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La sanità privata in Italia: chi guadagna di più?


Marcello Pamio

La sanità privata è un bocconcino prelibato ed invitante da 39,7 miliardi di euro all’anno, pari quasi al 24% della spesa sanitaria nazionale totale.
Per scoprire a chi appartengono le dita che si impiastrano di questa marmellata deliziosa, c'è il report pubblicato da Mediobanca sulla classifica della Sanità privata italiana.
Ricordiamo che la malattia è diventata il business per eccellenza, dove si guadagna a prescindere: non a caso i dieci maggiori gruppi ospedalieri privati mettono insieme un giro di affari di ben 3,8 miliardi di euro, all’anno.
Guidano la classifica il Gruppo San Donato, seguono Humanitas, GVM, KOS, IEO, Servisan, Multimedica, Giomi-Fingemi, Eurosanità, Raffaele Garofalo & Co.

Performance ospedaliere
Il rapporto R&S-Mediobanca ha analizzato le performance della sanità privata nel quinquennio 2010-2014.
Considerando solo i cinque maggiori gruppi (San Donato, Humanitas, GVM, IEO e Servisan) i posti letto sono in totale 10.144, di cui 5.382 solo del Gruppo San Donato.
Il fatturato medio per posto letto, calcolato sui soli ricavi per prestazioni ospedaliere, è pari a 186 mila euro, con differenze che vanno da 156 mila euro per il Gruppo San Donato a 240 per l’Humanitas e 276 per l’IEO
Quanto ai dipendenti, sono in totale 28.940; i cinque maggiori gruppi, da soli, ne contano 18.867, il 73% dei quali è rappresentato da personale sanitario.

Nel complesso è l’Humanitas il più potente.
Il gruppo Humanitas è quello che mostra infatti (nel 2010-2014) andamenti economici «di gran lunga migliori» rispetto agli altri gruppi esaminati, con utili cumulati tra il 2010 e il 2014 per 146,4 milioni di euro e dividendi distribuiti per 53,6 milioni.
Il gruppo, che gestisce sette cliniche è di proprietà della famiglia Rocca (l’attuale presidente Gianfelice è per Forbes l’ottavo uomo più ricco d’Italia), una delle dinastie industriali che ha fatto la storia d’Italia.
Anche se pochissimi conoscono la San Faustin, si tratta della holding presieduta da Gianfelice Rocca, che insieme al fratello Paolo guida il gruppo Techint, un colosso industriale da 30 miliardi di patrimonio e 16 miliardi di giro d’affari. La Techint comprende oggi Tenaris (fabbriche siderurgiche), Ternium (laminati), Tenova (macchinari) e appunto Humanitas (ospedali). Il fatturato di quest’ultimo gruppo nel 2014, è stato di 548 milioni, il totale attivo di 445 milioni.

Il gruppo ospedaliero San Donato (holding della famiglia Rotelli), che fa capo alla holding Papiniano (Gruppo San Donato e Ospedale San Raffaele) ha invece messo a consuntivo nel quinquennio risultati netti cumulati per circa 28 milioni, nonostante la perdita di 53 milioni realizzata nel 2012 in concomitanza all’acquisizione del San Raffaele. L’impero formato da 18 ospedali, nel 2014 ha fatturato quasi 1.4 miliardi (+1,2% rispetto al 2013), con un totale attivo di 1,6 miliardi di euro
Nel 2012 il gruppo ha rilevato dalla Fondazione Monte Tabor la titolarità delle quote dell’Ospedale San Raffaele, diventando di fatto l’unico proprietario del nosocomio fondato nel 1958 dal controverso don Luigi Verzè.
Il gruppo Papiniano è, peraltro, il primo operatore privato accreditato in Lombardia e ad esso fa capo circa l’11% dei posti letto della Regione.

Il fatturato del GVM (Gruppo Villa Maria fondato e diretto da Ettore Sansavini) nel 2014 è stato di 462 milioni di euro, con utili per 4 milioni e un totale attivo di 850.
Per KOS (primo operatore italiano nel settore delle residenze per anziani non autosufficienti per ricavi e posti letto) i dati sono rispettivamente 392 e 631.
Nel 2014 l’IEO (Istituto Europeo di Oncologia, fondato da Umberto Veronesi) registra un fatturato di 260 milioni, utili per 6,8 milioni, e un totale attivo di 230.
Per Servisan il fatturato è stato di 211 milioni (di cui 3 realizzati in Romania, dove il gruppo ha creato un ospedale a Bucarest con 140 posti letto) e 350 di totale attivo.
L’azienda Servisan è controllata dalla famiglia De Salvo che gestisce anche il Novara calcio.
Fatturato di 201 milioni per Multimedica, che registra un totale attivo di 213 milioni. GIOMI-Fingemi registra, nel 2014, un fatturato di 159 milioni e un totale attivo di 347.
Per Eurosanità i dati sono pari a 156 e 147.
Chiude la classifica il gruppo Raffaele Garofalo & Co, con un fatturato (relativo però al 2013) di 96 milioni e un totale attivo di 143.

Disease the business
La salute non fa crescere il PIL, mentre la malattia - tanto più se è cronica - sviluppa utili
Va specificato che la sanità convenzionata è una industria che solo nel 2017 ha prodotto un giro di affari di 40 miliardi di euro! Da questo forziere, tutti traggono vantaggio (i grandi gruppi privati, case farmaceutiche, finanziarie e assicurazioni). L’unico che paga è l’uomo malato che si vede sempre più come una mucca da mungere.
Tanto per capire il quadro, nel 2019 il 44% della popolazione è andato a pagare di tasca propria una prestazione sanitaria, senza neppure provare a prenotarla tramite il SSN. Si sa infatti che prenotare un esame laboratoristico spesso costa meno da privati che tramite ricetta del medico. Non parliamo delle attese per una visita specialistica convenzionata, quando invece pagando la si ottiene dopo pochi giorni.
Per i malati cronici la situazione è allucinante, perché quasi uno su due, ha dovuto fare delle rinunce per potersi pagare le cure. Molti addirittura arrivano ad indebitarsi, per la gioia delle finanziarie e delle banche.
La direzione presa dall’Italia è una strada che scivola sempre più lungo la pericolosissima china della privatizzazione tout court, con tutti i rischi che ne possono conseguire.
A breve infatti solo chi ha i soldi potrà permettersi delle cure serie, mentre tutti gli altri…
Per la gioia dei neomalthusiani.

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