolo scesero. Al contrario di quel che gli entusiasti del vaccino
dicono oggi, la mortalità complessiva dei bambini diminuì dopo il 1885 mentre il
tasso di vaccinazioni precipitarono. Decenni di rigide leggi sulla vaccinazione
non fecero assolutamente nulla per migliorare la generale aspettativa di vita
dei bambini nelle varie fasce di età.
«Contrariamente alla convinzione popolare, il vaiolo non è stato eradicato
dalla vaccinazione di Massa» (“History Today”, marzo 1999).
L’esperimento durato più di 60 anni non solo ha attestato il successo del
metodo, ma ha anche dimostrato che il pensiero scientifico considerato
comprovato poteva essere in errore.
Nel 1911 il dottor J. W. Hodge disse: «l’esperienza della non vaccinata
Leicester apre gli occhi alla gente e rappresenta una spina nel fianco per tutti
i vaccinisti del mondo. Ecco una grande città manifatturiera con una popolazione
di quasi un quarto di milione di abitanti, che ha dimostrato, con la prova
cruciale di un’esperienza che dura ormai da più di un quarto di secolo, che una
popolazione non vaccinata è di gran lunga meno suscettibile al vaiolo, e di gran
lunga meno afflitta da quella malattia, da quando ha abbandonato la
vaccinazione, rispetto a quanto lo fosse al tempo in cui il 95% dei nuovi nati
erano vaccinati e la popolazione adulta era vaccinata più volte» (“Twentieth
Century Magazine”,16 gennaio 1911).
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