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menzogne sugli attentati dell'11 settembre
Tratto dal
sito www.pressante.com – Pubblicato su
“Rinascita” del 10 ottobre 2006
Non esiste ancora una versione ufficiale degli attentati
dell'11 settembre 2001. Nessuna indagine giudiziaria aperta sugli
attentati stessi, né inchieste parlamentari. Al massimo si dispone
d’una versione governativa chiarita da un rapporto reso da una
commissione presidenziale. Il professore David Ray Griffin, che ha
dedicato un lavoro di riferimento allo studio di questa relazione, vi ha
rilevato 115 menzogne di cui elabora qui l'elenco.
Per ogni menzogna, ci si riferirà alle analisi del professore David Ray
Griffin nel proprio lavoro "Omissioni e distorsioni della
Commissione d'indagine sull'11/9". Le cifre tra parentesi rinviano
alle pagine del libro nella sua edizione originale americana.
1. L’omissione delle testimonianze che almeno sei dei
presunti pirati dell’aria (tra cui Waleed Al-Shehri, che
2. L’omissione delle prove che riguardano Mohamed Atta (come la sua passione per l’alcool, il maiale e le danze erotiche private - lap dances) in contraddizione con le dichiarazioni della Commissione secondo le quali era diventato un fanatico religioso (20-21).
3. La confusione volontariamente creata attorno alle prove che Hani Hanjour era un pilota troppo incompetente per portare un aereo di linea a schiantarsi sul Pentagono (21-22).
4. L’omissione del fatto che gli elenchi dei passeggeri
resi pubblici non contenevano alcun nome arabo (23).
5. L’omissione del fatto che nessun incendio ha mai causato il crollo
totale d’un edificio a struttura d’acciaio, né prima né dopo l'11
settembre (25).
6. L’omissione del fatto che gli incendi delle Torri non sono stati né estremamente ampi, né particolarmente intensi, né molto lunghi in raffronto con altri incendi in grattacieli (di strutture) simili, i quali non sono mai crollati (25-26).
7. L’omissione del fatto che, stando all'ipotesi che i
crolli sarebbero stati causati da incendi,
8. L’omissione del fatto che l'edificio n°7 del WTC (non toccato da alcun aereo e che non fu il teatro che di piccoli incendi locali) è completamente crollato, un evento che l’Agenzia Federale per il trattamento delle situazioni d’Emergenza (FEMA) ha riconosciuto di non potere spiegare (26).
9. L’omissione del fatto che il crollo delle Torri Gemelle (e dell'edificio n°7) presenta almeno 10 caratteristiche d’una demolizione controllata (26-27).
10. L’asserzione che il cuore della struttura delle Torri Gemelle era "un pozzo d’acciaio vuoto", una dichiarazione che nega la presenza di 47 colonne massicce d’acciaio che costituivano effettivamente il cuore di ogni torre e che, secondo la teoria del pancake, esplicativa dei crolli, avrebbero dovuto rimanere alzate verso il cielo su numerose decine di metri (27-28).
11. L’omissione della dichiarazione di Larry Silverstein (il proprietario del WTC, affittuario per 99 anni) secondo il quale decise, in accordo con i vigili del fuoco, "di demolire " (to "pull", gergo tecnico) l'edificio n°7 (28).
12. L’omissione del fatto che l’acciaio degli edifici
del WTC fu rapidamente rimosso della scena del crimine ed imbarcato su
navi a destinazione ignote PRIMA che potesse essere analizzato per
individuare tracce d’esplosivo (30).
13. L’omissione del fatto che essendo l'edificio n°7 stato evacuato prima del suo crollo, la ragione ufficiale invocata per la rimozione immediata dell'acciaio (e cioè che alcune persone potessero essere ancora vive sotto i resti) non aveva alcun senso in questo caso preciso (30).
14. L’omissione della dichiarazione del sindaco R.
Giuliani secondo la quale era stato previsto che il WTC sarebbe crollato
(30-31).
15. L’omissione del fatto che Marvin Bush, il fratello
del Presidente, ed il suo cugino Wirt Walker III erano due direttori
della società incaricata della sicurezza del WTC (31-32).
16. L’omissione del fatto che l’ala Ovest del Pentagono
(quella effettivamente colpita) era la meno suscettibile d'essere
obiettivo da parte di terroristi di al-Qaeda, per molte ragioni (33-
34).
17. L’omissione di qualsiasi discussione per stabilire se
i danni sul Pentagono fossero compatibili con l’impatto d’un boeing
757 che si muove a molte centinaia di chilometri/ora (34).
18. L’omissione del fatto che la facciata dell'ala Ovest
è crollata soltanto 30 minuti dopo l'impatto, ed anche che il foro
appare ben troppo piccolo per un boeing 757 (34).
19. L’omissione di ogni prova contraddittoria sulla
presenza o sull’assenza di resti visibili di un boeing 757 sia
all'interno che all'esterno del Pentagono (34-36).
20. L’assenza di qualsiasi discussione per stabilire se
il Pentagono disponesse di un sistema di difesa anti-missile capace
d’abbattere un aereo di linea commerciale, benché
21. L’omissione del fatto che le immagini di varie
videocamere di sorveglianza (anche quelle della stazione di servizio di
fronte al Pentagono, la cui pellicola fu confiscata dall'FBI
immediatamente dopo l'impatto) potrebbero certamente dare una risposta a
ciò che ha realmente colpito il Pentagono (37-38).
22. L’omissione del riferimento del ministro della difesa
D. Rumsfeld ad "un missile (utilizzato) per danneggiare (il
Pentagono)" (39).
23. L’approvazione della risposta completamente
insoddisfacente alla domanda sul perché gli agenti dei servizi segreti
permisero al Presidente Bush di restare nella scuola di Sarasota nel
momento in cui, secondo la versione ufficiale, avrebbero dovuto
presumere che un aereo deviato avrebbe potuto prendere la scuola come
obiettivo (41-44).
24. La mancata risposta sul perché i servizi segreti non
hanno poi chiesto la protezione di caccia per l’aereo presidenziale
Air Force One (43-46).
25. Le dichiarazioni secondo le quali quando il corteo
presidenziale arrivò alla scuola (di Sarasota), nessuno dell'assistenza
sapeva che vari aerei erano stati deviati (47-48).
26. L’omissione della relazione secondo la quale il
ministro della giustizia John Ashcroft fu informato d’evitare di
prendere linee aeree commerciali l'11 settembre (50).
27. L’omissione della dichiarazione di David Schippers
che, sulla base d’informazioni fornite da agenti dell'FBI a proposito
di attacchi previsti nel Sud di Manhattan, aveva tentato invano di
trasmettere quest'informazione al ministro della giustizia John Ashcroft
durante le 6 settimane che precedettero l'11 settembre (51).
28. L’omissione di qualsiasi menzione del fatto che
agenti dell'FBI avrebbero affermato avere avuto conoscenza degli
obiettivi e delle date degli attacchi (terroristici) da molto tempo
(51-52).
29. L’affermazione, che suppone la questione risolta, che
il volume insolito degli acquisti d’options al ribasso entro l'11
settembre non implicano che gli acquirenti sapessero prima che gli
attacchi si sarebbero prodotti. (52-57)
30. L’omissione delle relazioni secondo le quali il
sindaco (di San Francisco) Willie Brown ed alcuni responsabili del
Pentagono furono messi in guardia dal prendere aerei l'11 settembre
(57).
31. L’omissione della relazione secondo la quale Osama
bin Laden, che era già il criminale più ricercato degli Stati Uniti,
fu trattato nel luglio 2001 da un medico americano all'ospedale
americano di Dubai ed ha ricevuto la visita dell'agente locale della CIA
(59).
32. L’omissione degli articoli che suggeriscono che dopo
l'11 settembre, Osama bin Laden fu lasciato deliberatamente scappare
(60).
33. L’omissione di relazioni, che includono quella sulla
visita da parte del direttore dei servizi di intelligence sauditi a
Osama bin Laden all'ospedale di Dubai, che sono in contraddizione con la
versione ufficiale secondo la quale Osama fu disconosciuto dalla sua
famiglia e dal suo paese (60-61).
34. L’omissione del resoconto di Gerald Posner sulla
testimonianza di Abu Zubaydah, secondo la quale tre membri della
famiglia reale saudita (che perirono tutti misteriosamente ad otto
giorni di distanza) finanziavano al-Qaida ed erano al corrente
anticipatamente degli attacchi dell'11 settembre (61-65).
35. La smentita da parte della Commissione d’aver trovato
una prova del finanziamento di al-Qaida da parte dei Sauditi (65-68).
36. La smentita da parte della Commissione d’aver trovato
una prova che del denaro della donna del principe Bandar, la principessa
Haifa, andò ad agenti di al-Qaeda (69-70).
37. La smentita, ignorando semplicemente la distinzione tra
voli privati e voli commerciali, che il volo privato che trasportava dei
Sauditi da Tampa a Lexington il 13 settembre violava i regolamenti sullo
spazio aereo in vigore in quella data (71-76).
38. La smentita che dei Sauditi furono autorizzati a
lasciare il territorio degli Stati Uniti poco tempo dopo l'11 settembre
senza essere stati oggetto d’una indagine adeguata (76-82).
39. L’omissione della prova che il principe Bandar
ottenne un'autorizzazione speciale della Casa Bianca per i voli dei
Sauditi (82-86).
40. L’omissione dell’affermazione di Coleen Rowley che responsabili al Quartier Generale dell'FBI avevano visto l'appunto di Phoenix dell’agente Kenneth Williams (89-90).
41. L’omissione del fatto che l’agente dell'FBI a
Chicago Robert Wright afferma che il Quartier Generale dell'FBI chiuse
la sua indagine su una cellula terroristica, quindi tentò di
intimidirlo per impedirgli di pubblicare un libro su tale esperienza
(91).
42. L’omissione della prova che l'FBI sabotò il
tentativo di Coleen Rowley e di altri agenti (dell'FBI) di Minneapolis
per ottenere un mandato per ricercare il mandante di Zacarias Moussaoui
(91-94).
43. L’omissione delle tre ore e trenta di deposizione
dinanzi alla Commissione da parte di Sibel Edmonds, ex traduttore alla
FBI, deposizione che secondo una lettera resa pubblica da egli stesso ed
indirizzata al Presidente (della Commissione) Kean, rivelava
dissimulazioni serie da parte di responsabili dell'FBI, in relazione con
l'11 settembre (94-101).
44. L’omissione del fatto che il generale Mahmoud Ahmad,
il capo dell’ISI (i servizi di intelligence pakistani), si trovava a
Washington una settimana prima dell'11 settembre, ed incontrò il
direttore della CIA George Tenet ed alti responsabili statunitensi
(103-04).
45. L’omissione della prova che Ahmad, il capo dell’ISI
(i servizi di intelligence pakistani) aveva ordinato l’invio di
$100,000 a Mohamed Atta prima dell'11 settembre (104- 07).
46. L’affermazione della Commissione che non trovò
alcuna prova che un solo governo straniero, compreso il Pakistan, aveva
finanziato agenti di al-Qaeda (106).
47. L’omissione della relazione secondo la quale
l’Amministrazione Bush fece pressione sul Pakistan per allontanare
Ahmad del suo posto di capo dell’ISI dopo la divulgazione
dell’informazione secondo la quale aveva ordinato l’invio di denaro
dell’ISI a Mohamed Atta (107-09).
48. L’omissione della prova che l’ISI (e non soltanto
al-Qaida) era dietro l’assassinio di Ahmad Shah Massoud (il comandante
dell’Alleanza del Nord in Afghanistan), che si produsse appena dopo una
riunione che durò una settimana tra responsabili della CIA e dell’ISI
(110-112).
49. L’omissione della prova che l’ISI è implicato nel
sequestro e nell'omicidio di Daniel Pearl, giornalista al Wall Street
Journal (113).
50. L’omissione della relazione di Gerald Posner secondo
la quale Abu Zubaydah affermò che un ufficiale militare pakistano,
Mushaf Ali Mir, avente legami stretti con l’ISI ed al-Qaeda era al
corrente anticipatamente degli attacchi dell'11 settembre (114).
51. L’omissione della previsione fatta nel 1999 da Rajaa
Gulum Abbas, un agente dell’ISI, che le Torri Gemelle
"crolleranno" (114).
52. L’omissione del fatto che il Presidente Bush e membri
della sua amministrazione evocarono varie volte gli attacchi dell'11
settembre come "opportunità" (116-17).
53. L’omissione del fatto che il progetto per il Nuovo
Secolo Americano (PNAC, "Project for the New American Century"),
i cui numerosi membri diventarono figure chiave dell’Amministrazione
Bush, pubblicò un documento nel 2000 che dice che una "nuova Pearl
Harbour" avrebbe facilitato l’obiettivo di fondo per una
trasformazione tecnologica rapida dell’apparato militare americano
(117-18).
54. L’omissione del fatto che Donald Rumsfeld, che era il
presidente della commissione dell’US Space Command ed aveva
raccomandato l’accrescimento del bilancio assegnato, utilizzò gli
attacchi dell'11 settembre la sera stessa per ottenere tali crediti
(119-22).
55. Il fatto non di citare che i tre uomini responsabili
del compito di prevenire gli attacchi dell'11 settembre (il ministro Rumsfeld, il generale
Richard Myers, ed il generale Ralph Eberhart)
erano anche i tre principali promotori dell’US Space Command (122).
56. L’omissione del fatto che Unocal aveva dichiarato che
i taliban non potevano garantire con sicurezza adeguata di cominciare la
costruzione delle sue condutture (di petrolio e di gas) dal bacino del
Caspio attraverso l’Afghanistan e il Pakistan (122-25).
57. L’omissione della relazione secondo la quale
rappresentanti degli Stati Uniti dicessero in occasione di un incontro
nel luglio 2001 che, poiché i taliban rifiutavano la loro proposta di
sviluppare la costruzione d’un conduttura, una guerra contro loro
sarebbe cominciata in ottobre (125-26).
58. L’omissione del fatto che nel suo libro pubblicato
nel 1997 Zbigniew Brzezinski aveva scritto che per mantenere il loro
primato globale, gli Stati Uniti avevano bisogno del controllo
dell’Asia Centrale, con le sue vaste riserve di petrolio, e che una
nuova Pearl Harbour sarebbe stata utile per ottenere l’adesione
dell’opinione pubblica americana a questi scopi imperiali (127-28).
59. L’omissione del fatto che membri chiave
dell’Amministrazione Bush, tra cui Donald Rumsfeld ed il suo delegato
Paul Wolfowitz, spingevano a favore d’una nuova guerra contro l’Irak
da numerosi anni (129-33).
60. L’omissione delle note delle conversazioni di Donald Rumsfeld l'11
settembre che mostravano come egli era determinato ad utilizzare gli
attacchi come un pretesto per una guerra contro l’Irak (131-32).
61. L’omissione della dichiarazione contenuta nel
Progetto per un Nuovo Secolo Americano che "la necessità di una
presenza americana forte nel golfo va oltre l'argomento del regime di
Saddam Hussein" (133-34).
62. L’affermazione che il protocollo del FAA (Federal aviation Agency)
sull'11 settembre richiedeva un lungo processo per passare molte tappe
nella catena di ordini, anche se la relazione ufficiale (della
Commissione) cita prove contrarie (158).
63. L’affermazione che in quei giorni, solo due basi
dell'aviazione militare nel settore del nord - Est del NORAD (centro di
difesa aereospaziale del Nord America) avevano dei caccia in allerta e
che in particolare non avevano aerei da combattimento in allerta a
McGuire o a Andrews (159-162).
64. L’omissione del fatto che la base Andrews
dell'aviazione militare USA aveva molti caccia in allarme in modo
permanente (162-64).
65. L’accettazione della doppia dichiarazione che il
Colonnello Marr del NEADS (North East air Defense Sector) doveva
telefonare ad un superiore per ottenere il permesso d’inviare dei
caccia da (la base) d’Otis e che questo richiese otto minuti (165-66).
66. L’approvazione dell’affermazione che la perdita del
segnale del trasponder d’un aereo rende praticamente impossibile la
sua localizzazione punto per punto con i radar dell'esercito americano
(166- 67).
67. L’affermazione che l’intercettazione di Stewart Payne non mostrò
che il tempo di risposta del NORAD al volo AA11 fu straordinariamente
lento (167-69).
68. L’affermazione che i caccia della base d’Otis
restarono inchiodati al suolo sette minuti dopo che avevano ricevuto
l’ordine perchè non sapevano dove andare (174-75).
69. L’affermazione che l'esercito americano non era
informato del dirottamento del volo UA175 prima delle 9:03, momento
esatto in cui colpiva
70. L’omissione di qualsiasi spiegazione su (a) la
ragione per la quale una relazione precedente del NORAD, secondo la
quale
71. L’affermazione che
72. L’omissione del fatto che un appunto di Laura Brown della FAA
afferma che la teleconferenza fu stabilita circa alle 8:50 e riguardò
in particolare il dirottamento del volo UA175 (183-84, 186).
73. L’affermazione che la teleconferenza della NMCC, (National
Military Command Center) non cominciò prima delle 9:29 (186-88).
74. L’omissione, nell’affermazione della Commissione
che il volo AA77 non fu deviato dalla sua rotta prima delle 8:54, del
fatto che relazioni precedenti avevano annunciato 8:46 (189-90).
75. La mancanza di citazione che l’annuncio dello
schianto d’un jet nel Kentucky, quasi nel momento in cui il volo AA77
scompariva del radar della FAA, fu preso sufficientemente seriamente dai
responsabili del FAA e dell'unità del'anti-terrorismo dell'FBI da
essere trasmesso alla Casa Bianca (190).
76. L’affermazione che il volo AA77 volò quasi 40 minuti
nello spazio aereo americano in direzione di Washington senza essere
individuato dai radar militari (191-92).
77. L’errore da spiegare, se la relazione precedente del
NORAD secondo la quale fu notificato del volo AA77 alle 9:24 era
"sbagliata", come questa relazione erronea sia potuta nascere,
e quindi sapere se i responsabili del NORAD hanno mentito o "furono
confusi" per quasi tre anni (192-93).
78. L’affermazione che gli aerei da combattimento di
Langley, di cui il NORAD aveva detto che furono spediti per intercettare
il volo AA77, furono realmente dispiegati in risposta ad una relazione
erronea della parte d’un dispositivo di controllo (non identificato)
della FAA alle 9:21 che il volo AA11 era sempre in volo e si dirigeva
verso Washington (193-99).
79. L’affermazione che i militari non furono contattati
dalla FAA a proposito della deviazione probabile del volo AA77 prima che
il Pentagono fosse colpito (204-12).
80. L’affermazione che Jane Garvey non si sia unita alla
videoconferenza di Richard Clarke prima delle 9:40, vale a dire dopo che
il Pentagono fosse colpito (210).
81. L’affermazione che nessuna delle teleconferenze riuscì
a coordinare
82. L’affermazione della Commissione che non sapeva chi,
nell'ambito del ministero della difesa, partecipò alla videoconferenza
con Richard Clarke mentre Clarke afferma nel suo libro che si trattava
di Donald Rumsfeld e del generale Myers (211-212).
83. L’approvazione dell’affermazione del generale Myers
che si trovava su Capitol Hill durante gli attacchi, senza citare il
resoconto contraddittorio di Richard Clarke, secondo il quale Myers era
al Pentagono e partecipava alla videoconferenza con Clarke (213-17).
84. La mancanza di citazione della contraddizione tra la
testimonianza di Clarke sulla cronologia di Rumsfeld quella mattina e le
dichiarazioni stesse di Rumsfeld (217-19).
85. L’omissione della testimonianza del ministro dei
trasporti Norman Mineta, data alla Commissione stessa, che il
vicepresidente Cheney e gli altri (persone presenti) nel sotterraneo
erano informati alle 9:26 che un aereo si avvicinava al Pentagono (220).
87. L’accettazione di due versioni contraddittorie
sull'oggetto che colpì il Pentagono: una che riferisce una manovra a
spirale a 330 gradi verso il basso (una "picchiata ad alta velocità")
ed un'altra nella quale non si fa menzione di questa manovra (222-23).
88. L’affermazione che gli aerei di caccia di Langley,
che ricevettero l’ordine di decollare rapidamente per proteggere
Washington contro il "volo fantasma AA11" non erano da nessuna
parte nei pressi di Washington poichè furono inviati verso l’oceano
per errore (223-24).
89. L’omissione di tutte le prove che suggeriscono che ciò
che colpì il Pentagono non è stato il volo AA77 (224-25).
90. L’affermazione che i militari non furono informati dalla FAA del
dirottamento del volo UA93 prima dello schianto (227-29, 232, 253).
91. La doppia dichiarazione che
92. L’omissione del fatto che i servizi segreti sono
capaci di sapere tutto ciò che sa
93. L’omissione di qualsiasi indagine sulle ragioni per
le quali
94. L’omissione di qualsiasi indagine sulle ragioni per
le quali il generale Montague Winfield fu non soltanto sostituito da un
"blu" (un esordiente), il capitano Leidig, come direttore
delle operazioni del NMCC ma ancora costui è rimasto all'ordine quando
fu chiaro che il Pentagono era davanti ad una crisi senza precedenti
(235-36).
95. L’affermazione che
96. L’affermazione che il vicepresidente Cheney non diede
l’autorizzazione all'abbattimento se non dopo le 10:10 (molti minuti
dopo che il volo UA93 si era schiantato) e che quest'autorizzazione non
fu trasmessa prima delle 10:31 (237-41).
97. L’omissione di tutte le prove che segnalano che il
volo UA93 fu abbattuto da un aereo militare (238-39, 252-53).
98. L’affermazione che Richard Clarke non ricevette la
domanda d’autorizzazione al fuoco prima delle 10:25 (240).
99. L’omissione della testimonianza stessa di Clarke, che
afferma che ricevette la domanda d’autorizzazione al fuoco verso le
9:50 (240).
100. L’affermazione che Cheney non guadagnò il
sotterraneo del CPOU (Centro Presidenziale Operativo d’Urgenza) prima
delle 9:58 (241-44).
101. L’omissione di testimonianze multiple, tra cui
quella di Norman Mineta (il ministro dei trasporti) alla Commissione
stessa, che (il vicepresidente) Cheney si trovava nel CPOU prima delle
9:20 (241-44).
102. L’affermazione che l’autorizzazione ad abbattere
un aereo civile doveva essere data dal Presidente (245).
103. L’omissione di relazioni secondo cui il Colonnello Marr diede
l’ordine d’abbattere il volo UA93 e che il generale Winfield segnalò
che lui e gli altri (ufficiali) alla NMCC s’aspettavano che un caccia
raggiungesse il volo UA93 (252).
104. L’omissione di relazioni che indicano che vi erano
due aerei caccia nel cielo ad alcuni chilometri da New York e tre
soltanto a
105. L’omissione del fatto che esistevano almeno sei basi
militari con caccia in stato d’allerta nella regione del nord-est
degli Stati Uniti (257-58).
106. L’approvazione dell’affermazione del generale
Myers che il NORAD aveva definito la sua missione in termini di difesa
soltanto contro minacce dirette (verso gli Stati Uniti) dall'estero
(258-62).
107. L’approvazione dell’affermazione del generale
Myers che il NORAD non aveva previsto la possibilità che terroristi
avrebbero potuto utilizzare aerei di linea deviati come missili
(262-63).
108. Non aver messo in prospettiva il significato del
fatto, presentato nella relazione stessa, o citato da altri fatti che
provano che il NORAD aveva effettivamente previsto la minaccia posta da
aerei di linea deviati d’essere utilizzati come missili (264- 67).
109. Non aver sondato le implicazioni della questione
intesa ad accertare come le esercitazioni militari ("war games")
programmate quel giorno poterono influire sull’assenza di militari da
intercettare gli aerei di linea deviati (268-69).
110. La mancata discussione sulla pertinenza possibile
dell’Operazione Northwoods con gli attacchi dell'11 settembre
(269-71).
111. L’affermazione (presentata per spiegare perché i
soldati non ebbero l’informazione sugli aerei deviati tempestivamente
per intercettarli) che il personale della FAA inspiegabilmente fallì a
seguire le procedure standard circa 16 volte (155-56, 157, 179, 180,
181, 190, 191, 193, 194, 200, 202-03, 227, 237, 272-75).
112. La non citazione del fatto che l’indipendenza proclamata della
Commissione di Indagine fu inevitabilmente compromessa dal fatto che
Philip Zelikow, il suo direttore esecutivo, era praticamente un membro
dell’Amministrazione Bush (7-9, 11-12, 282-84). (ndt: uno stretto
collaboratore di Condoleeza Rice)
113. L’omissione del fatto che
114. La non citazione del fatto che il Presidente della
Commissione, la maggior parte degli altri membri, e circa la metà del
personale aveva seri conflitti d’interesse (285-90, 292-95).
115. La mancanza della Commissione, che si vantava che la
presentazione della sua relazione finale fosse stata fatta "senza
dissenso", di citare che ciò non era possibile poichè Max Cleland,
il membro più critico verso
Terminerò precisando che ho concluso il mio studio di ciò
che sono giunto a chiamare "la relazione di Kean-Zelikow"
scrivendo questo: In conclusione, la relazione della Commissione
d’inchiesta sull'11 settembre, lungi da cacciare i miei sospetti su
una complicità ufficiale non servì che a confermarli. Perché i
responsabili incaricati della redazione di questa relazione finale
s’impegnano in tale impresa di frode, se non per tentare di coprire
crimini molto grandi? (291).
Articolo originale (francese) su voltairenet
Tradotto da Marco M (www.pressante.com)