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11 settembre:
prova della complicità del governo USA
di Steve Grey - estrapolato
da http://freebooter.da.ru
I punti principali della prova presentata in questo articolo si possono velocemente così riassumere:
1)
L’U.S.A.F. è stata completamente “lasciata a terra” la mattina
dell’11/9.
Le usuali misure di sicurezza, normalmente in vigore, che avrebbero ben
potuto prevenire gli attacchi, o ridurre il loro impatto, vennero sospese
mentre gli attacchi erano in corso, e ristabilite una volta questi si
erano conclusi.
2)
Gli atti del Presidente, mentre avevano luogo gli attacchi, indicano che
egli ha deliberatamente evitato di intraprendere ogni azione che ci si
sarebbe potuta ragionevolmente aspettare da un Presidente volonteroso di
proteggere i cittadini americani e le loro proprietà.
3)
Osama bin Laden venne ufficiosamente condannato per gli attacchi entro un
lasso di tempo che non avrebbe realmente permesso di raccogliere alcuna
informazione che supportasse l’accusa.
4)
Vi sono ragionevoli motivi di sospettare che l’attacco USA
all’Afghanistan sia stato pianificato prima dell’11/9.
5)
Gli U.S.A. e bin Laden non sono i nemici che fingono di essere. Vi è una
lunga storia di cooperazione, e vi è la prova che tale cooperazione
continui ancora dietro le scene.
6)
Vi sono significativi legami d’affari fra bin Laden e membri
dell’amministrazione Bush.
7)
Le rivelazioni sui profitti ottenuti con l’insider trading in relazione
agli attacchi dell’11/9 puntano ai livelli più alti del mondo degli
affari USA e della CIA.
8)
Vi sono numerosi aspetti della storia ufficiale dell’11/9 che non
coincidono con i fatti conosciuti, che si contraddicono l’un l’altro e
che sfidano il buon senso, e che indicano un comportamento di censura e
disinformazione.
Alcuni
punti della prova sono “provabili” con documentazione; alcuni sono
“fortemente irrefutabili”, alcuni sono “indiziari”, alcuni sono
“speculativi” ed alcuni di loro sono semplicemente riflessioni ed
osservazioni dettate dal buon senso. Una grande massa di prove è stata
raccolta e pubblicata altrove sotto forma di articoli separati, relativi
ai differenti aspetti dell’argomento.
Lo
scopo di questo articolo non è quello di presentare nuove significative
ricerche, ma di trattare insieme tutti i fatti finora conosciuti in
un unico lavoro. Coloro che desiderano esaminare ed esplorare specifici
dettagli e fonti dovrebbero andare ai links indicati alla fine di ogni
sezione.
Tali
links portano ad articoli più dettagliati con numerose citazioni.
Naturalmente, alcune fonti non possono essere verificate completamente, e
su questo vi è una nota illustrativa alla fine.
PROVA
CHE L’U.S. AIR FORCE VENNE LASCIATA A TERRA
L’USAF
ha una serie di regole ben collaudate per affrontare l’attività aerea
non programmata. L’attivazione di queste non richiede ordini superiori.
E’ una pratica di routine rispondere all’attività aerea
imprevista, intercettando gli aerei che danno problemi con aerei da
caccia.
E’
importante capire che l’intercettazione non implica necessariamente
alcuna intenzione di abbattere l’aereo, sebbene crei l’opportunità di
tale azione se ritenuta necessaria.
Nella
grande maggioranza dei casi che richiedono intercettazione, non viene
percepita alcuna intenzione ostile da parte dell’aereo intercettato, e
non si pensa affatto di abbatterlo.
In
questi casi, lo scopo dell’intercettazione include l’aiuto nelle
comunicazioni o nelle difficoltà di navigazione, raccogliendo
informazioni sulla situazione dell’aereo in difficoltà, un avvio
necessario per le operazioni di soccorso, se dovessero essere necessarie
nel caso di caduta, e protezione nel caso si pensi che possa essere
minacciato da altro aereo ostile.
Di
questo vi sono numerosi esempi. Il recente caso di un passeggero che che
si sostiene tentasse di di far esplodere un aereplano con esplosivo
nascosto nelle scarpe, si è concluso con l’aeroplano scortato dai
caccia. Non vi è mai stata alcuna intenzione di abbatterlo.
Il
giocatore di golf Payne Stewart morì col suo aereo schiantatosi al suolo
dopo aver volato attraverso gli USA in maniera incontrollata. Si pensa che
tutti coloro che erano a bordo fossero morti a causa di problemi
pressurizzazione. L’aereo di Stewart venne intercettato e scortato
durante gran parte del volo dai caccia non appena noto che vi fosse un
problema.
Gli
USA hanno una rete di basi dell’aeronautica militare attraverso il paese
che hanno lo scopo di fornire una ragionevole possibilità di essere in
grado di intercettare, entro breve tempo, qualsiasi velivolo che dovesse
richiedere tale azione. Naturalmente non è possibile garantire la
copertura assoluta di tutti i possibili scenari ad ogni tempo e luogo, ma
il sistema vi arriva molto vicino, come ci si può ragionevolmente
aspettare.
Vi
è la prova incontrovertibile che la mattina dell’11 settembre questo
sistema sia stato lasciato a terra, attraverso tutto il paese, e rimesso
in moto solamente dopo gli attacchi.
Ciascuno
degli aerei dirottati doveva, e normalmente sarebbe successo, far scattare
le procedure di intercettazione persino prima che fosse evidente che vi
erano intenzioni ostili.
Nel
caso dei primi due aerei, si potrebbe argomentare che i caccia non
sarebbero arrivati in tempo per completare l’intercettazione prima
dell’impatto sul WTC, ma non vi è dubbio che in entrambe i casi i
tentativi di intercettazione sarebbero stati già ben avviati all’ora in
cui la collisione ebbe luogo. Non vi è scusa per il fatto che
l’intercettazione non venne nemmeno tentata.
Nel
caso degli altri due aerei non vi è assolutamente nessuna scusa per non
averli intercettati prima del momento finale.
Il
caso dell’aeroplano che colpì il Pentagono è particolarmente
spettacolare. Dopo aver saputo che l’aereo aveva un problema, fu
nientemeno che in grado di cambiare rotta e dirigersi su Washington, per
circa 45 minuti, volare oltre la Casa Bianca e schiantarsi sul Pentagono
con nemmeno un tentativo di intercettazione, con due squadroni da caccia
stazionati proprio a 10 miglia dal suo possibile bersaglio.
A
meno che non si pensi a complicità, tale scenario non è possibile con
alcuno sforzo di immaginazione, nemmeno nel caso che quel giorno non fosse
successo altro.
Ulteriormente
sensazionale aggiunta a questo scenario è il fatto che l’aereo compì
azioni che normalmente avrebbero fatto scattare l’intercettazione di
routine, dopo che un aereo si era schiantato contro il WTC.
Inoltre,
esso continuò a volare, senza nessun tentativo di intercettazione per
circa altri 40 minuti dopo che il secondo aereo aveva colpito il WTC.
Un
raffronto eloquente: l’incidente del gennaio 2002, nel quale un ragazzo
di 15 anni diresse un piccolo aereoplano verso la sede della Bank of
America di Tampa, in Florida, dopo essere inaspettatamente decollato dalla
scuola di volo senza autorizzazione:
Secondo
il Daily Telegraph di Sidney dell’8/1/2002 l’aereo rimase in aria per
9 minuti prima dello schianto. Questo fu sufficiente perché venisse
inseguito da due aerei da caccia ed un elicottero militare. Essi non
riuscirono ad impedire la caduta ma entrarono in azione molto rapidamente.
Fatto:
Nell’unico attacco sul suolo USA, con i caccia della difesa aerea in
servizio permanente a 10 minuti, con almeno 40 minuti di preavviso, i
militari USA permisero che il loro “centro nevralgico” venisse
attaccato senza nemmeno tentare una reazione.
Vi
sono precedenti di falle isolate nella sicurezza. L’Unione Sovietica
venne messa in imbarazzo dall’intrusione di un aereoplano privato nella
Piazza Rossa nel 1989. Venne data ampia copertura dai mezzi di
informazione su come tale errore potesse essere accaduto, ma il fallimento
molto più grande, deliberato oppure no, delle misure di sicurezza
l’11/9, che ebbe tragiche conseguenze che non vi furono per
l’incidente del 1989, non è stato affrontato come si sarebbe dovuto.
Ciò
dovrebbe essere uno scandalo sia nazionale che internazionale.
Se
il successo degli attacchi in America è stato il risultato di impotenza
dei militari o dei servizi di informazione americani, perche non vi è
stata una completa pubblica inchiesta e rivelazione?
Chi
ha interesse nel trattenere informazioni e perché?
E’
nell’interesse della sicurezza nazionale proteggere l’incompetente e/o
il maligno cospiratore?
Hanno
(almeno) gli americani il diritto di sapere perché il loro gigantesco
apparato militare è capace di scortare un errante giocatore di golf ma
non di proteggere il Pentagono ed una delle più grandi città degli Stati
Uniti?
Conclusioni:
I
servizi di informazione americani per l’estero hanno fallito.
I
servizi di informazione americani per l’interno hanno fallito.
La
difesa aeronautica ha fallito.
Domanda:
Perché si dovrebbe credere che questo sia il risultato di incompetenza?
Domanda:
Dov’è l’esecrazione pubblica di tali inefficaci operazioni?
Domanda:
Dove sono inchieste complete che mettano in evidenza tali fatti sulla
stampa americana?
Domanda:
Dov’è l’indagine completa pubblica al Congresso?
Domanda:
E se le tre istituzioni non fallirono, ma venne loro ordinato di non
agire?
UN
GROVIGLIO DI MENZOGNE
Le
azioni del Presidente durante la mattina dell’11/9 non lasciano alcun
dubbio che le responsabilità siano ai più alti livelli.
Alle
8.46, mentre il primo aereo colpiva il WTC, il Presidente era in una
scuola elementare in Florida, in mezzo ad insegnanti e bambini, presenti
la stampa e la televisione, che fece parziali riprese.
Secondo
il sito “Sept 11 News”, ciò fu quel che accadde: (Pare
che il negativo resoconto che segue sia in realtà una storia di
copertura, inventata dopo, ma per il momento seguirò la storia
ufficiale). “La
notizia della tragedia arrivò al Presidente Bush nel salone di una scuola
di Sarasota, Florida, qualche attimo dopo che il primo aereo aveva colpito
il WTC di New York. Egli andò in una sala privata dove parlò al telefono
col Consigliere per la Sicurezza Nazionale Condoleeza Rice; allora
sembrava si trattasse solamente di un terribile incidente”.
http://www.september11news.com/PresidentBush.htm
L’articolo
riporta che il NORAD fu allertato per un dirottamento 10 minuti prima che
il primo aeroplano colpisse il WTC (h. 8.36).
Presumibilmente
il NORAD cominciò a seguire la rotta dell’aereo dal momento in
cui fu segnalato il dirottamento. Se non venne seguita la rotta, vi
sarebbero allarmanti interrogativi sul perché, considerando che è
normale pratica intercettare immediatamente gli aerei dirottati con aerei
da caccia.
Può
essere ritenuto che quando il WTC venne colpito per la prima volta alle
8.46, il NORAD deve aver saputo che vi era coinvolto l’aereo dirottato.
Mentre
in quel momento sarebbe ancora stato sensato considerare la possibilità
che l’aereo dirottato si era schiantato accidentalmente, il NORAD doveva
essere a conoscenza alle 8.46 che vi era una seria possibilità che la
collisione fosse un attacco terroristico. Gli allarmi avrebbero dovuto
suonare forte e chiaro, e dichiarato il massimo stato di allerta. Alle
9.00 la situazione era intensificata al punto che altri due aerei erano
stati segnalati fuori rotta dai controllori del traffico aereo, ed uno di
questi era a 3 minuti dal secondo colpo al WTC. (Ricordare che il WTC
aveva intorno ad esso una zona vietata ai voli). A meno che tutti al NORAD
avessero gli schermi spenti ed i piedi sulla scrivania a quell’ora vi
doveva essere il pandemonio.
Così,
quando il secondo aereo colpì il WTC alle 9.03 doveva essere stato
confermato oltre ogni dubbio che era in corso un grosso attacco
terroristico. Chi sapeva quanti aerei potevano essere stati dirottati e
dove si trovavano? In quel momento era già noto che almeno un altro era
fuori rotta.
Secondo
il resoconto ufficiale, Bush ritenne che il primo attacco fosse “un
terribile incidente” e non ebbe ulteriori comunicazioni con nessuno fino
alle 9.05, molto dopo che fosse ormai chiaro che erano in corso eventi
straordinari.
Dobbiamo
credere che il Presidente degli Stati Uniti non fosse informato a
quell’ora sul numero di aerei commerciali che si sapeva stavano
seriamente deviando dai piani di volo?
Dato
che il NORAD sapeva, nel momento al quale si dice che Bush e la Rice
stavano conversando, poco dopo le 8.46, la pretesa che potesse apparire
solamente un incidente non sta in piedi.
A
quell’ora, mentre non si poteva con certezza sapere che fosse un attacco
terroristico, doveva essere noto che di ciò vi era una seria possibilità.
Dunque perché hanno concluso si trattasse dello scenario di livello
inferiore?
Se
le informazioni disponibili in quel momento a Bush ed alla Rice erano
incomplete, ed essi non sapevano che l’aereo fosse stato dirottato,
allora l’asserzione nella storia ufficiale succitata sarebbe
ragionevole. Ma, notizie aggiornate sulla situazione dovevano essere
arrivate a Bush quasi immediatamente dopo la conversazione con la
Rice. Ed ancora, secondo questo resoconto, Bush non ebbe ulteriori
comunicazioni con nessuno fino alle 9.05. Perché Bush avrebbe dovuto
essere informato così velocemente e mostrare un così immediato interesse
per la situazione che (si ritiene) dava tutti i motivi per pensare che
fosse semplicemente un incidente, ma poi non essere immediatamente
informato in seguito dei nuovi sviluppi?
Se
Bush e la Rice sapevano che al momento della loro conversazione vi era un
aereo dirottato, allora come giustificare la loro ipotesi che i
dirottatori si fossero schiantati accidentalmente? E dato che su ciò
dovevano avere qualche dubbio, perché non vennero attivate strategie
cautelative, in caso che l’ipotesi fosse errata? E perché non si ebbero
costanti ed urgenti comunicazioni nei successivi 18 minuti mentre gli
eventi erano in corso?
Se
era parso corretto informare Bush “entro attimi” dello schianto delle
8.46, quando preteso si credesse che fosse “solamente un terribile
incidente”, allora perché non fu ritenuto saggio informarlo subito
mentre la situazione aumentava di intensità?
Perfino
se ciò potesse essere spiegato, il comportamento del Presidente dopo le
9.05 indica che, se non coinvolto in deliberata complicità, allora
l’unica altra spiegazione è mettere in discussione le sue facoltà
mentali.
Ancora
dal resoconto ufficiale: Alle 9.00 circa, il Presidente era con dei
bambini del secondo grado, leggeva una favola su una capretta. Alle 9.05,
due minuti dopo il secondo attacco al WTC, Andrew Card, il capo dello
staff presidenziale, gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Il Presidente
non reagì, come ci si poteva ragionevolmente aspettare, in modo da essere
interessato a tentare di fare qualcosa per fronteggiare la situazione. Non
lasciò la scuola, non convocò una riunione di emergenza, non si consultò
con nessuno, non intervenne in alcun modo per assicurarsi che
l’aeronautica militare svolgesse il proprio compito. Perfino nemmeno
menzionò gli straordinari eventi che accadevano a New York, ma
semplicemente continuò nella lettura.
Nel
frattempo, alle 9.06, il Dipartimento di polizia di New York trasmetteva:
“E’ stato un attacco terroristico. Avvertite il Pentagono”,
riportato dal NY Daily News del 12/9/2001.
http://emperors-clothes.com.idict/indict-1.htm
http://emperors-clothes.com/images/north-int.htm
IL
MIGLIORE DEI NEMICI
Infatti,
vi è abbondanza di prove indiziarie che indicano che bin Laden possa aver
avuto qualcosa a che fare con gli attacchi, ma il problema è che ciò
implica anche l’amministrazione Bush, la CIA, George Bush senior, il
Pakistan, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. La storia
ufficiale su bin Laden è quella di un mostruoso terrorista, con un odio
fanatico verso gli USA ed i loro alleati, e che si sia allontanato dal
resto della sua ricca famiglia saudita, amici degli USA. La definizione di
mostro terrorista è in parte corretta, ma il resto non potrebbe essere più
lontano dalla verità.
E’
ben noto che bin Laden aveva uno stretto rapporto di collaborazione con la
CIA durante gli anni ’80. Non viene negato da nessuno. La pretesa è che
da allora non vi siano stati altri rapporti, ma questa storia è una
menzogna. E’ accertato oltre ogni dubbio che membri importanti
dell’amministrazione Bush hanno stretti legami con la famiglia bin Laden.
Secondo i media ufficiali su ciò non vi nulla di strano, dal momento che
il resto della famiglia ha rinnegato Osama per le sue attività
terroristiche ed opinioni anti USA. Anche questa è una menzogna.
Ancora
una volta, sono stati pubblicati numerosi eccellenti articoli su tale
aspetto, e piuttosto che riscrivere ciò ciò che è già stato ampiamente
riportato, vi darò i collegamenti a questi articoli.
Dapprima
riassumerò solamente alcune delle rivelazioni che troverete in questi
articoli.
1)
Da quando hanno dichiarato bin Laden ricercato per terrorismo, gli USA
hanno lasciato perdere l’opportunità di prenderlo due volte.
2)
Due alleati USA, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, è noto
essere complici nell’aver permesso a bin Laden di restare libero.
3)
bin Laden ha avuto un incontro con la CIA nel luglio 2001.
4)
E’ noto che la rete Al Qaeda di bin Laden hs cooperato, per mezzo
dell’Esercito di liberazione del Kossovo (KLA o UCK) con le forze NATO
in Jugoslavia.
5)
Il Pakistan, un altro di nostri alleati nella “guerra al terrorismo”
è anch da molto tempo un sostenitore di Al Qaeda.
6)
IL’FBI si è ripetutamente lamentato di essere stato confuso e limitato
nei suoi tentativi di investigare materie connesse con bin Laden e Al
Qaeda.
7)
I servizi segreti pakistani, ISI, sono stati il meccanismo col quale la
CIA ha indirettamente sostenuto Al Qaeda.
8)
Vi è una relazione di rapporto d’affari tra la famiglia Bush e la
famiglia bin Laden, attraverso il “gruppo Carlyle”, che ha vasti
interessi in società di armamenti. E’ evidente che entrambi i Bush ed i
bin Laden stiano guadagnando dalla guerra.
...
ATTACCO
PREPIANIFICATO?
Il
caso della complicità USA nell’11 Settembre è già sufficientemente
presentato. Ma proprio per tentare di coprire tutti gli aspetti vi è una
piccola prova indipendente che l’attacco USA all’Afghanistan è stato
preparato prima dell’11/9.
Niaz
Naik, un ex diplomatico pakistano ha riferito che funzionari superiori
americani a metà luglio gli dissero che un attacco all’Afghanistan era
pianificato per metà ottobre, al massimo prima delle nevicate invernali
(Resoconto della BBC di George Arney del 18/9/2001).
http://news.bbc.co.uk/hi/english/world/south_asia/newsid_1550000/1550366.stm
E’
sempre possibile che stesse mentendo, e, in assenza di altre prove, la
cosa giusta da fare è ritenere che ci siano il 50% per cento di
probabilità che stesse dicendo la verità.
Dal
momento che non lo sappiamo con certezza, diciamo che ci sono le basi per
solleare significativi sospetti.
Vi
è inoltre un articolo sulla stampa indiana datato 26 giugno che afferma
che gli USA preparano un imminente attacco all’Afghanistan. Se vero,
questa sarebbe una robusta prova, ma dovrebbe essere trattata con qualche
cautela. E’ contenuto in una pagina web della “rivista affari
pubblici”, e sebbene la data sia quella riportata sopra, pare non sia
completamente verificato quando e da chi è stato scritto. Dunque è pure
possibile presumere che la pagina sia stata messa successivamente
all’attacco USA all’Afghanistan, e fatta apparire come scritta prima
dell’11/9.
Potete
vedere la pagina a http://www.indiareacts.com/archivefeatures/nat2.asp?recno=10
e
vi fate la vostra opinione su quanto pensiate sia credibile. Inoltre, le
sue previsioni erano non del tutto accurate, quando prevedeva una
“limitata azione militare” contro i talebani, e faceva numerosi errori
sui paesi con i quali gli USA si sarebbero alleati nella campagna.
L’incertezza intorno all’autenticità di questo articolo significa che
il suo valore è in qualche modo limitato, ma nondimeno esso contribuisce
a creare ulteriori sospetti.
Le
persone con esperienza militare hanno suggerito che non sarebbe
logisticamente possibile organizzare un’operazione militare della vastità
di quella lanciata dagli USA contro l’Afghanistan nel giro di 25 giorni,
non avendo importanza quanto gli americani potessero essere arrabbiati.
Questo punto è stato anche discusso da alcuni con esperienza militare ed
ulteriormente dibattuto da coloro che sentono di avere esperienza militare
sufficiente per essere in grado di portare un utile contributo.
Facendo
un confronto, il tempo impiegato dagli USA per essere pronti per
l’attacco all’Iraq nel 1991 fu di 4 mesi e mezzo. Vero che
l’operazione in Iraq era molto più grossa, ma il terreno
dell’Afghanistan è uno dei più complessi al mondo, mentre l’Iraq uno
dei più semplici.
Ciò
solleva la questione: Fino a che punto durante la pianificazione la
dimensione dell’operazione diventa un fattore critico? Vi è un tempo
minimo impiegato per pianificare una guerra senza considerazione della sua
dimensione, e 25 giorni sono ragionevoli come lasso di tempo?
Vi
sono due aspetti nel preparare una guerra. La pianificazione e la
mobilitazione. L’esigenza di una maggiore mobilitazione cambia
significativamente il tempo per i primi stadi della pianificazione? 25
giorni sono sufficienti, per quanto accelerata possa essere la tabella di
pianificazione di una guerra contro l’Afghanistan, paragonati alla
pianificazione di una guerra contro l’Iraq? Non ho alcuna esperienza
militare, dunque non sono qualificato per commentare, ma invito al
dibattito coloro che lo sono.
E
se viene suggerito chi le forze USA sono realmente efficienti da essere
capaci di organizzare un’operazione come questa in 25 giorni, allora è
assolutamente inconsistente l’ipotesi della loro incredibile
incompetenza la mattina dell’11/9.
Potrebbe
essere osservato con qualche ragione che la gestione dell’USAF per la
guerra offensiva all’estero sia un argomento separato da quello della
difesa interna, e che l’incompetenza sotto un aspetto non sia
necessariamente reciprocamente esclusiva della competenza nell’altro.
Questo è un punto che vale la pena considerare, ma nondimeno le
differenze nei risultati sono talmente enormi che è difficile
immaginarlo.
Mentre
tali discussioni sono interessanti, la più forte prova che
presumibilmente gli USA già pensavano ad attaccare l’Afghanistan è
stata discussa nella sezione sulla messa in scena contro bin Laden.
ALTRE
INFORMAZIONI
Alcune
osservazioni varie ed informazioni.
Normalmente,
quando un aereo è dirottato o precipita, vi è una vasta copertura dei
mezzi d’informazione riguardante il recupero e l’analisi delle scatole
nere. Ho seguito questo tema attentamente sui media, e non ricordo di
avere mai sentito una parola sui dati delle scatole nere. Ciò è
estremamente insolito.
Le
informazioni sono state censurate? Si è già accennato ad una possibile
ragione di questo. Mentre può darsi che il recupero delle scatole nere
dai due aerei che colpirono il WTC non sia stato possibile, a causa
dell’enorme ammontare di macerie, non vi è scusa per gli altri due
aeroplani. E perfino nel caso dei due che hanno colpito il WTC la normale
pratica dei media è quella di riportare ampiamente i tentativi con o
senza successo per trovare le scatole nere, anche per un aereo caduto
nelle profondità marine. Non ho mai sentito una parola su questo, per
nessuno degli aerei coinvolti. E’ possibile che semplicemente mi siano
sfuggiti i resoconti, ma la mia aneddotica osservazione è che
l’argomento delle scatole nere pare sia stato insabbiato. E’
particolarmente sospetto, data l’ampia pubblicità sui media sulle note
incriminanti presumibilmente scritte su brogliacci che in qualche modo
sopravvissero agli impatti degli aerei, al fuoco ed al crollo degli
edifici, che delle normalmente importanti ed indistruttibili scatole nere
non si parli.
Nelle
poche ore immediatamente seguenti agli attacchi vi furano resoconti della
CNN su insider trading alla Borsa di New York. Cioè, sembra che qualche
grosso investitore avesse saputo in anticipo degli attacchi e venduto
prima.
Ci
sono state sui media speculazioni che i terroristi coinvolti possano aver
profittato dalle loro azioni. Per “terroristi”, sostituite “bin
Laden”. Entro poche ore, i media erano già in un circolo pleonastico.
Chiunque avesse compiuto gli attacchi terroristici aveva fatto l’insider
trading. Dal momento che sapevano che bin Laden aveva fatto gli attacchi,
ciò provava che egli aveva fatto pure l’insider trading. Dal momento
che sapevano che aveva fatto l’insider trading, ciò provava che aveva
fatto gli attacchi. Venimmo assicurati che gli investigatori erano già
sul sentiero di questa vitale questione. Le cifre alla Borsa di New York
sembrano indicare chiaramente che QUALCUNO ha fatto l’insider trading.
Ma chi? Per le autorità con pieni poteri investigativi questo dovrebbe
essere uno degli aspetti più semplici delle indagini. E se potesse essere
scoperto chi ha fatto l’insider trading avremmo una chiara idea su chi
sapeva in anticipo degli attacchi, ed avremmo una buona traccia per
trovare i colpevoli. L’importanza di tale prova è stata sottolineata
nei resoconti della CNN.
E’
allora curioso che tale argomento sia scomparso dai media appena era stato
sollevato, e non se ne sentì più parlare, le chiare promesse che gli
investigatori ci stavano lavorando, dimenticate appena pronunciate.
Sicuramente,
questa sarebbe l’opportunità per provare la colpevolezza di bin Laden.
Ed è un’informazione che potrebbe essere rilasciata pubblicamente,
poiché non avrebbe implicazioni con motivi di sicurezza. E ancora, questo
aspetto delle indagini (se ancora in corso) viene tenuto molto nascosto.
La storia venne soppressa velocemente come quella degli spostamenti al
Pentagono.
Sfortunatamente
per l’amministrazione Bush vi era altra gente che non era così contenta
di lasciar perdere l’argomento. L’insider trading è stato indagato, e
sono tutte brutte notizie per l’amministrazione.
Andate
al seguente articolo: "Profits
of death: Insider trading and 9-11" di Tom Flocco http://www.guerillanews.com/war_on_terrorism/doc241.html
Un
fatto noto riguardante movimenti finanziari, e riconosciuto dai ufficiali,
è che un terrorista pakistano, condannato, in un alta posizione all’ISI
pakistano (nostro alleato nella “guerra al terrorismo”) ha fatto un
bonifico di 100.000 dollari a Mohammed Atta, indicato come il capo dei
dirottatori, poco prima dell’11/9 (ABC Newsradio). Sebbene tale fatto
sia conosciuto, pubblicamente disponibile, e non negato da nessuno, la
reazione (o la mancanza di reazione ) ad esso è sorprendente.
Gli
USA sono piuttosto disinteressati nel perseguire questa persona,
nonostante lo sproloquio di Bush: “se finanzi un terrorista, sei un
terrorista”. Non nel caso dei nostri alleati, pare. Il colpevole venne
obbligato a dimettersi una volta divenuto noto il suo coinvolgimento
nell’11 Settembre.
Obbligato
a dimettersi?
Senza
etichettare il Pakistan uno stato terrorista?
Nessun
bombardamento di rappresaglia sul Pakistan fino ad ottenerne la consegna?
Riflettendoci,
è anche curioso notare che agli USA quanto poco danno reale sia stato
arrecato agli USA dagli attacchi dell’11/9. Vale la pena considerare
cosa sarebbe stato probabilmente ottenuto dai dirottatori se questi
avessero avuto in programma di provocare il massimo danno possibile.
Mi
sembra che il piano di organizzare il dirottamento ad un’ora alla quale
avrebbero potuto schiantare un aereo sul Senato o sul Congresso mentre
erano in seduta e così spazzando via in un colpo una parte significativa
del governo degli Stati Uniti poteva essere realizzato altrettanto
facilmente come quello realizzato l’11/9.
Oppure
schiantare un aeroplano su una centrale atomica, causando un incendio
catastrofico ed il rilascio di radiazioni, ed anche un’interruzione
della fornitura di energia.
Non
è credibile affermare che questi piani non vennero eseguiti per timore di
strette misure di sicurezza, considerando che furono fiduciosi abbastanza
da tentare il Pentagono.
Nonostante
tutto lo sbalordimento, l’orrore ed il dolore causati dall’11
Settembre, nessun membro dell’amministrazione USA venne ucciso o ferito,
neppure un senatore od un membro del Congresso, o un governatore o nessun
funzionario locale.
Nessun
danno fu fatto al potenziale militare, energia, trasporti, comunicazioni o
forniture d’acqua.
Infatti
il danno fu così banale che gli USA poterono (presumibilmente)
organizzare una guerra a tempo di record.
Mentre
la perdita di vite (civili) ed il danno simbolico e psicologico per il
pubblico in generale fu enorme, il punto importante è che gli attacchi,
mentre fornivano immagini spettacolari e davano agli USA un’enorme arma
propagandistica, ebbero un impatto zero sulla capacità USA di continuare
nel proprio ruolo di aggressiva superpotenza mondiale. Questo sembrerebbe
essere un guadagno straordinariamente misero, considerando la quasi
perfetta tecnica dell’operazione, mentre il danno avrebbe potuto essere
devastante, semplicemente scegliendo bersagli più sensibili.
Fatto:
Immediatamente dopo gli attacchi i media riportarono che sarebbero state
fatte indagini sull’insider trading alla Borsa, nello sforzo di
rintracciare chi c’era dietro gli attacchi terroristici.
Fatto:
Gli investigatori governativi non lo hanno fatto ed hanno ignorato le
scoperte degli investigatori non governativi.
Fatto:
Il governo USA non mostra interesse nel perseguire un individuo noto per
aver finanziato gli attacchi dell’11/9. Il governo USA non mostra
interesse nel perseguire il paese che glI dà rifugio. Il governo USA
considera tale paese un alleato.
Domanda:
Perché i veri colpevoli vengono protetti ed allo stesso tempo contro
qualcun altro vengono fabbricate false prove?
IMPLICAZIONI
La
guerra nel Sud Asia è più che un semplice incremento d’intensità
nelle politihe estere USA che, sono stimate da insoddisfatti ex agenti CIA
avere ucciso (dati del 1990) almeno 6 milioni di civili in tutto il mondo
in operazioni CIA coperte nei precedenti 30 anni ed avere, allo stesso
tempo, sponsorizzato organizzazioni terroriste in circa 50 paesi.
Fino
ad ora, gli occidentali sono stati raramente bersagli dei loro governi,
Adesso questo è cambiato. Non solo hanno assassinato a caso migliaia dei
loro cittadini allo scopo di scatenare nuova tensione nell’ondata di
terrore contro povera gente nel Asia del Sud e nel Medio Oriente, ma
stanno usando proprio gli stessi assassini come leva per ridurre i
diritti civili e le libertà di parola all’ovest a livelli mai più
rivisti dall’epoca fascista.
La
maggior parte della gente è consapevole dei draconiani attacchi alle
libertà civili verificatesi nella maggior parte del mondo occidentale
dall’11/9 col pretesto di prevenire il terrorismo.
Ciò
sarebbe abbastanza pauroso perfino se fosse realmente una reazione
esagerata ad un atto di terrorismo straniero. Ma se queste leggi vengono
scritte dalle stesse persone che hanno in realtà organizzato l’atto
terroristico che le ha scatenate lo scenario fa autenticamente
rabbrividire.
Al
Gore ha vinto le elezioni americane, ma George W. Bush è presidente. Data
la prova di ampia, sistematica corruzione e cospirazione ad alti livelli,
è discutibile voleva o poteva prevenire gli eventi che da allora sono
accaduti. Ma il punto è che gli USA sono una dittatura in tutto eccetto
il nome.
E’
perciò ragionevole ritenere che questo piano risalga a ben prima del
novembre 2000, la data alla quale divenne evidente il rovesciamento della
democrazia americana. Non potrei dire se le atrocità dell’11 Settembre
erano allora specificamente pianificate, ma penso che l’agenda globale
fosse pronta.
Credo
che le atrocità commesse dall’amministrazione Bush contro il proprio
popolo, allo scopo di giustificare le maggiori atrocità inflitte al
popolo afghano siano solamente un piccolo assaggio di ciò che accadrà.
La prossima sezione prende in esame da vicino ciò che appare essere la
vera agenda strategica dietro la falsa “guerra al terrorismo”.
PERCHE?
Le
motivazioni di profitto per il gruppo Carlyle sono state menzionate.
Donald Rumsfeld già dice ai paesi europei che hanno bisogno di
incrementare i bilanci della difesa. Posso assumere che il gruppo Carlyle,
e perciò la maggior parte dei principali membri dell’amministrazione
Bush ritireranno una notevole quota dei profitti.
(Incidentalmente,
anche il nonno di Bush senior era un commerciante d’armi, e non gli
importava di fare affari con i nazisti).
http://emperors-clothes.com/articles/randy/swas5.htm
Potrei
anche pensare con qualche ragione che che l’enorme società di
costruzioni bin Laden sia pronta per prendersi una bella quota delle
commesse per la ricostruzione dell’Afghanistan.
Un
altro significativa motivazione è la ricerca delle enormi inesplorate
riserve di gas e petrolio del mar Caspio. Esse sono attualmente possedute
dalla Russia e dall’Iran. Anzi, finchè non arriveranno gli USA. Gli USA
almeno dal 1996 premono per la costruzione di un oleodotto che porti gas e
petrolio fino all’oceano Indiano, per il trasporto verso oriente, e
questo dev’essere costruito attraverso l’Afghanistan. Chiunque
controlli l’Afghanistan controlla le riserve del Caspio.
Questa
è la mia interpretazione di vari articoli scritti da Jared Israel sugli
interessi strategici USA nell’area. Questi articoli sono tra quelli
segnalati in precedenza, e dovreste controllarli direttamente per
esaminare le conclusioni di Jared, perché potrebbero differire dalle mie
in qualche aspetto.
Un
articolo rilevante, in precedenza non segnalato è "Why
Washington wants Afghanistan." di Jared Israel,Rick Rozoff & Nico
Varkevisser. http://emperors-clothes.com/analysis/afghan.htm
Da
anni ormai la politica segreta degli USA è stata quella di sponsorizzare
le organizzazioni terroriste nel sud della ex Unione Sovietica, per
rosicchiare via le aree del territorio russo che confinano col mar Caspio
e l’Afghanistan. Il processo è ora quasi completato con governi
secessionisti formatisi con successo in Kazakistan, Turkmenistan,
Uzbekistan, Tagikistan, Kirghisistan, Georgia e Azerbaijan.
Soltanto
l’area a nord degli ultimi due necessita ora di essere separata perché
la Russia perda i diritti territoriali sul mar Caspio.
Concordo,
in linea di principio, con l’idea di governi locali regionali formati
democraticamente in contrapposizione all’egemonia di grandi potenze come
la Russia. La triste realtà è che i locali movimenti secessionisti, che
alle origini potevano essere genuini, sono stati trasformati in gruppi
terroristici operanti nel proprio interesse da operazioni coperte CIA, ed
i nuovi paesi autonomi diventano semplicemente soggetti all’egemonia USA
invece che russa. Piuttosto che essere genuine espressioni di cultura
locale, identità ed autodeterminazione, diventano domini di tiranni
locali e terroristi che trafficano tra loro unicamente allo scopo di far
profittare il loro potere.
Gli
USA sono più che felici di parlare di affari, è proprio per questo che
vengono insediati questi tiranni locali.
Zbigniew
Brzezinski, il Consigliere per la Sicurezza
Nazionale di Jimmy Carter all’epoca dell’invasione sovietica
dell’Afghanistan, descrive fieramente i risultati della propria politica
in Afghanistan nei seguenti termini: (mia
interpretazione di un’intervista a Brzezinski).
Gli
USA provocando sollevazioni locali fecero tutto il possibile per
punzecchiare i sovietici e dunque fare in modo che invadessero
l’Afghanistan, ed una volta ottenuto tale risultato, sostenere l’altra
parte (i mujaedin, che poi diventarono i talebani). Ciò aveva un duplice
scopo. Sprecava le risorse dei sovietici in una lunga guerra di attrito,
che essi non potevano vincere, e destabilizzava una parte del mondo
strategicamente importante per gli USA.
Alcune
citazioni di Brzezinski: “Non
abbiamo spinto i russi ad intervenire, ma abbiamo consapevolmente
aumentato la probabilità che lo facessero”.
“Rimpiangere
che? Le operazioni segrete furono un’idea eccellente. Ebbero l’effetto
di attirare i russi nella trappola afghana, e voi vorreste che lo
rimpianga? Il giorno che i sovietici ufficialmente attraversarono il
confine scrissi al Presidente Carter: Abbiamo ora l’opportunità di dare
all’URSS la sua guerra del Vietnam”.
http://emperors-clothes.com/interviews/brz.htm
Dunque,
la ventennale guerra civile che ha devastato l’Afghanistan e causato uno
spaventoso numero di morti, povertà e miseria, è stato il risultato di
una deliberata politica degli stati Uniti, che sostennero i talebani od i
primi gruppi che poi lo diventarono, lungo tutto questo arco di tempo ed
ora dando loro la “ricompensa” finale.
Inoltre,
secondo il mio parere, l’intervista a Brzezinski
rappresenta la tacita ammissione che gran parte del violento
fondamentalismo ora diventato così comune nel mondo islamico sia stato
deliberatamente allevato dagli USA, come parte dei piani di
destabilizzazione nel Medio Oriente e nell’Asia meridionale.
Tale
opinione è basata sugli articoli di Jared Israel sull’argomento,
combinati con la lettura delle osservazioni del summenzionato John
Stockwell (ex agente CIA).
Delle
rivelazioni di Stockwell vi è da dire che, come strategia generale, la
CIA si impegna nella destabilizzazione in sé, sapendo che un paese
impoverito, lacerato dalla guerra, traumatizzato, illetterato e
tecnologicamente arretrato è una facile preda. Sono convinto nel
concludere che gli USA misero in moto la spaventosa guerra civile in
Afghanistan solamente per tale scopo, e che il piano si sta ora
avvicinando alla meta finale.
E
l’Afghanistan è solamente il primo di molti altri in una nuova
offensiva in questa parte del mondo.
Questo
piano USA è a così ampio raggio che potrebbe essere necessario buttare a
terra l’intera Asia meridionale per realizzarlo.
In
un modo o nell’altro, essi devono controllare tutti i paesi succitati,
ed anche l’Iran e il Pakistan. Alcuni di essi forse con una combinazione
di intimidazione e corruzione, come finora è stato per il Pakistan. Altri
devono essere attaccati, in particolare l’Iraq e la Siria.
Gli
eventi dell’11 Settembre danno agli USA un assegno in bianco per
attaccare qualsiasi paese al mondo, semplicemente pronunciando la parola
“terrorista”.
Gli
ultimi tre paesi (mentre scrivo) ad essere nominati come bersagli nella
“guerra al terrorismo” sono lo Yemen, la Somalia ed il Sudan, tre
paesi di cui abbiamo sentito parlare poco precedentemente in relazione al
terrorismo.
Ma,
sorpresa sorpresa, basta dare uno sguardo alla mappa per capire la loro
importanza strategica.
La
Somalia e lo Yemen si trovano all’entrata, da entrambe le parti, del
Golfo di Aden, che è l’entrata per il Mar Rosso ed il Canale di Suez, e
perciò la via più breve tra l’Europa e l’Oceano Indicano, dove
costeggia l’Asia meridionale.
Il
controllo di questi paesi da parte degli USA porrebbe inoltre una maggiore
pressione sull’Arabia Saudita e l’Egitto per continuare in politiche
filoamericane.
Il
Sudan forma quasi il bordo meridionale del Mar Rosso. Questi tre paesi tra
loro formano quasi l’intera linea costiera del Mar Rosso, insieme con
l’Arabia Saudita e l’Egitto, già sotto controllo USA.
L’Iraq,
a parte l’essere un ostacolo politico, ed avere un proprio valore in
termini di petrolio, è di importanza strategica poiché ad ovest confina
con l’Iran.
Gli
attacchi dell’11/9 danno agli USA ed ai loro alleati, quli la Gran
Bretagna, un assegno in bianco per ridurre le libertà civili al punto che
i loro cittadini che dessero un poco di fastidio potrebbero essere messi a
tacere semplicemente pronunciando la parola “terrorista”.
Viene
anche fatta pressione su altri alleati, come l’Australia, perché
facciano la stessa cosa. Probabilmente i guerrafondai ricordano l’amara
lezione che impararono sulla potenza dell’opposizione interna durante la
guerra del Vietnam e sono determinati nel non permettere che si ripeta.
Quando
il Presidente Bush disse “Siete con noi o contro di noi” voleva dare
un sottile velato avvertimento a tutti gli altri paesi che gli USA non
ricevessero assoluta e totale obbedienza, tutti possono essere una preda.
Senza
dubbio tutti i leader mondiali hanno sentito il messaggio forte e chiaro.
E’ ovvio che in Australia anche l’ALP l’abbia sentito forte e
chiaro. Durante la campagna elettorale Kim Beazley non si stancava di
ripetere che un governo dell’ALP avrebbe obbedito totalmente agli USA e
senza fare domande. La sua motivazione può essere stata ben più che
semplice opportunistico populismo elettorale. Le azioni USA in Afghanistan
non sono soltanto direttamente strategiche, danno anche un severo
avvertimento a tutti gli altri paesi.
Se
vi può essere qualche dubbio sulla assoluta spietatezza degli USA nel
perseguire i propri obiettivi si dovrebbe riflettere sull’infame
osservazione dell’ex Segretario di Stato dell’Amministrazione Clinton,
Madeleine Albright.
Quando
le venne chiesto cosa provasse sul fatto che si stima 500.000 bambini
iracheni (la cifra è ora molto più grande) siano morti per effetto delle
sanzioni sotto guida USA all’Iraq, lei replicò:
“Pensiamo
ne sia valsa la pena”.
E
l’amministrazione Bush è molto peggiore, ed ora la posta in gioco molto
più alta!
NOTA
SULLE FONTI
Credo
vi sia poco, se non addirittura niente, di importante in questo articolo
che non possa essere supportato leggendo gli articoli cui si riferisce. Mi
scuso se mi sono lasciato sfuggire qualcosa ma non sono un ricercatore
professionista ed ho fatto ogni sforzo possibile per verificare il
materiale relativo a riferimenti diretti o indiretti degli articoli
segnalati.
Questo
articolo non ha la pretesa di essere indiscutibile da un punto di vista
accademico e tecnico, sebbene sia stato fatto ogni sforzo per farlo nel
miglior modo mi fosse possibile. E’ scritto da un cittadino globale
interessato con le seguenti intenzioni.
Numerosi
eccellenti scrittori, con abilità tecniche e di ricerca molto superiori
alle mie, hanno collettivamente montato un caso irresistibile su questo
tema. Quello di cui sentivo ci fosse urgente bisogno, come un contributo
per diffondere queste informazioni tutte insieme, era un singolo articolo
che riassumesse il caso, presentato in una forma più popolare, tipo una
storia, con collegamenti agli articoli originali. Questo articolo non
pretende di essere un documento di ricerca, e non pretende di sostituire
gli articoli cui si riferisce.
Questo
è in effetti un comunicato stampa, la richiesta di urgente consapevolezza
ed azione per prevenire, od almeno ridurre, la catastrofe globale che
minaccia di travolgerci, Niente può essere fatto se la gente non conosce
la completa verità su quel che accadde l’11 settembre.
Questo
articolo non pretende necessariamente di essere l’assoluta verità. La
scoperta della verità è uno sforzo collettivo globale, alla quale spero
questo articolo abbia dato un contributo. Se mette il dubbio nella mente
della gente sulle storie ufficiali, se incoraggia la gente a pensare con
la propria testa, ad essere sospettosa dei media ufficiali, ed a leggere
gli articoli cui si riferisce, allora avrà assolto il proprio compito.
Sfortunatamente,
a qualche cosa non è stato possibile dare riferimenti, o perché
ascoltati alla radio o perché articoli letti prima che divenissi
consapevole della necessità di scrivere questo.
Ciò
perché non mi sono formato la mia attuale opinione fino all’ottobre, e
solamente a novembre mi sono accorto che vi era la necessità di scrivere
qualcosa. Cominciò in modo casuale, scrivendo note su inconsistenze che
avevo notato sui media, ma al tempo non avevo la consapevolezza che sul
soggetto bisognava svolgere altro lavoro. All’epoca inoltre non sapevo
della necessità di tenere precisi riferimenti, e neppure mi rendevo conto
della vastità del progetto che stavo iniziando.
Come
risultato, alcuni dei “ritagli”, come la dichiarazione di Tony Blair,
furono annotate prima che mi rendessi conto del bisogno di cominciare a
fare precisi riferimenti. Questo articolo evolse dal piccolo sospetto
iniziale che qualcosa non quadrava nelle storie ufficiali. Sebbene
prendessi con cura nota mentale di ciò che ascoltavo e vedevo sui media,
l’opportunità di riferirsi a qualcosa mi sfuggiva nei primi stadi di
questo processo. Dove possibile ho scritto specificamente tutte le fonti
che potevo ricordare, così che un ostinato ricercatore abbia almeno
qualche indizio su dove cominciare a guardare. Non nego la possibilità di
piccoli errori di fatto, i citazioni leggermente inesatte per alcune di
quelle cose per le quali non si è dato preciso riferimento, ma sono
sicuro che non vi sia niente di sufficientemente inesatto da distorcere le
loro implicazioni.
Non
divenni consapevole dell’importanza degli articoli delle fonti finchè
questo progetto era in pieno svolgimento. Per tale motivo l’articolo da
una parte è una specie di fusione tra le mie osservazioni sui resoconti
dei media ufficiali che potevo notare non quadravano, e dall’altra parte
un sommario di materiale ben più consistente, ricavato in gran parte
dagli articoli collegati e da alcune mie ricerche su Internet, compiute
verso la fine del progetto.
Per
coloro cui piace criticare il più piccolo dettaglio incoraggio un
intelligente ed informato scetticismo, ma chiedo solamente una cosa.
Applicate gli stessi criteri di prova e verifica al caso presentato
dall’amministrazione Bush e dai media ufficiali, e chiedetevi quale caso
sia stato presentato più onestamente e meticolosamente.
ALCUNE
COSE DA OSSERVARE
L’amministrazione
Bush ha lasciato un enorme sentiero di prove sull’11/9. La principale
ragione che ciò non sia divenuto ancora ovvio alla maggior parte della
gente, a parte l’influenza dei media, è che molta gente deve essere
rimasta molto scossa dalla velocità e dalla brutalità degli eventi per
pensare freddamente.
Da
parte mia, mi ci vollero circa 2 settimane perché l’emozione
cominciasse a raffreddarsi sufficientemente perchè le cose che allora
dovevano essere ovvie lo diventassero.
Una
volta sfondata la barriera iniziale cominciò a crescere la consapevolezza
sulle inconsistenze e le implausibili spiegazioni e da un
“gocciolamento” questa divenne un “rigagnolo” e poi un
“torrente”.
Per
esempio, nel sito Ninemsn il 28 novembre (prima che cominciassi a
tenere nota di queste cose) venne riportata questa stupidaggine.
Un
articolo diceva che funzionari americani avevano ricevuto informazioni che
bin Laden potrebbe avere in preparazione un importante attentato
terroristico contro impianti negli USA, in particolare condotte di
petrolio. Comunque, proprio lo stesso articolo riportava che “bin Laden
ha il fiato al collo”, al punto da essere stato individuato in una
piccola area, in fuga per la vita, costantemente in movimento, nel
disperato tentativo di evitare la morte o la cattura.
Scusatemi,
ma come si fa esattamente a lanciare sofisticate operazioni terroristiche
dall’altra parte del mondo in questa situazione? Solamente gente in
profondo stato di shock potrebbe non capire che si tratta di una ridicola
menzogna.
Ed
il giorno successivo, nello stesso sito, fu riportato che “potrebbe”
avere armi chimiche o nucleari sebbene venga ammesso (naturalmente più
avanti nell’articolo) che in realtà non ne avevano nessuna prova.
Così
questo uomo, presumibilmente in fuga disperata, si porta dietro camion con
missili intercontinentali e lanciatori, costantemente da una caverna
all’altra? E non vengono notati dai satelliti spia USA, dei quali ci
hanno detto che possono individuare la più debole traccia di calore nella
caverna dove egli potrebbe nascondersi? O possiede qualche sofisticata
rete radio, che manda ai sostenitori istruzioni per lanciare attacchi da
luoghi sicuri? Segnali che i suoi sostenitori possano ricevere, da qualche
remota località non sotto controllo USA, ma che in qualche modo le forze
USA e britanniche che l’hanno circondato e che gli hanno messo “il
fiato al collo” non possano intercettare?
Una
volta che cominciate ad osservare divenite consapevoli che i media
ufficiali sono pieni di questo tipo di ridicola, improbabile spazzatura,
che viene fatta passare per informazione. Ma la velocità alla quale la
gente viene travolta da questo assalto, la potenza della ripetizione, e lo
shock della brutalità degli eventi l’hanno trasformata in una
vertiginosa corsa su un ottovolante, che si muove sempre ad una velocità
tale da non permettere alla gente di pensare criticamente. Questa è una
tattica deliberata. Gente con enorme ricchezza, potere e privilegi ha
fatto una grande scommessa. Essi hanno commesso tradimento e strage, e
lasciato le loro impronte ovunque.
La
loro principale speranza è che tutto continui a muoversi così
rapidamente che la maggioranza della gente non abbia il tempo di notare
quel che hanno lasciato intorno.
E’
parte vitale della loro strategia tenere tutti in stato di shock
permanente, paura, rabbia e confusione.
Viene
in mente la campagna sull’anthrax.
Ed
i continui falsi allarmi sui rinnovati attacchi di bin Laden (ricordate il
falso allarme del ponte Golden Gate), e voci continue, totalmente prive di
sostanza su attacchi nucleari o biologici.
Presto
ci saranno attacchi ad altri paesi insieme ad un fiume di propaganda sulle
minacce terroristiche da qualunque delinquente fabbricato venga
identificato come l’ultimo assassino malefico, cui deve essere data la
caccia ad ogni costo.
Forse
bin Laden non è più utile e sarà eliminato, sebbene sia più probabile
che scappi convenientemente in un altro paese. E’ una scusa vivente per
l’amministrazione Bush per fare la guerra.
Tutto
ciò si somma alla confusione, la paura, la distrazione. Gli eventi devono
essere tenuti in movimento ad un passo frenetico e ad ogni costo. Tutto
per creare una situazione nella quale la sia incapace di pensare
razionalmente. Se necessario essi possono sempre lanciare più attentati
terroristici contro i loro popoli per rinnovare lo shock e la paura.
Stanno giocando per la posta più elevata possibile.
Non
solamente per ciò che hanno da guadagnare, che era la loro motivazione
originale, ma ora, dato quello che hanno fatto, Bush senior, Bush junior,
Cheney, Rumsfeld, Myers, Powell, la Rice, Fleischer e probabilmente
qualche altro, tutti hanno di fronte la possibilità di accuse di
tradimento ed omicidio e quasi certamente la condanna