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Il 4°
Evangelo contro il Giudaismo
Tratto
da libro: «Il Vangelo esoterico di Giovanni»
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«Il
Vangelo di Giovanni, ha scritto il comandante Lipman (Della Cena
Cristiana,1913), ha deliberatamente gettato il giudaismo fuori
bordo, come una zavorra ingombrante».
«Il
4° Evangelo, scrive da parte sua Albert Réville (Il 4°
Evangelo) ha definitivamente emancipato il pensiero cristiano
dalla teologia giudea e gli ha dato le sue lettere di naturalizzazione
nella filosofia greca»
«La maniera in cui l’evangelista, nel capitolo VII e in quello
seguente, parla dei giudei e dei farisei, dice ancora, mostra
chiaramente come egli non si consideri appartenente al popolo giudeo».
«In
generale, ha parlato dei Giudei come d’una classe di uomini stranieri
ai quali non si riattacca l’autore dell’Evangelo», dice Reuss (La
Teologia gioannita)
Secondo Henry Delafosse (Il 4° Evangelo, 1925), il Cristo
dell’Evangelo Giovannita rigetta l’Antico Testamento; lo respinge
con disprezzo. Dirà sdegnosamente ai Giudei, parlando della legge di
Mosè: «Vostra legge». Essa non è dunque affatto la sua? Di
conseguenza i riferimenti a Mosè, ai profeti, ai patriarchi che
racchiude il 4° Evangelo sarebbero delle interpretazioni tendenziose.
L’idea
dell’importanza dell’Antico Testamento è scartata
dall’affermazione che i Giudei non hanno mai inteso la voce di Dio né
visto la sua faccia (Giovanni V-37) e da questa dichiarazione, dice
Reuss, che ha causato tanta insonnia ai teologi: «Tutti quelli che
sono venuti prima di me sono dei ladri e dei briganti» (Giovanni
X-8).
L’Evangelista dice che Cristo chiamava i giudei «i figli del
diavolo» (Giovanni VIII-44)
«Il
padre da cui voi siete nati, è il diavolo, e voi volete compiere i
desideri di vostro padre (condannarlo a morte). Egli è stato
omicida dal principio e non è mai stato ancorato alla verità, perché
la verità non è affatto in lui. Tutte le volte che egli dice menzogne,
esprime se stesso, perché egli è mentitore e padre di menzogna».
Così per il redattore del 4° Evangelo, Jehovah sarebbe Satana. Cioè
quello che dichiarano i Catari.
Secondo Déodat Roché (Il Genio d’Oc, Cahiers du Sud, 1943):
«Gnostici, Manichei e Catari, respingevano della Bibbia le
concezioni giudaiche che fanno di Jehovah un Dio assai potente, ma anche
un Dio vendicatore e distruttore. Le concezioni giudaiche non
distinguevano più il bene dal male ed il giudeo-cristianesimo che ne è
risultato, ha falsato la dottrina cristiana. I Catari, pervasi di
sentimento cristiano, ripudiavano tali nozioni della divinità, che
causarono tutte le persecuzioni e le violenze inspirate dallo spirito
religioso.
L’abate Douais, nelle sue istruzioni alla Somma delle Autorità ha
riconosciuto che essi avevano il merito di sganciarsi da quello spirito
giudaico che ispirava delle sette retrograde nel medio evo, e di
dirigere i loro sguardi verso un cristianesimo sganciato dalle antiche
leggi di coercizione e di vendette.
«Dall’epoca
di Paolo, scrive C. Toussaint (La Gnosi Paolina) il
cristianesimo si oppose in maniera feroce al giudaismo. Per Marcione
(II secolo) vi
è antitesi assoluta tra il cristianesimo e il giudaismo in quanto il
secondo altera il primo. San Paolo ha dichiarato più volte che Gesù-Cristo
ci aveva liberati dalla Legge di Mosé».
Ciononostante
nel capitolo V-17 di Matteo troviamo la famosa frase sulla quale si
appoggiano i giudeo-cristiani: «Io non sono venuto per distruggere
la Legge, ma per attuarla».
Ma è attuare il termine giusto? Non sarà piuttosto la parola completare?
In effetti, se leggiamo il seguito del capitolo, troviamo che è detto
nella Legge: fate questo, ma che Cristo dichiara: fate quello. I sei
casi messi a confronto, hanno lo scopo di modificare, di completare o
d’annullare gli insegnamenti della Legge concernenti il giuramento, la
vendetta, l’odio dei nemici, la donna adultera, ecc. si contraddice
dunque l’insegnamento della Legge di Mosè. D’altra parte i Giudei,
lo hanno condannato a morte perché tutta la dottrina di Cristo è
contraria a questa legge, e per mettere fine alla predicazione.
Tutto il capitolo XXIII di Matteo è consacrato a maledire gli scribi, i
farisei «assisi sulla cattedra di Mosé» a predicare le loro più
terribili punizioni. «Essi percuoteranno ed uccideranno nello loro
sinagoghe i profeti, i saggi che io invierò loro, ma tutto il sangue
innocente che essi avranno fatto versare ricadrà su di essi».
D’altronde,
nell’Evangelo gioannita, capitolo I, è scritto: «La legge è
stata data a Mosé ma la Grazia e la Verità sono venuti da Gesù Cristo».
Non dimentichiamo che i cristiani amavano ripetere questa formula: «Il
Cristo ci ha affrancato con la sua morte, dal giogo della Legge»
Giudei furono gli avversari accaniti di Cristo e del Cristianesimo.
Sotto la penna di Giovanni, il termine oi iousàioi (i Giudei)
designa uniformemente gli avversari di Cristo (VII-I, II, 15-35,
VIII-22-48-52-57-59, IX-18-22, ecc.)
Egli disse che i Giudei non potevano ascoltare la parola di Cristo
(VIII-43). In questo stesso capitolo, vediamo i Giudei «protestare
contro un insegnamento che rovescia le basi stesse della religione
nazionale» (Reuss).
Questa ostilità risulta da numerosi passi del 4° Evangelo. Sin
dall’inizio (capitolo V) tutta la nazione ci è rappresentata come
assolutamente ostile verso Cristo, e desiderosa di farlo morire.
L’autore dell’Evangelo ci fa sapere che questi istinti omicidi verso
Cristo sono permanenti (capitolo VII-I, 25, X-31).
«Gesù
non voleva restare in Giudea, perché i giudei cercavano di farlo morire»
(VII-I)
Qualche abitante di Gerusalemme diceva: «Non è quello, colui che
essi cercano di fare morire?» (VIII).
«Allora
i Giudei presero nuovamente delle pietre per lapidarlo» (X-31)
Coloro che avrebbero voluto avvicinarsi a Cristo non osavano farlo per
timore dei Giudei.
«Nessuno
tuttavia parlava deliberatamente di lui, per paura dei Giudei!»
(VII-13).
Il nato cieco, guarito da Cristo, fu cacciato dalla sinagoga, per aver
riconosciuto la missione divina di Cristo (IX-22)
(…)